martedì 7 ottobre 2008

Come sconfiggere i mali quotidiani


ELENA DUSI
LA REPUBBLICA
7 OTTOBRE 2008

ROMA - Se "le ragioni del dolore" sono sempre sfuggite a teologi e filosofi, c'era da aspettarsi che anche i medici avrebbero avuto vita dura. Per spiegare un male che non è considerato malattia e una sofferenza che percorre vie indecifrabili, il convegno europeo sul dolore cronico che si è appena chiuso a Pavia, organizzato dall'Istituto scientifico San Matteo, ha chiesto aiuto anche a filosofi, attori di teatro e brani letterari. "Le terapie contro il dolore esistono e rispetto a venti anni fa sono molto più efficaci. Ridurre la sofferenza evitabile deve diventare un punto di civiltà e una pretesa legittima di tutti i cittadini" ha detto Salvatore Veca, filosofo e vicepresidente dell'Istituto universitario di studi superiori a Pavia.

Spesso, per spiegare come mai l'Italia si trovi all'ultimo posto in Europa per uso di farmaci analgesici derivati dall'oppio, si ricorre all'idea che ribellarsi al dolore sia inutile quanto cercare di sfuggire a una sorte imposta dall'alto. "La lotta al dolore è un problema culturale, non solo medico" ripete sempre Giustino Varrassi, presidente dell'Associazione italiana per lo studio del dolore e professore di Anestesia all'università dell'Aquila. Il giro d'orizzonte di Pavia sulle nuove armi per combattere il dolore ha toccato farmaci, tecniche per visualizzare i nervi che fungono da canali della sofferenza e metodi di somministrazione degli analgesici. "Parliamo sempre degli effetti collaterali degli oppioidi - spiega Massimo Allegri, che al San Matteo dirige il servizio di anestesia e terapia del dolore - ma oggi abbiamo delle tecniche che ci permettono di iniettare gradualmente e con continuità i farmaci a livello del midollo spinale. Tanto è efficace questo metodo, che possiamo permetterci di ridurre le dosi anche di trecento volte".

Di fronte alle sofferenze apparentemente intrattabili (uno studio europeo del 2006 ha dimostrato che un paziente con il dolore cronico non si libera del suo problema se non dopo una media di 7 anni) un apparecchio vecchio ma insostituibile come l'ecografo sta vivendo una seconda giovinezza. Considerata come la vecchia 500 della zia di fronte alle Ferrari più moderne, l'ecografia riesce a individuare il nervo che sta trasmettendo al cervello il messaggio del dolore.

"Somministrare un'anestesia o bloccare per sempre il nervo "incriminato" è diventato più semplice. Qualche giorno fa mi sono trovato di fronte a un paziente con una forma di dolore insensibile ai farmaci. In passato l'unica soluzione sarebbe stata andare in sala operatoria e procedere a tentoni fino a individuare il nervo che trasmette lo stimolo. Poi, sempre procedendo un po' a naso, l'avremmo "messo a tacere" con un'operazione che si chiama termolesione. L'altro giorno siamo andati al letto di questo paziente con l'ecografo che trasmetteva l'immagine del bersaglio e in pochi minuti abbiamo addormentato il nervo per sempre" racconta Allegri.

"Ingannare" il cervello e indurlo a ignorare la sofferenza è un'altra strada usata per combattere il dolore cronico. "Se siamo euforici per aver segnato un gol possiamo anche non accorgerci che nell'azione ci siamo fatti male. Esistono delle situazioni psicologiche in cui la soglia del dolore diventa molto più alta del normale e ora abbiamo trovato dei farmaci e dei metodi che ci permettono di simulare questa condizione senza bisogno di scendere su un campo di calcio" spiega Varrasasi. E anche se effettivamente esistono forme di dolore molto difficili da scacciare, "non dovrebbe mai accadere, come mi è capitato - racconta Allegri - che un paziente entri nella mia stanza dicendo: "Il medico mi ha detto che non c'è nulla da fare". Le strade per combattere la sofferenza sono così tante che un tentativo può sempre essere fatto". Perché il dolore, fa notare Veca, è un'esperienza più che una malattia. "Ed è proprio in questo campo della medicina che a essere curato deve essere l'uomo, e non semplicemente la patologia".

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sarà, ma meglio non sperimentarlo personalmente !