venerdì 30 dicembre 2011

“NON FARÒ LO STRUZZO”




Le promesse di Monti sugli sprechi: nell’opinione pubblica c’è un allarme giustificato
di Stefano Feltri

Si informerà, assicura. Poi, forse, prenderà provvedimenti. Come fa sempre quando non ha una posizione già definita, il premier Mario Monti prende tempo, si riserva di approfondire. Anche quando l’argomento è già stato sviscerato dagli articoli di giornale.
Il tema è questo: si può tagliare finché si vuole la spesa pubblica e dare un’immagine di calvinista austerità, ma se la casta prospera come prima, il danno alla credibilità dell’Italia e del governo non è meno grave del segnale che arriva dallo spread.
“Ringrazio per la segnalazione perché ci sono motivi di grande allarme”, risponde così alla domanda del Fatto Quotidiano durante la conferenza stampa di fine anno di ieri pomeriggio.
La segnalazione è la seguente: soltanto nell’ultima settimana, come raccontato dal Fatto, almeno tre scandali denunciano come sprechi indifendibili stiano minando la credibilità di ogni proclama sui tagli di spesa.
Primo: i 14 assessori regionali del Lazio che, grazie a un blitz notturno, riusciranno ad andare in pensione a 55 anni, alla faccia dei normali lavoratori rassegnati ad aspettare i 67.
Secondo: i gruppi che gestiscono le lucrose slot machine di nuova generazione potrebbero avere nuove licenze gratuite, uno spreco di gettito analogo a quello (forse evitato) della gara per le frequenze tv.
Terzo: l’Agenzia del Territorio guidata da Gabriella Alemanno, un pezzo del ministero del Tesoro cui è affidata la cruciale riforma del Catasto voluta da Monti, rimborsa note spese tanto colossali quanto discutibili.
Il fattoquotidiano.it  pubblicherà online oggi pomeriggio tutte le carte, dove si scoprono spese poco giustificabili per un ramo della pubblica amministrazione che dovrebbe occuparsi di censire e tassare gli immobili e di combattere l’evasione fiscale.
Ci sono per esempio 21 mila euro di calendari per il 2012, 42 mila euro per sponsorizzare CortinaIncontra, la manifestazione dei coniugi Cisnetto, 984 euro di “pop corn e bibita” (in un giorno solo), migliaia di euro di gioielli (bracciali in pietre dure, gemelli d’argento, una sciarpa di seta con perle) per spese di rappresentanza.
   IN CONFERENZA stampa c’è tempo giusto per un esempio: l’Agenzia del Territorio, che risponde direttamente a Monti in quanto ministro del Tesoro, ha speso 3240 euro per “uova di struzzo decorate e personalizzate secondo vs indicazioni”, cioè con le mappe del Catasto, da regalare a Natale 2010.
Monti reagisce con una battuta: “Sono molto interessato a questa cosa delle uova di struzzo decorate, sulle quali porrò la mia attenzione. E credo che l’aspetto della decorazione non sia sostanziale. È il concetto di uova di struzzo che mi preoccupa, perché la politica di questo governo non è quella della struzzo”.
Sempre serio, precisa subito: “Scherzi a parte, ringrazio per la segnalazione, guarderò anche gli altri due casi segnalati. Ha ragione, mi sembra che siano motivi di grande allarme per l’opinione pubblica”.
Per la cronaca: l’Agenzia del territorio fa sapere che le uova servivano per attività di rappresentanza in Paesi come Cina e Russia cui l’Italia sta vendendo “ il proprio know-how sul Catasto”.
   Molte delle promesse iniziali del governo in materia di costi della politica sono state annacquate dai passaggi parlamentari, come l’abolizione delle Province (che per almeno un anno sopravviveranno tranquille) o il taglio degli stipendi dei parlamentari, rimandato a quando un’apposita commissione avrà calcolato le medie europee a cui uniformarsi.
Il termine previsto del 31 dicembre difficilmente sarà rispettato.
Ma il premier rivendica di essere riuscito a fare comunque qualcosa, tipo la rinuncia simbolica (ma anche concreta) allo stipendio da presidente del Consiglio: “Ci sono state varie manifestazioni di auto-contenimento non dovute e ho visto anche non apprezzate”.
Secondo punto a favore del premier, quello sulla comunicazione dei conflitti di interesse all’Antitrust (secondo la legge Frattini) che Monti aveva assicurato: “Il termine è quello dei 90 giorni previsto dalla legge, sarà rispettato”.

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