martedì 28 ottobre 2008

Governo-opposizione, è ancora scontro



LA STAMPA
28 OTTOBRE 2008

«La realtà è diversa dalle rappresentazioni di comodo» e i dati del test amministrativo in Alto Adige «confermano quanto sia aperta nel Paese la sfida tra il riformismo e la destra al governo». Firmato, Walter Veltroni. Voler imporre per le Europee una riforma elettorale «chiaramente piegata agli interessi di una parte che non rappresenta la maggioranza assoluta degli italiani e che, quindi, non può disporre di regole che dovrebbero essere condivise, è un atteggiamento molto grave e gravemente antidemocratico». Firmato, Massimo D’Alema. Sono i due telegrammi indirizzati oggi dal Pd alla maggioranza, che confermano quanto la kermesse di sabato scorso, gli strali di Berlusconi che l’hanno accolta e le annesse reazioni, sembra proprio aver avuto come risultato più immediato l’ulteriore irrigidimento del rapporto Pdl-Pd. «I risultati delle elezioni provinciali in Alto Adige sono chiari e importanti», sottolinea il leader Democratico. «Si registra un forte calo del Pdl e una forte crescita del centrosinistra. E questo, dopo i sondaggi che danno il governo in perdita di 18 punti nel gradimento degli italiani e dopo la manifestazione del 25 ottobre, vuol dire ancora una volta - ribadisce - che i dati della realtà smentiscono le dichiarazioni roboanti e la propaganda di chi è al governo».

Anche D’Alema considera la reazione di Berlusconi come «estremamente negativa, inutilmente aggressiva e conferma il fatto che il presidente del Consiglio non intende promuovere il confronto tra maggioranza e opposizione, quanto mai utile e necessario al Paese in questo momento di crisi grave». E sì che non erano poche nè di poco conto le voci che, nella maggioranza, tentavano di rompere la consegna a minimizzare scattata insieme alla guerra dei numeri sulle presenze al Circo Massimo. Un ministro, Stefania Prestigiacomo, riconosceva per esempio, mescolando critiche e inviti a guardare al futuro, che «la manifestazione è stata la legittimazione di una leadership pesantemente minacciata al suo interno. E se la crisi del dialogo è stata causata anche dalla poca chiarezza su chi fosse l’interlocutore nel Pd, oggi questo problema sembrerebbe superato». Articolato anche il giudizio di Ignazio La Russa: «Tutte le manifestazioni hanno un effetto politico, e io non credo che ci si possa scandalizzare per una manifestazione».

E allora il ministro della Difesa, che è anche il reggente di An, pronostica «un periodo di minore litigiosità dei leader della sinistra e un tentativo di fare opposizione più unificata». Proprio quello che si può leggere nelle parole del numero due Pd, Dario Franceschini, quando anticipa che alle Europee il Pd correrà ancora da solo «ma nelle nostre liste potremmo dare spazio a esponenti diversi della cultura riformista, da quella ambientalista a quella socialista».

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Mi sa che fanno il gioco delle tre carte e a perdere siamo sempre noi.