Intanto i tempi dell'impianto slittano. A fine giugno Guido Bertolaso aveva annunciato che i primi conferimenti di spazzatura nella discarica non si sarebbero avuti prima di novanta giorni, ovvero in questo periodo. Ora si parla di "non oltre due mesi da adesso" per il primo camion e "non oltre quattro mesi" perché l'impianto sia a regime. Ciò non toglie che il quartiere resti in rivolta. Rivendicando come "parte della nostra comunità" anche quella trentina di manifestanti equipaggiati di caschi che hanno dato il via agli scontri di sabato sera e sui quali la Digos sta completando le identificazioni per procedere alle denunce. E caschi e petardi di cartone potrebbero essere la coreografia da portare in piazza domani davanti al premier. C'è anche un partito, l'Italia dei Valori, che ormai fiancheggia la protesta: un suo deputato Franco Barbato, è costantemente in piazza con i comitati, un documento del partito afferma che "il numero di discariche e termovalorizzatori previsto nel piano del governo appare totalmente sovradimensionato", Antonio Di Pietro continua a denunciare che l'emergenza rifiuti, fuori dal centro di Napoli, non è affatto terminata. Il tutto mentre il sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino, dopo aver ottenuto 60 milioni di opere nell'area, specie per il Parco dei Camaldoli, tenta di sdrammatizzare: "Le reazioni dei cittadini sono dovute a paure per qualcosa che non deve far paura".
Intanto in Alta Irpinia si riaccendono gli animi, nell'area del Formicoso, per la prevista discarica da circa 2 milioni di tonnellate. Un impianto già oggetto di numerose proteste, fra cui una manifestazione-concerto ad agosto con Vinicio Capossela. Ieri mattina l'esercito si è presentato all'alba, ha preso possesso del sito e lo ha recintato con filo spinato per dare il via ai carotaggi sui suoli. I cittadini del Comune più vicino, Andretta, si sono recati davanti al sito, dove sono stati raggiunti da sindaci e esponenti di un'altra decina di Comuni della zona. "Perché questa accelerazione? - lamentava il sindaco di Andretta Angelantonio Caruso - Siamo stati presi in giro, continueremo a combattere". La lotta potrebbe assumere varie forme: già si parla di una lettera a Giorgio Napolitano e di una discesa dei sindaci a Napoli, domani, per presentarsi in catene a Berlusconi. E giovedì Provincia e Comuni hanno indetto uno sciopero generale.
3 commenti:
Che cattivoni questi napoletani, stanno tirando fuori la 'monnezza' da dove Silvio l'aveva nascosta !
Ciao.
Mi sto rendendo conto che siamo sempre più un paese di paradossi.
L'Irpinia, per esempio, è una delle zone all'avanguardia in Italia per la produzione di energia eolica con centinaia di pale in funzione e allo stesso tempo è da anni l'immondezzaio della campania e non.
Credo la rivolta sia montata stavolta, non tanto per andare contro al Berlusca, quanto perchè la gente è stufa dell'ennesima presa in giro. Che venga da destra o sinistra.
Abbandonati dalla centristi di DeMita prima e dalla sinistra di Bassolino & Co poi, la gente sta ora perndendo coscienza dei problemi e cerca di risolverli a modo proprio.
Saluti.
Ciao Marco.
Ovviamente, il mio commento era provocatorio.
L'analisi corretta è quella che hai fatto tu.
Si dovrebbe estendere questo sentimento a tutto il territorio nazionale, ma dubito fortemente.
Purtroppo.
Adesso che la Camera U.S.A. ha bocciato il piano Bush per salvare la finanza statunitense delle banche e delle assicurazioni (avventate) sui mutui 'sub-prime', se non ci ripensano oggi, si abbatterà sull'economia mondiale un terremoto finaziario di proporzioni colossali e catastrofiche.
Anche noi italiani ce ne accorgeremo.
Allora, forse, diremo a tutta la classe politica, eccetto una, ciò che ha detto la portavoce della Camera U.S.A., Nancy Pelosi:"la festa è finita" e si comincerà a fare sul serio.
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