sabato 4 ottobre 2008

Lodo Alfano, alt dei giudici:«Deve decidere la Consulta»



Il Corriere della Sera
4 ottobre 2008

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MILANO - I giudici della decima sezione del tribunale di Milano hanno deciso di tramettere gli atti del processo Mills alla Consulta perché valuti la legittimità costituzionale del Lodo Alfano. Il processo andrà avanti per il legale inglese mentre è sospeso solo per Silvio Berlusconi.


ATTI ALLA CORTE - Sul dossier che riguarda la posizione del premier all'interno del processo deciderà dunque la Corte Costituzionale. L'hanno deciso i giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano, che hanno contestualmente stabilito che il processo per David Mills andrà avanti. I giudici hanno così accolto l'eccezione di costituzionalità sollevata dal pm Fabio De Pasquale e hanno deciso di inviare gli atti alla Consulta perché decida sul contrasto del Lodo Alfano con gli articoli 3, 68, 96, 112 e 138 della Costituzione.


NON SANATE LE LACUNE DEL LODO SCHIFANI - Per i giudici di Milano «il lodo Alfano non sana le lacune indicate dalla Corte Costituzionale nel gennaio del 2004 in relazione al lodo Schifani». I giudici sono inoltre convinti che «non ci possono essere guarentigie maggiori per i reati extrafunzionali rispetto ai reati commessi nell’esercizio delle funzioni» e affermano che «la sospensione dei processi per un tempo così lungo provoca un enorme spreco di attività processuale». La decima sezione penale del tribunale di Milano osserva che il lodo Alfano nulla dice in relazione alla utilizzabilità delle prove già assunte. «Non vi è dubbio - sostengono i giudici di Milano - che la sospensione» prevista dal lodo Alfano «viene a incidere sul principio d'uguaglianza dei cittadini davanti alla giurisdizione penale».


INSORGE LA DIFESA DEL PREMIER - Duro il commento dei legali del premier sulla decisione dei i giudici della decima sezione penale del tribunale di Milano. In particolare Niccolò Ghedini, ha criticato aspramente la scelta del tribunale meneghino: «È andata esattamente come previsto - ha commentato Ghedini - Milano non applica le norme approvate dal Parlamento che consente al presidente del Consiglio di curare gli interessi del Paese. Loro lo vogliono al processo e non interessano loro né i rifiuti di Napoli né Alitalia». Per Ghedini, la decisione dei giudici crea un «problema processuale straordinario e irrisolvibile». Nella prossima udienza, infatti, prevista il 10 ottobre, dovrà essere sentita una consulente della difesa Berlusconi. «Mi chiedo come potranno sentire un nostro consulente senza di noi».


DI PIETRO - «Il diavolo fa le pentole ma non i coperchi e così ora il furbastro Silvio Berlusconi rischia di ritrovarsi cornuto e mazziato». Lo scrive in una nota Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. «Berlusconi - aggiunge l'ex pm - avrebbe potuto comportarsi come un normale imputato, presentandosi ai giudici, e reclamare così la propria innocenza ma, evidentemente, si sente in colpa se è vero come è vero che con il lodo Alfano ha tentato di non farsi processare. Ora - prosegue Di Pietro - si ritrova con il suo processo davanti la Corte Costituzionale per essersi fatto fare una legge ad hoc solo per lui, e con il coimputato Mills che, a breve, riceverà una sentenza di condanna che finirà per travolgere anche il presidente del Consiglio, giacchè il reato di corruzione di cui sono imputati entrambi, presuppone che siano almeno due i soggetti coinvolti e quindi -conclude il leader dell'IdV - inesorabilmente, le decisioni prese su Mills, riguarderanno anche Berlusconi».


04 ottobre 2008

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Adesso darà fuori di matto !
Perchè non gli è riuscito di far lasciare la presa alla magistratura di Milano: cosa farà, adesso ?
C'è davanti il mese di ottobre, entro il quale capiremo se e come intende reagire.