giovedì 16 ottobre 2008

Fax di Sandokan contro Saviano. "Questo signore la deve smettere"



LA REPUBBLICA


NAPOLI - Il leader dei Casalesi, Francesco 'Sandokan' Schiavone, detenuto nel carcere di Opera in regime di 41 bis, avrebbe inviato un fax al suo avvocato in cui, senza mai nominarlo, prende di mira Roberto Saviano.

"Questo grande romanziere - avrebbe scritto il camorrista - che fa il portavoce di chissà chi deve smettere di fare illazioni calunniose false su di me non solo in conferenza stampa, ma poi riportate sul giornale Repubblica che lo leggono milioni di persone, accostandomi a signori che non ho mai conosciuto".

La notizia è stata rivelata nel corso della registrazione di Matrix in cui è presente lo stesso scrittore e torna ad alimentare i timori per la vita dello scrittore dopo che le dichiarazioni del pentito Carmine Schiavane sembravano poter ridimesionare l'allarme.

Interrogato oggi dal procuratore aggiunto di Napoli Franco Roberti e dal pm della Dda Antonio Ardituro, Carmine Schiavone aveva affermato di non aver mai parlato né di essere a conoscenza di un piano del clan dei Casalesi per attentare alla vita di Saviano. Il collaboratore di giustizia, secondo una relazione di servizio fatta da addetti alla sicurezza e poi trasmessa alla Dda di Napoli, sarebbe l'autore della segnalazione del progetto di attentato ai danni di Saviano emerso in questi giorni. La procura di Napoli prosegue le indagini per accertare le modalità della diffusione della segnalazione.

Inteprellato sulle affermazioni del collaboratore di giuistizia, Saviano ha mostrato di dargli poco credito. "Difficilmente un pentito ammette di avere ancora rapporti con i clan", ha detto lo scrittore in collegamento con il Tg5 dagli studi di Matrix, lascendo capire che nel caso non saranno certo queste dichiarazioni a fargli rivedere il proposito di lasciare l'Italia. "Io continuerò a lavorare e a scrivere sempre senza tirarmi indietro" ribadisce l'autore di Gomorra citando poi una frase di von Klausevitz: "Quando mi togli tutto, mi lasci la cosa più pericolosa, la rabbia". Che i Casalesi gli abbiano tolto tutto, però, lo conferma lo stesso Saviano. "In qualche modo, lo hanno fatto - dice - ma è rimasta la rabbia che mi fa dire 'continuero' a scrivere. Sto pensando di andare via, via per riuscire ancora a rotolarmi nella realtà e lavorare sporcandomi. Mi occuperò ancora di loro ma sul piano internazionale".

(15 ottobre 2008)

Napolitano e il premier a Repubblica

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e il premier Silvio Berlusconi hanno scritto al direttore di Repubblica due lettere sulla vicenda di Roberto Saviano



GIORGIO NAPOLITANO. Caro direttore, le minacce a Roberto Saviano, da parte del più feroce clan camorristico, sono una sfida non solo alla cultura ma alla coscienza civile del paese. Lo Stato deve fare la sua parte come garante della sicurezza e della legalità. Ma tutti devono comprendere che sono in giuoco valori basilari di libertà e di dignità nazionale, che è in giuoco il prestigio dell'Italia democratica in Europa. Roberto Saviano è stato costretto a una vita dura, a una vita assurda: bisogna fargli sentire che non è solo.



SILVIO BERLUSCONI. Egregio direttore, vorrei rincuorare Roberto Saviano e dirgli di tenere duro, di non cedere alle minacce della camorra. Abbiamo ripulito Napoli e la Campania dai rifiuti; intendiamo agire con la stessa determinazione per liberare l'intero Mezzogiorno dalla camorra e dalla criminalità organizzata. Ai giovani talenti come Saviano dobbiamo tutti una civile gratitudine: ma il Governo gli deve qualcosa di più. Deve garantirgli il diritto a non avere paura, la tutela più completa della sua incolumità. E su questo prendiamo assoluto impegno.


(16 ottobre 2008)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Una domanda piccola piccola: come ha fatto Sandokan ad inviare il fax al suo avvocato ?
Tramite le poste ?
Credo di si, si può fare, diretto al suo avvocato non si può bloccare per inviarlo al P.M.
Non so dire, Saviano mi fa un effetto strano, non riesco a capire se avesse valutato o meno con esattezza quanto rischiava.
Certo è che adesso lo ha capito in tutta la sua drammaticità e nei suoi esatti contorni, specie dopo che Maroni ha detto che lui Saviano non è IL SIMBOLO della lotta alla camorra dei Casalesi, ma uno dei simboli: incredibile.
Adesso Saviano dovrebbe veramente prendere in seria e rapida considerazione di uscire dal circuito mediatico, via e fuori dall'Italia, anche se credo che anche così non sarebbe certamente e definitivamente al sicuro, ma ci deve almeno provare.