IL CORRIERE DELLA SERA
Minerali della pietra preziosa trovati in abbondanza in un canyon nell'equatore del pianeta
ROMA - L’opale, una delle gemme più raffinate e seducenti, è stata trovata in abbondanza nei terreni, oggi apparentante aridi, di Marte. La notizia sarebbe solo una curiosità se non avesse un più profondo significato geologico: la conferma che un ambiente ricco di acqua caratterizzò la storia del pianeta nostro vicino di casa per un periodo più lungo di quanto finora stimato. Motivo di più per sperare che Marte aveva le carte in regola per l’insorgere e il diffondersi della vita. La scintillante scoperta, alla lettera, è stata fatta da lontano: dall’alto di un’orbita marziana attorno a cui ruota Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), una navicella spaziale americana dotata di uno strumento chiamato spettrometro che è in grado di riconoscere la composizione dei minerali sparsi nei terreni analizzando la loro luce riflessa. L’opale è stata localizzata in diverse aree di quell’immenso canyon chiamato Valles Marineris che si snoda in corrispondenza dell’equatore marziano.
FIUMI - La scoperta costituirebbe una prova indiretta che un tempo quelle zone, formate da rocce di natura vulcanica, erano percorse da fiumi d’acqua che ristagnarono a lungo, dando così la possibilità alle rocce ignee di idratarsi, formando minerali come l’opale. «Per noi si tratta di una scoperta eccitante perché estende il tempo di presenza di abbondante acqua sul pianeta di un miliardo di anni, in un luogo di Marte che poteva essere adatto a sostenere la vita, almeno a livello elementare», riferisce con soddisfazione Scott Murchie, fisico della John Hopkins University del Maryland e responsabile della missione MRO. I risultati della scoperta, annuncia lo scienziato, saranno pubblicato sul numero di novembre della rivista scientifica internazionale «Geology». Ora i cacciatori di vita marziana hanno un indizio in più per programmare esplorazioni automatiche per mezzo di robot nelle zone in cui si evidenziano i giacimenti di opale, nella speranza di trovare almeno i resti fossili di organismi elementari vissuti nell’infanzia del pianeta, prima che la maggior parte dell’acqua evaporasse misteriosamente, riducendo Marte a un mondo arido e freddo. Costituita da una miscela di silicati e di acqua, l’opale, è caratteristica per il suo aspetto lattiginoso, arricchito da striature variopinte. Gli storici inglesi dicono che fosse la gemma preferita dalla Regina Vittoria, che ne indossava sempre una, o pendente al collo, o incastonata su spille e anelli. Peccato che gli organismi marziani non si siano evoluti a tal punto da poter utilizzare quella che c’è in abbondanza nel loro sfortunato pianeta!
Franco Foresta Martin
29 ottobre 2008
ROMA - L’opale, una delle gemme più raffinate e seducenti, è stata trovata in abbondanza nei terreni, oggi apparentante aridi, di Marte. La notizia sarebbe solo una curiosità se non avesse un più profondo significato geologico: la conferma che un ambiente ricco di acqua caratterizzò la storia del pianeta nostro vicino di casa per un periodo più lungo di quanto finora stimato. Motivo di più per sperare che Marte aveva le carte in regola per l’insorgere e il diffondersi della vita. La scintillante scoperta, alla lettera, è stata fatta da lontano: dall’alto di un’orbita marziana attorno a cui ruota Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), una navicella spaziale americana dotata di uno strumento chiamato spettrometro che è in grado di riconoscere la composizione dei minerali sparsi nei terreni analizzando la loro luce riflessa. L’opale è stata localizzata in diverse aree di quell’immenso canyon chiamato Valles Marineris che si snoda in corrispondenza dell’equatore marziano.
FIUMI - La scoperta costituirebbe una prova indiretta che un tempo quelle zone, formate da rocce di natura vulcanica, erano percorse da fiumi d’acqua che ristagnarono a lungo, dando così la possibilità alle rocce ignee di idratarsi, formando minerali come l’opale. «Per noi si tratta di una scoperta eccitante perché estende il tempo di presenza di abbondante acqua sul pianeta di un miliardo di anni, in un luogo di Marte che poteva essere adatto a sostenere la vita, almeno a livello elementare», riferisce con soddisfazione Scott Murchie, fisico della John Hopkins University del Maryland e responsabile della missione MRO. I risultati della scoperta, annuncia lo scienziato, saranno pubblicato sul numero di novembre della rivista scientifica internazionale «Geology». Ora i cacciatori di vita marziana hanno un indizio in più per programmare esplorazioni automatiche per mezzo di robot nelle zone in cui si evidenziano i giacimenti di opale, nella speranza di trovare almeno i resti fossili di organismi elementari vissuti nell’infanzia del pianeta, prima che la maggior parte dell’acqua evaporasse misteriosamente, riducendo Marte a un mondo arido e freddo. Costituita da una miscela di silicati e di acqua, l’opale, è caratteristica per il suo aspetto lattiginoso, arricchito da striature variopinte. Gli storici inglesi dicono che fosse la gemma preferita dalla Regina Vittoria, che ne indossava sempre una, o pendente al collo, o incastonata su spille e anelli. Peccato che gli organismi marziani non si siano evoluti a tal punto da poter utilizzare quella che c’è in abbondanza nel loro sfortunato pianeta!
Franco Foresta Martin
29 ottobre 2008
Nessun commento:
Posta un commento