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Toni De Marchi
L'Unità
24 settembre 2008
Di usare queste registrazioni per gli ascolti seri, fatti con impianti di riproduzione che possono arrivare a costare anche molte decine di migliaia di euro, non se ne parla. Ma da qualche mese la musica - è proprio il caso di dirlo - è cambiata. Sono nati molti «negozi» on line che vendono registrazioni in formati digitali dai nomi improbabili come Aiff, Flac o Wav che sono la copia esatta, bit per bit, della registrazione originale. Anzi, persino la tanto lodata (o esecrata, il dibattito dura da vent’anni) «cd quality» sta per diventare un ricordo del passato. Senza il disco sarà possibile vendere on line registrazioni di qualità nettamente superiore: i «master recording» le registrazioni usate per produrre i dischi. A prezzi ragionevoli. Ad esempio, lo Spem in alium di Thomas Tallin della Linn Records si compera per 12 euro in mp3, 14 in qualità cd e 27 euro per lo «studio master».
A questa prima rivoluzione se ne aggiunge un’altra: per riprodurre queste registrazioni non serve più né il computer, né il lettore cd. «Ci vorrà un po’ di tempo perché la transizione si faccia - spiega Luca Gombi, di Suono e Comunicazione, un distributore di prodotti audiofili presente al TopAudio di Milano - ma è inevitabile e anche naturale. Il futuro della musica è la rete e l’hard disk» e ci mostra uno dei prodotti hardware che accompagneranno questa transizione dal disco al bit. Si chiama HDX, lo costruisce Naim (un marchio inglese, ben noto agli appassionati). Sembra un lettore di cd ma non lo è: c’è il cassetto del cd ma dietro ci sta un registratore che copia il cd è lo archivia in due hard disk. Serve per chi ha una bella raccolta di dischi da trasformare. Tutta la nuova musica probabilmente verrà dalla rete e a quel punto il cassetto del cd resterà chiuso per sempre.
Il TopAudio è la mecca degli audiofili italiani, con pellegrinaggio obbligatorio a Milano a metà settembre. «Quest’anno ci sono 150 aziende con 720 marchi - spiega Raffaella Oldani, organizzatrice del salone - e solo nel primo giorno abbiamo registrato più visitatori di quanti non fossero in totale una decina di anni fa». «La nostra mission è di far capire al pubblico che l’audio e il video non è solo quello delle scatole dei centri commerciali» aggiunge Giuseppe Fasulo, segretario dell’Apaf, l’associazione degli operatori del settore. E che qui non ci siano «le scatole», cioè il mordi e fuggi della grande distribuzione lo si vede un po’ dappertutto. Ad esempio nella sala in penombra di Audio Natali, un nome storico dell’hi-end (cioè dell’altissima qualità e prezzo di conseguenza), dove si ascolta l’incredibile suono dei nuovi diffusori elettrostatici Martin Logan, americani, che in una scatola non ci stanno tanto bene: sono alti quasi un metro e settanta e per averli bisogna sganciare più di 20mila euro. «Sono appena usciti e già hanno vinto premi dappertutto - chiosa Luca Natali a Monaco, Berlino, New York. Un successo incredibile». C’è da crederci: la gente che esce dalla saletta ha gli occhi lucidi per l’emozione.
Ma tanta gente non vuol dire per forza che il settore stia benissimo. «Di visitatori sotto i trent’anni quasi non ce n’è - commenta Giovanni Nasta, uno dei pochi produttori italiani che ha saputo imporsi sul mercato internazionale con i diffusori Opera e le elettroniche Unison Research - le facce sono sempre le stesse e quando un mercato invecchia è un brutto segno». D’altronde basta guardare dove si fermano. I vecchi giradischi con la puntina fanno ancora l’en plein dell’interesse e, nell’era del wireless, cavi che costano mille euro al metro sono l’oggetto del desiderio. Mentre non sono tantissimi quelli che fanno domande su quei prodotti che prefigurano la rivoluzione prossima ventura del discless, del senza disco. Eppure al TopAudio ce n’è un bel numero. Altre al Naim ci sono quelli dell’inglese Linn o della statunitense McIntosh e molti altri ancora. E già qualcuno propone macchine per colmare il gap tra il low-fi della musica da computer e il nuovo hi-fi discless, come un oggetto chiamato upsampler della britannica dCS, che ci mostra Federica Pozzi di Audio Graffiti. Fa una cosa molto complicata tecnicamente ma molto semplice concettualmente: trasforma file musicali di formati non proprio eccellenti in file di qualità estrema. Funziona, non funziona?
Pubblicato il: 22.09.08

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