venerdì 31 ottobre 2008

L'allarme dell'opposizione: torna la norma salva-manager



LA STAMPA
31 OTTOBRE 2008
Pd, Idv e Ud: il provvedimento sparito dal decreto Alitalia è nel ddl su gestione crisi nelle aziende

ROMA
L’opposizione lancia l’allarme: la norma salva manager sparita dal decreto Alitalia, dopo le prese di distanza del ministro Tremonti, torna in modo ancora più deflagrante in un altro provvedimento, questa volta presentato alla Camera - sottolineano - dallo stesso Governo. Per questo motivo alcuni senatori - Idv, Udc e Pd - chiedono, con una mozione, presentata oggi a Palazzo Madama, al ministro dell’economia Tremonti di riferire urgentemente in Parlamento.

Il disegno di legge in questione è il ddl di "Delega al Governo per il riordino della legislazione in materia di gestione delle crisi aziendali" proposto dal ministro per lo sviluppo economico, di concerto con i ministri dell’econonomia,della giustizia,del lavoro e delle infrastrutture laddove stabilisce (lettera r articolo 2) due ipotesi di equiparazione della dichiarazione di insolvenza a quella di fallimento: la prima riguarda la punibilità delle condotte indebite o ingiustificate tenute nel corso della procedura e le limita all’ipotesi di conversione dell’amministrazione straordinaria in fallimento, nel corso o al termine della procedura stessa. La seconda scatta nel caso in cui si riscontri «la falsità dei presupposti per l’ammissione alla procedura», che sono la presenza di non meno di 200 dipendenti e l’ammontare dei debiti non inferiore ai due terzi dei ricavi.

Il Disegno di legge governativo è stato presentato alla Camera dei deputati il 2 ottobre scorso, «proprio lo stesso identico giorno dell’approvazione, nell’altro ramo del Parlamento, del cosiddetto ’emendamento salva-manager’ presentato dai Senatori Cicolani e Paravia» si legge nella mozione, che aggiunge: esso propone «sostanzialmente lo stesso contenuto normativo e precettivo» di quell’emendamento, «con un effetto addirittura più ampio e ancor più devastante», rispetto a ciò «che aveva fatto gridare allo sdegno l’intero Governo». Il 9 ottobre il Ministro dell’economia e finanze, Giulio Tremonti aveva disconosciuto «la paternità dell’emendamento e bollanto lo stesso come iniziativa di due senatori, fuori dalla logica del governo».

Continua la nota: «Il Governo - ed in particolare il Ministro dell’Economia e delle Finanze, alla luce di tutto quanto esposto, a riferire urgentemente all’Assemblea» i suoi «intendimenti e il suo indirizzo politico in ordine alla situazione fattuale e normativa succitata. Frimatari della richiesta i senatori Li Gotti, Belisario, Pardi, Pedica, Lannutti, Giambrone, Caforio, Carlino, De Toni, Di Nardo, Russo, D’alia e Casson.

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