sabato 6 settembre 2008

S. Nycola de Schola Graeca

Luigi Morsello

La città di Eboli, ormai e con profondo rammarico di chi scrive, non eccelle quasi La città di Eboli, ormai e con profondo rammarico di chi scrive, non eccelle quasi più in niente, dall’architettura al governo della città, dal tessuto sociale alla viabilità, dal rispetto delle regole (che sono placidamente ignorate) alla solidarietà sociale.

Tutto è in rovina e Eboli è in sedicesimo lo specchio della società in generale, italiana e non, del c.d. “mondo civile occidentale”.

La confusione è dilagante, le famiglie non esistono quasi più, madri e padri di studenti di ambo i sessi ignoranti e svogliati, anziché adottare i severi provvedimenti del caso, aggrediscono i professori (recente è il caso di un presidente di commissione a Battipaglia, di esami di stato presso un istituto superiore parificato, che, illudendosi di poter almeno lì esercitare il proprio mestiere, ha dovuto abbandonare per gravi minacce di morte).

Il tutto nella indifferenza delle istituzioni, anch’esse ridotte al lumicino a causa di una classe politica che è il prodotto della società che contribuisce a produrre, in una spirale inarrestabile di regressione degli istituti fondamentali della democrazia, in cui anche il Capo dello Stato sembra smarrito.
Trovare, meglio scoprire delle eccellenze, ogni volta produce un senso di stupore, che occorre saper cogliere e godere, coltivare ed irrobustire.

Questa volta la scoperta è stata del tutto imprevista: il coro polifonico-lirico, che si è esibito in piazza della Repubblica, in occasione di una manifestazione nella quale l’unica gemma incastonata (ed imprevista) è stata proprio l’esibizione di questo coro, esibizione del tutto fortunosa, non prevista dal programma (scadente) della serata, nel quale l‘inserimento è avvenuto all’ultimo momento ed anche con una pesante limitazione di tempo.

È stata una esibizione splendida, sentita, partecipata dai componenti del corso, seguita abbastanza dalle poche persone veramente interessate, disturbata da una miriade di gente scollacciata, che si alzava, andava e veniva quasi senza interruzioni, con bambini vocianti e genitori indifferenti.

Erano venuti per le solite porcheriole locali (una esibizione di danza, che è stata definita “farsi rubare i soldi”, riferita a quei genitori che pagavano fior di quattrini per lezioni di danza per i costumi e quant’altro).

La presenza del Coro, pur inserita nel cartellone, era imprevista.

Nonostante tutte le turbolenze descritte, l’esibizione del Coro è stata coinvolgente, trascinante, meritevole di accoglimento nel cinema-teatro della città, chiamato “Cinema Italia”, di recente ristrutturato con la realizzazione di una doppia sala, di cui la prima anche con palcoscenico, altro che una pubblica piazza, rumorosa e acusticamente inadatta senza potente amplificazione e casse acustiche al limite dei 200 decibel.

Un bel lavoro, apprezzabile e però molto poco frequentato, a quanto mi dice la “vox populi”.

È tempo di dare qualche informazione.

La data di nascita del Coro è il 1995, sono undici anni di attività iniziati nella chiesa di S. Nicola, che ospitava i coristi dell’epoca, diretti dal
maestro Mario Lamanna.

Già all’epoca il repertorio era incentrato sulla musica lirico-sinfonica, rapidamente integrata dalla canzone napoletana antica.

Naturalmente, l’attività del coro non è stata fine a sé stessa, i coristi non soddisfacevano solo un loro personale piacere che si esprimeva nel canto.

È ovvio, desideravano esibirsi e lo hanno fatto esibendosi a Pompei, Salerno, S. Giovanni Rotondo, Pietralcina, Napoli, Pignola (un prezioso comune in provincia di Potenza).

Il ‘cursus honorum” del Coro poi ci dice che è stato ospite degli studi televisivi di Rai 3, Canale 21 (una emittente televisiva napoletana che trasmette dal 1976 ed è un autorevole punto di riferimento nel variegato e sempre più affollato panorama delle emittenti libere partenopee, proponendo trasmissioni sempre all'avanguardia, sia nel campo dell'intrattenimento che in quello dell'informazione. È stata anche una delle prime emittenti televisive ad aver esteso gli orari di trasmissione all'intera fascia delle ventiquattr'ore).

Non poteva mancare, dopo essersi esibiti in tante cattedrali, l’emittente televisiva salernitana Telediocesi, nata nel 1987 per iniziativa della diocesi di Salerno.

Il clou il Coro l’ha registrato quando ha cantato alla presenza del Santo Padre.

