Danilo Taino
Il Corriere della Sera
14 settembre 2008
Dibattito aperto dopo le scene esplicite di «Wolke Neun» che racconta le storie di passione fra tre pensionati
BERLINO (Germania) — Quello del sesso con le rughe era un tabù che aspettava soltanto di essere infranto. E' successo in questi giorni in Germania: al cinema e — all'improvviso — in tutto il Paese. Sesso nudo e crudo, in primo piano: un triangolo che si sarebbe potuto immaginare tra trentenni in carriera e che invece esplode tra due pensionati. In un'estetica esplicita, nuova.
«L'ultima frontiera della rivoluzione sessuale», ha commentato il quotidiano Die Tageszeitung sotto il titolo obamiano «Yes, we can». «Incredibile, oltraggioso, frivolo, liberatorio e magnificamente triste », ha replicato il settimanale Die Zeit. Obiettivo naturalmente centrato: il film «Wolke Neun» (Nuvola nove), nei cinema tedeschi da una decina di giorni, non ha impressionato solo la critica ed esaltato gli intellettuali, è subito diventato un'onda destinata a scuotere una società che invecchia e cerca un linguaggio nuovo per raccontarlo.
Nei primi tre giorni, il film è stato visto da più di 58 mila persone. Nonostante il tema difficile, ha già raggiunto il sesto posto al box office, superato solo da quattro produzioni americane e dalle fatine Winx. Un successo: spettatori in piedi ad applaudire alla fine delle «prime» a Berlino e Dresda, proprio come era successo quando il film era stato presentato alla Berlinale all'inizio dell'anno. E, riaccese le luci, la gente ne discute, soprattutto le donne.
La storia messa in scena dal regista Andreas Dresen («Catastrofi d'amore», «Un'estate sul balcone») è semplice. Inge (Ursula Werner) — una nonna che ha superato i 65 anni, da 30 sposata con Werner — cuce e rammenda per integrare la pensione. Quando va a casa del settantaseienne Karl (Horst Westphal) per provargli i pantaloni appena sistemati, è il colpo di fulmine: in pochi minuti i due sono abbracciati sul tappeto, via i vestiti, una passione incontenibile. Inizia il triangolo, che però mette in crisi la donna: Inge pensava di essersi ormai lasciata alle spalle una vita sentimentale e sessuale. Il senso di colpa la porta, nonostante la figlia le consigli di non farlo, a raccontare tutto al marito Werner (Horst Rehberg). Il finale sarà drammatico.
A essere scioccante non è tanto la trama quanto il ricorso a scene di sesso esplicite, realistiche, naturali tra corpi (tutti e tre, perché Inge continua ad amare anche Werner) che non sono belli, che hanno perso la lucidità e le proporzioni della giovinezza ma non il loro fascino. E' una riscrittura estetica che va contro le regole solite del cinema. «Chi vuole vedere una coppia di anziani grassi e rugosi che fanno sesso? Semplice, chiunque finalmente voglia vedere una love story realistica, appassionata e commovente», ha scritto il quotidiano popolare Bild. A lasciare poi un segno forte nella coscienza degli spettatori è la ribellione di Inge nei confronti delle aspettative della società, che la accettava sartina grigia e curva sull'ago ma non riesce nemmeno a immaginare il suo diritto alla passione. Che lei, invece, grazie all'incontro con Karl, rivendica.
E' uno spostamento di convenzioni che — qui sta il fatto notevole — gli spettatori sposano come se lo aspettassero da tempo. Suscita nei settantenni e nelle settantenni riflessioni, e forse desideri, non diversi da quelli che sollevano Angelina Jolie o George Clooney nei quarantenni, con — in più — la rivendicazione di un diritto finora negato. La Germania, insomma, si accorge di essere pronta a mettere sul tappeto quel che fino a ieri vi ha nascosto sotto (ma è così ovunque, in Occidente). Il tasso di natalità tedesco è tra i più bassi al mondo, la vita si allunga, la società è diventa anziana: Wolke Neun raccoglie la pressione di questa realtà e apre una porta per dire che di essa non si può più non parlare, anche nei dettagli all'apparenza più scabrosi. O, meglio, che scabrosi possono sembrare ai figli delle molte Inge, dei molti Werner, dei molti Karl: finora avevano pensato alla badante polacca per i genitori, all'eredità, alle noiose visite del fine settimana; ora devono rendersi conto — per quanto ciò possa turbare — che anche la Germania con i capelli grigi è alle prese con il sesso.
