martedì 7 ottobre 2008

Caccia al premio più grande di sempre


Palo Poletti
La Stampa
7 ottobre 2008

Sono 73,5 milioni quelli che aspettano, oggi, il possibile vincitore del 6 al Superenalotto. Una montagna di soldi, e un record: il più alto montepremi mai registrato in Italia, frutto del jackpot che si accumula dal 26 aprile, data dell’ultima vincita. Che - neanche a farlo apposta - capita in un periodo di crisi nera e scatena la febbre del gioco, le due abusate immagini che da sempre accompagnano le lotterie. Abusate ma vere: quando tutto gira male sono molti quelli che affidano sogni e speranze a un tagliando da pochi euro.

È successo anche sabato scorso. Il numero di colonne giocate (40 milioni di combinazioni) è il doppio di un normale turno infrasettimanale. Roma e Milano guidano la corsa al jackpot, col 9,9% e l’8,9% delle giocate. Solo in due occasioni, da quando nel ‘97 nacque il Superenalotto, il premio per i sei punti ha superato i 70 milioni.

Il 4 maggio 2005 a Milano, in un bar di periferia, dieci operai giocarono un sistema da 126 euro che fruttò 71,7 milioni, il record ora destinato a essere battuto. Il 19 maggio 2007 a Savignano sul Rubicone, in Romagna, il 6 pagò 71,4 milioni a un solitario giocatore. Finora i 6 e i 5+ hanno dispensato tre miliardi di euro.

L’anno d’oro fu il 2007 ma la svolta, quella che segnò l’ingresso del 6 nei sogni ricorrenti degli italiani, ha una data e un luogo: 31 ottobre 1998, Peschici, provincia di Foggia. Il primo grande colpo, centrare una possibilità su 623 milioni. Nelle tasche di cento allibiti scommettitori (avevano giocato un modesto sistemone) entrarono 63.329.539.100 lire, quasi 33 milioni di euro. Apertura dei tg, titoloni sui giornali, dibattito sull’etica delle megavincite. E partì la caccia al 6. Dieci anni dopo la cagnotta - o jackpot, come viene chiamata nell’era dell’inglese dominante - è raddoppiata. E nessuno si pone più questioni morali.

LE SCOMMESSE
La tassa sulla speranza
C’è la crisi. E quindi si spende come non mai per giochi e scommesse. Non è un paradosso: la chiamano «tassa sulla speranza». Un fenomeno ben noto in sociologia. E così sarà un 2008 da record. Si veleggia verso i 47 miliardi di euro di raccolta complessiva tra Gratta & Vinci, Lotto, Supernalotto, scommesse sportive, Totocalcio e Totogol (queste ultime, però, in crisi), bingo, sale ippiche, new slot, eccetera. Ci si attende un balzo del 12% in più. Ma a fine anno, considerando il clima plumbeo che ci circonda, l’incremento potrebbe essere ancor più consistente. E lo Stato ringrazia: potrebbero essere 8 i miliardi incassati da Giulio Tremonti.