
SUPERCRITICO - «E' talmente calda da non poter nemmeno essere chiamata acqua» ha detto la Koschinsky, spiegando che si tratta di un «fluido supercritico». Con questa espressione ci si riferisce alle sostanze con una temperatura e una pressione che superano il cosiddetto punto critico, e cioè il livello oltre il quale la materia non può più essere considerata liquida. E' in sostanza a metà strada fra un gas e un liquido: più denso del vapore, ma più leggero dell'acqua allo stato liquido, appunto.
BOLLA CALDA NATURALE - Sia l'acqua dolce che quella marina sono state portate oltre il punto critico in laboratorio, ma il fenomeno non era mai stato osservato prima in natura. La teoria elaborata dal team di geologi che affianca la scienziata è che questa bolla calda sia il risultato del surriscaldamento subito dall'acqua nel viaggio che compie dopo essersi infiltrata sotto la dorsale fino ad arrivare al magma, dove pressione e temperatura elevatissime la portano a raggiunge appunto lo stato supercritico. Dopodiché, in quanto leggera, fa il percorso inverso e riemerge al di sopra del fondale, attraverso le fessure nella crosta terrestre. Secondo la Koschinsky, la scoperta darà la possibilità di capire con precisione in base a quale processo i minerali e le altre sostanze essenziali alla vita dell'ecosistema sono passate dalla profondità della Terra alle acque degli oceani.

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