Poteva mai mancare un assaggio della realtà del carcere ?

No, non poteva mancare ma, rassicuratevi, sono finiti in carcere sì, ma per cantare, non perché si era scoperto che dietro il Coro si nasconde una associazione a delinquere.

Naturalmente, scherzo, sono tutte persone per bene, donne ed uomini, sono entrati in carcere per cantare, a Napoli Poggioreale (antica prigione che prende il proprio nome dal quartiere in cui fu costruita, tristemente noto come carcere irriformabile, considerato, non a torto, scuola di violenza e di oppressione) e presso la Casa Circondariale di Eboli, nell’ex castello dei principi Colonna.

Sicuramente meritorio l’accesso a Poggioreale, del quale occorre dare qualche notizia, per far comprendere l’imponenza della struttura [oltre 2500 detenuti su una capienza di mille posti, i padiglioni con i nomi di città (Milano, Palermo, Genova, Avellino, Napoli) per uno strano senso della geografia della pena, più di mille agenti, nove educatori, un via vai continuo di parenti, auto della polizia, magistrati, avvocati. Il carcere più grande della Campania, costruito all’inizio del ‘900, impassibile resiste al tempo. Non lo hanno scalfito le rivolte degli anni ’70, la camorra, il terremoto, le lotte del movimento. È anche accaduto che un ministro inorridito dopo una visita ne invocasse la chiusura, ma Poggioreale è lì, il ministro è già passato].

Ci vuole un bel coraggio ad entrare lì, ma i nostri cantori l’hanno fatto.

Di ben altro segno l’ingresso alla Casa Circondariale di Eboli, impropriamente definito solo con l’acronimo ICAT (Istituto a Custodia Attenuata), in quanto una simile tipologia non esiste nell’ordinamento penitenziario.

Ho letto anche che i detenuti ospiti del carcere ebolitano sono stati definiti “ragazzi”: non sono ragazzi, sono adulti tossicodipendenti che sono assegnati a questo istituto nella parte finale della carcerazione per essere scarcerati con, si spera, adeguata preparazione a fronteggiare la vita ed i loro pregressi problemi di droga.

Nell’A.D. 2004 la direzione del Coro è passata all'arch. Loredana Panico.

Chi è Loredana Panico ?

È una brillante musicista, che viene così descritta: “Il direttore del coro, M° Loredana Panico, sin da piccola si è dedicata allo studio del pianoforte e, dopo aver conseguito la laurea in Architettura, si è diplomata in pianoforte presso il Conservatorio “S. Pietro a Majella” di Napoli. Prediligendo da sempre la musica di insieme, ha fatto parte di varie compagini strumentali e, attraverso la partecipazione a seminari con grandi maestri del panorama internazionale corale (Avon Stuart, Oscar Escalada, Ranzie Mensah, i Vocalica) ha esteso sempre più la sua competenza nella direzione corale tanto che oggi è direttore di quattro diverse formazioni corali: la Corale S. Cecilia di Battipaglia(che dirige dal 1988), il coro S. Nikola de Schola Graeca di Eboli , il coro parrocchiale S. Gregorio VII di Battipaglia e il coro gospel “Avon Stuart Spiritual Singers”.”(MyspaceMusic).

Sotto la sua direzione il Coro ha fatto un salto di qualità clamoroso:
Pagliacci di Ruggero Leoncavallo !

L’interpretazione di questa magnifica opera lirica di Leoncavallo, napoletano (1857-1919) è stata il momento clou della manifestazione ebolitana “Vissi d’arte” nell’estate del 2006, concorso lirico che nell’anno 2007 è stato organizzato per l’undicesima ed ultima volta.

Quest’anno non se n’è saputo nulla.

Ma in precedenza c’erano state esibizioni prestigiose: la cattedrale S. Maria degli Angeli in Assisi, con le messa cantata nel 2006 e nel 2006 S. Giovanni Rotondo, uno dei più celebri luoghi di culto dovuti al frate Padre Pio da Pietralcina, santificato da papa Giovanni Paolo II il 16 giugno 2002, in piazza S. Pietro in Roma.

La composizione del coro:
otto soprani, dodici contralto, se tenori, otto bassi fra i quali il mio amico e coinquilino Mario Tortora, al cui interessamento è dovuto questo mio contributo.

Il futuro prossimo prevede un viaggio a Loreto per domenica prossima 7 settembre 2008, per esibirsi in quella cattedrale.

I miei migliori auguri.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Avrei voluto dire di più, ma non sono riuscito ad ottenere una sufficiente attenzione.