Molti applausi, qualche distinguo, e
gli insulti di Calderoli. Sono queste le reazioni al discorso di fine anno di
Napolitano, un intervento in cui il capo dello Stato ha parlato di crescita,
unità, sacrifici e futuro. L’ex premier Silvio Berlusconi, secondo quanto si è appreso, è
stato tra i primi a chiamare il presidente della Repubblica per fargli gli
auguri di buon anno ed esprimere apprezzamento, Apprezzamento anche da Pierluigi Bersani: «In tutto il discorso del presidente c’è un richiamo
appassionato all’idea di comunità, al destino comune degli italiani. Bisogna
corrispondere a quel richiamo con giustizia, solidarietà e con coraggio- spiega
il segretario Pd-. Non sarà un anno facile. Per quello che ci compete a noi
faremo come dice il presidente: ci metteremo tanto impegno, tanta
responsabilità e tanta fiducia».
«Un discorso alto, realista, coraggioso e onesto - dice il presidente del Senato, Renato Schifani -. Istituzionalmente impeccabile. Nelle parole del Presidente Napolitano emerge un forte richiamo alla capacità del nostro Paese di superare, come in passato, momenti difficili attraverso le sue articolazioni sociali, politiche ed istituzionali".
Maurizio Gasparri parla di una certa «ritualità» nel discorso di Napolitano e polemizza col governo: «Sacrifici oggi per l'Italia di domani. Ma fiducia in noi stessi. Mi auguro - dice il capo dei senatori pdl - che anche il governo attuale trovi la tensione ideale che Napolitano ha espresso e che a Palazzo Chigi oggi non abbonda».
«Futuro e libertà - annuncia il vicepresidente Fli, Italo Bocchino - garantisce quel coraggio civile richiesto ai partiti dal Capo dello Stato per cambiare un Paese che non può sottrarsi a una ormai improcrastinabile stagione di cambiamento. In particolare va accolto il monito sullo Stato che è cresciuto troppo e spende troppo, in maniera incontrollata e insostenibile. Serve pertanto un taglio draconiano della spesa pubblica improduttiva». «Il Presidente Napolitano, come sempre, indica al Paese la via maestra da seguire - afferma il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa - . Il suo discorso richiama tutti noi, ognuno per il proprio ruolo, ad assumere un atteggiamento di grande responsabilità di fronte al difficile momento che stiamo attraversando. E nello stesso tempo ci ricorda valori imprescindibili: la coesione nazionale, la solidarietà sociale e tra generazioni, il dialogo tra le parti, presupposti essenziali per costruire insieme un programma di rilancio e di sviluppo economico».
Durissimo il commento di Roberto Calderoli, senatore della Lega: «Sembra il discorso di 'Cetto la qualunque', un messaggio tratto dal film 'Qualunquemente'. Per contenuti ricorda la conferenza del premier Monti: un libro dei sogni con tanti luoghi comuni». Calderoli accusa il capo dello Stato di aver fatto un panegirico del governo Monti e conclude: «La cosa che più mi ha dato fastidio è che non c'è nessun accenno al federalismo: questa è una colpa!. Penso che ormai l'Italia sia il passato e il futuro sia la Padania». Più cauto Roberto Maroni, secondo il quale «è condivisibile nell'analisi» di Napolitano per quanto riguarda ciò che è successo, ma sul resto «si è espresso dal capo del governo». «Tutti gli italiani devono essere grati al presidente Napolitano - commenta Gianfranco Fini, presidente della Camera - per aver indicato la via per un futuro migliore: essere davvero una comunità nazionale che oggi come ieri mostra nei momenti più difficili della propria storia di sapersi unire per raggiungere l'obiettivo. Sono certo che l'appello del presidente della Repubblica non cadrà nel vuoto, perchè gli italiani riconoscono il lui una guida morale».
