di Luca Telese
Che meraviglia l’ultimo tecnico approdato alla
gloria del piccolo schermo e alla vanità della sobria esternazione
neo-governativa. Che spettacolo la neolingua io-non-centrista del neo
sottosegretario all’economia Gianfranco
Polillo, quel sublime dire e non dire, una risorsa per il paese. Vedendolo
martedì sera esternare sul nulla a Ballarò, il sottosegretario Polillo, si
veniva presi da un moto di irresistibile nostalgia per i vecchi politiconi
democristiani, che almeno erano esperti di tutto e di niente, ma che sapevano sempre
di cosa parlavano (e quindi anche di cosa non dovevano parlare, che non è poco).
VEDENDO la sfumatura alta e argentea del
sottosegretario, ascoltando il suo vocione romafono, e il suo splendido eloquio
da bar sport ti veniva un forte senso di rimpianto per quei campioni della
prima repubblica che ci mettevano sempre la faccia (anche quando non era
bella), e si beccavano sempre gli insulti (anche quando non erano meritati),
perché quelle erano le regole del gioco e loro sapevano stare al mondo. Mentre
invece, quando si assiste allo spettacolo nullista del sottosegretario Polillo,
viene da pensare che al confronto lo sfuggente Arnaldo Forlani era un filosofo
zen, colto, eruditico ed essenziale, conciso solo di fronte all’indicibile.
STA DI FATTO che a Ballarò il sottosegretario
Polillo è stato davvero spettacolare, nelle sue gincane per dribblare qualsiasi
domanda. Le gare sulle frequenze televisive? “Ehhh, ci sono dei vincoli…”. E il
suo sfidante, Antonio Di Pietro: “Non la fate perché c’è il veto del Pdl”. E
Polillo: “Scusi, scusi, scusi…”. E quello: “Lo stai amettendo !”. E lui:
“Scusi…”. E ancora: “Ma perché non l’avete fatta la gara?”. E il
sottosegretario: “Non l’abbiamo fatta perché abbiamo fatto una scelta
diversa!”. Elementare Watson. Anzi, di più, il sottosegretario ci ripensa e
raddoppia: “Ci sono dei vincoli! Ci sono dei vincoli, come per tutte le
maggioranze”. E Di Pietro, trionfante: “Appunto! Non fate la gara perché sennò
il Pdl non vi vota”.
ANCHE perché, quando poi è in difficoltà, il
supertecnico si arrabbia e ricorre all’eloquio forbito: “Di Pietro, a Roma si
dice: ‘Non la vorrei buttare in caciara!’”. Oppure. “Di Pietro, non essere populista!”.
E il leader dell’Italia dei valori, sempre più arrabbiato: “Ma come, io ti
faccio le domande e tu mi dici sempre che la butto in caciara e mi dici che
sono populista!?”. E l’Ici sui beni della Chiesa va pagata o no? “Ehhh...... è
un problema…”. E le tasse sui capitali scudati? “Ehhh..... Forse non si possono
imporre…”. Fantastico. Ancora più bello il duello in due fasi
con Di Pietro. Fase uno: il supertecnico
attacca il leader dell’Italia dei valori con motivazioni squisitamente
politiche: “Non ha perso la forma mentis del magistrato!” (come se
parlasse di un ex ufficiale delle SS). Oppure, lanciandosi in una citazione
cinematografica: “E’ come il dottor Stranamore che gli sfugge il braccio e gli
parte il saluto”. Gli chiedono se la manovra sia equa, e di nuovo il
sottosegretario tecnico con vocazione per l’invettiva politica torna subito
vago. Allora Di Pietro gli fa: “Per me l’evasione è un reato punto”. E Polillo
scuote la testa, come dire: vedete, è un manettaro. Si parla poi di trasporti e
di ferrovie, cioè della materia di Polillo al ministero, e – soprattutto - del
tema della puntata: “Diamo un sacco di soldi alle ferrovie, adesso non mi
ricordo quanti gliene davamo esattamente”. Allora in studio chiedono:
“Quanti?”. Polillo, molto tecnicamente non ricorda. E allora a chi si rivolge?
Nientemeno che a quello con la forma mentis da magistrato: “Ma forse Di Pietro
che è preparato sa quanti sono esattamente”. Meravigliosa la perfidia dell’ex
ministro delle Infrastrutture, che a quel punto inalbera il suo sorriso da
Aristogatto e si sottrae alla richiesta di soccorso del Sottosegretario:
“Parla, parla… che io ti ascolto”. Il sindaco di Tombolo gli chiede se lo Stato
si impegna a ripianare i buchi di bilancio che ci creano con l’Imu. Il
sottosegretario Polillo, eroicamente, non risponde nemmeno questa volta. Altra
domanda: “Il governo si impegna ad aprire un tavolo con le ferrovie? Il
sottosegretario Polillo tira fuori la giustificazione per non essere pronto
all’interrogazione. “Siamo stati chiamati all’improvviso….”. E allora Di
Pietro, come il gatto che acchiappa il topo maramaldeggia : “Ma tu ci sei
sempre stato al governo…Eh eh…”.
E ALLORA ti viene voglia di scoprire quanto sia
tecnico Polillo. Intanto bisogna ricordare che il sottosegretario, ex
funzionario della Camera, è stato l’uomo del “buco”. Ovvero l’inventore della
meravigliosa campagna contro il presunto deficit del governo Prodi (non ci sono
notizie di suoi studi sul baratro del governo Berlusconi). Ex consulente di Giulio Tremonti, quindi molto tecnico, grande giocatore di tennis al circolo
Montecitorio, quindi molto tecnico (soprattutto sul rovescio) già membro della
fondazione Free ispirata da Renato Brunetta, quindi molto, molto tecnico,
diciamo. Quindi uomo ovunque di Stefano Caldoro ai tempi in cui era ministro, quindi
molto tecnico, tecnico di famiglia socialista. Ed ex guru di Fabrizio Cicchitto, secondo qualcuno l’ispiratore – nei panni del ghost writer dei
suoi discorsi più ispirati. Quindi molto, molto, decisamente super-tecnico. Dopo
aver svolazzato nel sottobosco di tutti i ministeri di centrodestra, dunque, il
nostro mitico Polillo, scende ora nell’agone della politica e nell’epifania del
governo Monti. Nulla di male. Ma se vuole fare il tecnico, la prossima volta,
assuma qualche lato positivo della forma mentis da magistrato. E perlomeno si
prepari.
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