Il settimanale Stern ha dedicato una copertina all'argomento e ha raccolto l'opinione di Ulrike Brandenburg, della Società per la ricerca sessuale. A suo parere «in Germania è in atto una seconda rivoluzione sessuale » — trascinata dagli anziani e, perché no, anche dal Viagra — che vuole affermare, per ogni età, il diritto al «settimo cielo» (o alla settima nuvola come si dice in tedesco: di qui il titolo). Anzi, alla «Nuvola Nove», che per Dresen è una citazione da John Lennon ma significa anche fare due passi oltre la felicità di chi è ancora giovane.
«L'ultima frontiera della rivoluzione sessuale», ha commentato il quotidiano Die Tageszeitung sotto il titolo obamiano «Yes, we can». «Incredibile, oltraggioso, frivolo, liberatorio e magnificamente triste », ha replicato il settimanale Die Zeit. Obiettivo naturalmente centrato: il film «Wolke Neun» (Nuvola nove), nei cinema tedeschi da una decina di giorni, non ha impressionato solo la critica ed esaltato gli intellettuali, è subito diventato un'onda destinata a scuotere una società che invecchia e cerca un linguaggio nuovo per raccontarlo.
Nei primi tre giorni, il film è stato visto da più di 58 mila persone. Nonostante il tema difficile, ha già raggiunto il sesto posto al box office, superato solo da quattro produzioni americane e dalle fatine Winx. Un successo: spettatori in piedi ad applaudire alla fine delle «prime» a Berlino e Dresda, proprio come era successo quando il film era stato presentato alla Berlinale all'inizio dell'anno. E, riaccese le luci, la gente ne discute, soprattutto le donne.
La storia messa in scena dal regista Andreas Dresen («Catastrofi d'amore», «Un'estate sul balcone») è semplice. Inge (Ursula Werner) — una nonna che ha superato i 65 anni, da 30 sposata con Werner — cuce e rammenda per integrare la pensione. Quando va a casa del settantaseienne Karl (Horst Westphal) per provargli i pantaloni appena sistemati, è il colpo di fulmine: in pochi minuti i due sono abbracciati sul tappeto, via i vestiti, una passione incontenibile. Inizia il triangolo, che però mette in crisi la donna: Inge pensava di essersi ormai lasciata alle spalle una vita sentimentale e sessuale. Il senso di colpa la porta, nonostante la figlia le consigli di non farlo, a raccontare tutto al marito Werner (Horst Rehberg). Il finale sarà drammatico.
A essere scioccante non è tanto la trama quanto il ricorso a scene di sesso esplicite, realistiche, naturali tra corpi (tutti e tre, perché Inge continua ad amare anche Werner) che non sono belli, che hanno perso la lucidità e le proporzioni della giovinezza ma non il loro fascino. E' una riscrittura estetica che va contro le regole solite del cinema. «Chi vuole vedere una coppia di anziani grassi e rugosi che fanno sesso? Semplice, chiunque finalmente voglia vedere una love story realistica, appassionata e commovente», ha scritto il quotidiano popolare Bild. A lasciare poi un segno forte nella coscienza degli spettatori è la ribellione di Inge nei confronti delle aspettative della società, che la accettava sartina grigia e curva sull'ago ma non riesce nemmeno a immaginare il suo diritto alla passione. Che lei, invece, grazie all'incontro con Karl, rivendica.