«Forte apprezzamento» per le parole del presidente è stato espresso da Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. Per Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori, il discorso del presidente è stato «sostanzialmente condivisibile». Critiche dalla sinistra. «Il discorso di Giorgio Napolitano risulta esser fatto dal presidente di una colonia franco-tedesca - dice Marco Rizzo, segretario dei comunisti italiani -. Il paradosso è che dopo aver celebrato in pompa magna i 150 anni dell'Unita d'Italia ci troviamo ad esser privati della sovranità nazionale a favore del nuovo potere del capitalismo neo-carolingio targato unione europea».
«Un discorso alto, realista, coraggioso e onesto - dice il presidente del Senato, Renato Schifani -. Istituzionalmente impeccabile. Nelle parole del Presidente Napolitano emerge un forte richiamo alla capacità del nostro Paese di superare, come in passato, momenti difficili attraverso le sue articolazioni sociali, politiche ed istituzionali".
Maurizio Gasparri parla di una certa «ritualità» nel discorso di Napolitano e polemizza col governo: «Sacrifici oggi per l'Italia di domani. Ma fiducia in noi stessi. Mi auguro - dice il capo dei senatori pdl - che anche il governo attuale trovi la tensione ideale che Napolitano ha espresso e che a Palazzo Chigi oggi non abbonda».
«Futuro e libertà - annuncia il vicepresidente Fli, Italo Bocchino - garantisce quel coraggio civile richiesto ai partiti dal Capo dello Stato per cambiare un Paese che non può sottrarsi a una ormai improcrastinabile stagione di cambiamento. In particolare va accolto il monito sullo Stato che è cresciuto troppo e spende troppo, in maniera incontrollata e insostenibile. Serve pertanto un taglio draconiano della spesa pubblica improduttiva». «Il Presidente Napolitano, come sempre, indica al Paese la via maestra da seguire - afferma il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa - . Il suo discorso richiama tutti noi, ognuno per il proprio ruolo, ad assumere un atteggiamento di grande responsabilità di fronte al difficile momento che stiamo attraversando. E nello stesso tempo ci ricorda valori imprescindibili: la coesione nazionale, la solidarietà sociale e tra generazioni, il dialogo tra le parti, presupposti essenziali per costruire insieme un programma di rilancio e di sviluppo economico».
Durissimo il commento di Roberto Calderoli, senatore della Lega: «Sembra il discorso di 'Cetto la qualunque', un messaggio tratto dal film 'Qualunquemente'. Per contenuti ricorda la conferenza del premier Monti: un libro dei sogni con tanti luoghi comuni». Calderoli accusa il capo dello Stato di aver fatto un panegirico del governo Monti e conclude: «La cosa che più mi ha dato fastidio è che non c'è nessun accenno al federalismo: questa è una colpa!. Penso che ormai l'Italia sia il passato e il futuro sia la Padania». Più cauto Roberto Maroni, secondo il quale «è condivisibile nell'analisi» di Napolitano per quanto riguarda ciò che è successo, ma sul resto «si è espresso dal capo del governo». «Tutti gli italiani devono essere grati al presidente Napolitano - commenta Gianfranco Fini, presidente della Camera - per aver indicato la via per un futuro migliore: essere davvero una comunità nazionale che oggi come ieri mostra nei momenti più difficili della propria storia di sapersi unire per raggiungere l'obiettivo. Sono certo che l'appello del presidente della Repubblica non cadrà nel vuoto, perchè gli italiani riconoscono il lui una guida morale».
«Forte apprezzamento» per le parole del presidente è stato espresso da Susanna Camusso, segretario generale della Cgil. Per Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei valori, il discorso del presidente è stato «sostanzialmente condivisibile». Critiche dalla sinistra. «Il discorso di Giorgio Napolitano risulta esser fatto dal presidente di una colonia franco-tedesca - dice Marco Rizzo, segretario dei comunisti italiani -. Il paradosso è che dopo aver celebrato in pompa magna i 150 anni dell'Unita d'Italia ci troviamo ad esser privati della sovranità nazionale a favore del nuovo potere del capitalismo neo-carolingio targato unione europea».
1 commento:
Roberto Carderoli, medico specializzato in chirurga maxillo-facciale (un dentista, insomma) ispira un profondo senso di nausea anche quando non parla. E' secondo solo a Umberto Bossi quanto a volgarità e indecenza.
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