lunedì 27 ottobre 2008

"Censurate quello spot"ma non solo per il sesso



di GABRIELE DI MATTEO
LA REPUBBLICA

Purtroppo sono gli spot più divertenti quelli più colpiti dalla censura" gridò il guru francese Jacques Seguelà: la Independent Television Commission aveva appena chiesto il blocco, sulle tv inglesi, per lo spot di un'auto guidata dalla top model Claudia Schiffer che si liberava di reggiseno e slip, buttandoli dal finestrino. Zac! Passa qualche anno e il censore torna in azione tagliando la battuta di Rocco Siffredi, che in vestaglia diceva: "di patatine ne ho viste tante...".

E ancora sulla pubblicità dell'iPhone che promette un cellulare "completo" mentre per leggere alcuni filmati bisogna procurarsi, a parte, dei programmi tipo Flash e Java. Zac! Tagliato dalla severissima ASA inglese (Advertising Standard Authority).

Episodi sporadici? Mica tanto: ma da qualche tempo la censura torna a colpire duramente. Per i motivi più vari: per un uso sessista del corpo femminile, in molti casi. Ma anche per questioni di concorrenza, tariffe, per un messaggio ingannevole.

Per rilanciare l'immagine della Valle D'Aosta l'agenzia di pubblicità Saatchi & Saatchi cercato una svolta rapper con una serie di annunci dal titolo "PimpMyValley" e la nascita di un sito in cui rapper e ballerine fanno il loro show per attirare il turismo sulle piste da sci. L'assessore al turismo, vedendo i provini, esterefatto, ha bloccato tutto.

L'attrice di origini cubane Eva Mendes avvolta dalla seta e da un profumo che la seduce in maniera suadente è invece scomparsa dalle tv americane. Troppo espliciti i sospiri dell'attrice, lo spot è andato in linea purgato. "Torniamo alla normalità, noi trasportiamo famiglie e bambini" hanno invece detto i responsabili dei trasporti di Philadelphia facendo sparire un poster che attraverso due sagome a fumetto lanciava un nuovo serial di natura soft-porno.


Sempre negli Usa, a Manhattan, da qualche tempo gira per le strade un buffo camion che trasporta un lungo missile con su la scritta "W Viagra!". La società che produce la pasticca azzurra ha chiesto al giudice di bloccare l'iniziativa perché lesiva dell'immagine clinica del prodotto. "Ma come?" si è stupito Arye Sach, tipo bizzarro che presiede la fondazione http://www. jetangel.com specializzata in pubblicità dinamica "vi sto solo facendo una gran bella reclame".

A Newcastle una bella mattina è arrivato qualcuno che con colla e carta ha oscurato una serie di poster che pubblicizzavano uno spray nasale che rendeva mandrilli tutti gli impiegati della City.

Alla fine la censura è (quasi) sempre una questione di sesso. Anche i pubblicitari dovrebbero cercare altre strade. Lo ha denunciato recentemente anche Liz Jones, fashion editor del Daily Mail.

O forse fanno solo quello che chiede il mercato.
(27 ottobre 2008)

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