sabato 30 agosto 2008

MOZART - DON GIOVANNI - SCENA DEL COMMENDATORE

3 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Anche questa musica l'ho già proposta, la ripropongo perchè, a mio giudizio, è quanto di più coinvolgente e drammatico Mozart sia riuscito a mettere in musica: il rifiuto del pentimento da parte di don Giovanni, ormai in punto di morte, chiestogli prima e poi intimatogli dal Commendatore (il padre defunto di don Giovanni) che nell'opera è il 'convitato di pietra' che aleggia e si sente presente, per poi rivelarsi alla fine dell'opera.
Spero di non avere scritto cazzate, sono un musicofilo, non un musicologo.

Unknown ha detto...

Non ti scusare, hai scritto cose verissime o quanto meno anch'io le so alla stessa maniera. Don Giovanni, un'altra faccia dell'uomo del Rinascimento se vogliamo, con una morale tutta terrena e tutta laica di fronte al mistero e alla sacralità! Prodigioso!
Carolina

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Grazie, Carolina.
Hai capito che uno dei miei più grandi crucci è quello di non avere avuto la possibilità di studiare musica, pur avendo in famiglia un nonno (che si chiamava come me), un padre ed uno zio dilettanti di musica.
Mio padre suonava il violino, mio zio la chitarra, mio nonno il violoncello ed il contrabbasso ed inoltre se li costruiva da sè gli strumenti musicali.
Non erano Stradivari o Guarnieri del Gesù, ma aveva questa abilità manuale, che io gli invidio ancora oggi.
Essendo stato pensionato anzitempo dal fascismo (era un antifascista irriducibile), si ritirò a vita privata a Buscemi, provincia di Siracusa dov'era nato, e si dedicò a tutti questi hobby (oggi si chiamano così) ieri erano 'passatempi', fra i quali anche il ciabattino (faceva e riparava scarpe), la viticultura (aveva un pezzetto di terra lì in Sicilia, a terrazzamento, l'aveva acquistata) coltivava anche un orto, poco più sotto della vigna, dove scorreva (e credo scorra tuttora) un ruscello dall'acqua limpida e fresca (andavamo d'estate a Buscemi), buona anche da bere.
Era un cacciatore pentito, era un uomo eccezzionale del quale ho un ricordo vivissimo e malinconico.