E' uno spostamento di convenzioni che — qui sta il fatto notevole — gli spettatori sposano come se lo aspettassero da tempo. Suscita nei settantenni e nelle settantenni riflessioni, e forse desideri, non diversi da quelli che sollevano Angelina Jolie o George Clooney nei quarantenni, con — in più — la rivendicazione di un diritto finora negato. La Germania, insomma, si accorge di essere pronta a mettere sul tappeto quel che fino a ieri vi ha nascosto sotto (ma è così ovunque, in Occidente). Il tasso di natalità tedesco è tra i più bassi al mondo, la vita si allunga, la società è diventa anziana: Wolke Neun raccoglie la pressione di questa realtà e apre una porta per dire che di essa non si può più non parlare, anche nei dettagli all'apparenza più scabrosi. O, meglio, che scabrosi possono sembrare ai figli delle molte Inge, dei molti Werner, dei molti Karl: finora avevano pensato alla badante polacca per i genitori, all'eredità, alle noiose visite del fine settimana; ora devono rendersi conto — per quanto ciò possa turbare — che anche la Germania con i capelli grigi è alle prese con il sesso.
Il settimanale Stern ha dedicato una copertina all'argomento e ha raccolto l'opinione di Ulrike Brandenburg, della Società per la ricerca sessuale. A suo parere «in Germania è in atto una seconda rivoluzione sessuale » — trascinata dagli anziani e, perché no, anche dal Viagra — che vuole affermare, per ogni età, il diritto al «settimo cielo» (o alla settima nuvola come si dice in tedesco: di qui il titolo). Anzi, alla «Nuvola Nove», che per Dresen è una citazione da John Lennon ma significa anche fare due passi oltre la felicità di chi è ancora giovane.
7 commenti:
L'HO SEMPRE DETTO IO !
«Wolke Neun»?
PERCHE' NO ??? ;-)
Madda
Mannaggia a me !
Il commento di una lettrice, eprvenutomi tramite posta elettronica: "Sarò maledettamente antiquata, ma in ogni opera d’arte io cerco il cosiddetto messaggio. In un film che tratta l’altamente improbabile ma non impossibile passione travolgente tra due vecchi io non riesco a decifrare il messaggio. O forse, ne trovo più di uno ma di scarsa rilevanza e di scadente qualità:
1°) diretto agli ottuagenari: “non disperate, l’amore travolgente può arrivare in qualsiasi momento”
2°) diretto a quegli ottuagenari che hanno abdicato, non certo per propria volontà:” siete dei potenziali cornuti, tenete d’occhio vostra moglie, o lei cercherà piaceri mai provati con qualche baldo novantenne”;
3°) a quegli uomini sotto i cinquanta che soffrono di impotenza, e ce ne sono più di quanti si creda:” i vecchi sono migliori di voi, andate a nascondervi” ...
In sostanza, un film basato su questo argomento mi sembra più pruriginoso che artistico.
Questa mania di voler rendere e mantenere tutto e tutti nella dimensione giovanile mi sembra estremamente ridicolo e perfino immorale. Non per il sesso: chi se la sente lo pratichi pure, anche tre volte al giorno, ma che resti nella sfera privata.
Mi piacerebbe che questa generazione di vecchi-adolescenti imparasse ad essere meno giovanile e dispensasse una salutare saggezza alle nuove generazioni che, quanto ad eccessi, non hanno proprio niente da imparare."
Impeccabile !
Mi piacerebbe vedere il film e poi parlarne.
Riguardo al tema trattato, non mi sento di escludere niente a priori.
Può essere un ingrediente della vita, a prescindere dall'età.
Madda
Anch'io sono curiosa di vederlo, sperando sbarchi in Italia prima o poi. Non vedo nulla di pruriginoso, nè di inadeguato. Dopo i 70 anni non si può avere forse una vita sessuale? E poi mi sembra che le implicazioni del film siano ben più profonde, non ci si limita alla sfera del sesso, anche se è quello che fa più notizia: la protagonista vive infatti una pesante crisi interiore. In ogni caso, staremo a vedere.
Io sono un over 70 e non la vedo tanta allegra, tutt'altro.
Insomma: si fa quel che si può !;-)
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