giovedì 9 giugno 2011

L’ULTIMO ASSALTO A RAITRE DEI BERLUSCONES

E la Corte dei Conti apre un’istruttoria contro Minzolini per le multe Agcom

di Carlo Tecce

Ora che la tattica è finita, le squadre si affrontano con il corpo a corpo. Verbale, sia chiaro. I consiglieri di maggioranza in Cda, per un attimo compatti come un tempo, suonano la campanella: “Basta con la Raitre di sinistra, dei giornalisti contro il governo e dei soliti opinionisti”. E l'opposizione che denudava un paio di numeri abbastanza svestiti: “E parlate voi con tre reti di proprietà del presidente del Consiglio e due di fatto controllate”. Il risultato è per ora un pareggio: i palinsesti saltano un giorno e verranno (forse) approvati oggi.

La minoranza in Cda ha capito che votare un contenitore vuoto con dei programmi annunciati, e senza i contratti dei protagonisti, sarebbe una cambiale in bianco al direttore generale Lei che, ancora una volta, risponde con il silenzio all'attacco di massa dei colleghi di Pdl, Lega e Tesoro al fortino di Raitre.

Un fortino che secondo loro va ristrutturato: al suo interno con l'addio di uno (o più) fra Fabio Fazio, Giovanni Floris, Milena Gabanelli e Serena Dandini oppure va ritoccato al vertice con la cacciata del direttore Paolo Ruffini.

Molto (o tutto) è legato al coraggio di Lorenza Lei che, risolto il rapporto con Michele Santoro, pensa di fermare qui la riforma del servizio pubblico, almeno per il momento.

La logica è semplice: il dg vuole che l'addio di un conduttore sia quasi accidentale, provocato eppure non intenzionale. Ci sono, eccome, le trattative con Fazio, Floris e Gabanelli, poi vai a setacciare l'accordo spedito in bozza e ti capita di cascare in un tranello.

ANCHE FAZIO ha ricevuto la sua bozza, quel filo che lega Che tempo che fa a viale Mazzini per i prossimi tre anni. L'inventore di Quelli che calcio ha poco voglia di cambiare casa, di traslocare dal servizio pubblico in coda a 28 anni di fortunata residenza. Però, Fazio è costretto a fissare una data di non ritorno: entro sabato la stretta di mano, altrimenti arrivederci con destinazione La7. Una rete che le indiscrezioni dipingono di lotta, per il probabile arrivo di Santoro e non solo, ma che nei fatti appare più coperta a destra con la coppia Filippo Facci e Gianluigi Nuzzi. Anche se un po' allergico al tema, Augusto Minzolini è sempre una notizia. Proprio lui. Perché la Corte dei Conti laziale ha aperto un'istruttoria per le multe dell'Autorità di garanzia nelle Comunicazione al Tg1. L'Agcom ha sanzionato Minzolini per aver violato due volte la par condicio durante la campagna elettorale per le amministrative. Il Direttorissimo recidivo ha ricevuto due comode rate, la prima di 100 mila euro, la seconda di 258 mila – eguagliando il Tg4 di Emilio Fede – per il messaggio a reti unificate di Silvio Berlusconi peraltro spacciato per intervista. Soltanto che al salasso dovrebbe pensarci la Rai.

E così la Corte dei Conti ha acquisito i documenti del caso Agcom-Tg1 perché vuole accertare se il telegiornale ha causato un danno erariale a viale Mazzini, se poteva evitare la seconda infrazione poiché avvertito appena una settimana prima dall’Agcom e quindi se il Direttorissimo, responsabile , deve pagare di tasca sua. Anche il magistrato Luciano Calamaro, osservatore della Corte dei Conti in Cda, considerava la multa una ferita al patrimonio ed evidente lo zampino di Minzolini. Ma c'è materiale in quantità per i magistrati contabili per colpa del Direttorissimo: la Rai ha perso la causa con Bruno Mobrici, un volto di Unomattina sino al 2009 poi scomparso per volere di Minzolini e ancora senza incarico. Per un anno di “demansionamento”, dicono i giudici, la Rai dovrà staccare un assegno di 135 mila euro. Manca il secondo anno, ma tanto paga l'abbonato mica il Direttosissimo.


1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

LE PIU' CUPE, NERE PREVISIONI SONO STATE AMPIAMENTE SUPERATE DAI FATTI. IL COLPO DI CODA DEL BERLUSCONISMO STA PRODUCENDO EFFETTI NEFASTI SUL SISTEMA TELEVISIVO PUBBLICO, CON INCALCOLABILI DANNI ECONOMICI CHE FARANNO PAGARE ALL'UTENTE TELEVISIVO, A NOI E AGLI ALTRI.
CI STANNO SCASSANDO TUTTO, LETTERALMENTE E IN SENSO FIGURATO!