giovedì 2 ottobre 2008

Nesti insultato allo stadio s'infuria



Il Corriere della Sera
Chiuso il suo sito web aperto sei anni fa


TORINO - «Questo sito è chiuso per sempre: ringrazio i tifosi del Toro per la "gratitudine" che mi hanno dimostrato alla fine di Toro-Lazio». Uno sfogo in piena regola quello di Carlo Nesti. Sopra le righe, eccessivo, inusuale per un giornalista che in tv è considerato sinonimo di telecronaca pacata e dai toni "british" (pure troppo, per i detrattori).


A COLPI DI INSULTI - In una lettera aperta pubblicata prima su Nesti Channel e poi inviata al forum di Corriere.it, il giornalista racconta così la sua domenica di passione, condita da tanti, tanti improperi al suo indirizzo: «Mi sono girato, ho cercato di capire chi mi stava insultando, e questi codardi, appena scesi dalla tribuna, hanno fatto finta di niente. Davo loro le spalle: insulti. Li guardavo: silenzio. Davo loro le spalle: insulti. Li guardavo: silenzio. Davo loro le spalle: insulti. Li guardavo: silenzio. Solo un anziano ha avuto il coraggio di mostrarsi, gli ho gridato “stronzo!”, e questo sì, lo rifarei mille volte: se non fossi stato trattenuto, gli sarei volato addosso con tutta l’energia che avevo, e senza alcuno scrupolo».


ADDIO NESTI CHANNEL - Nesti ha chiuso di botto il suo sito, il Nesti Channel, aperto ben sei anni fa e aggiornato quotidianamente dal giornalista e da diversi collaboratori. Uno dei punti di riferimento in rete per i tifosi di Juve e Toro, che soprattutto d'estate cliccavano per avere informazioni fresche sul mercato delle due squadre. Il giornalista, mai troppo amato dalla tifoseria granata per presunte simpatie bianconere (ma a Torino, per chi non si schiera apertamente, è facile essere additato come simpatizzante di una o della dell'altra squadra), ha mollato tutto dopo una domenica turbolenta nella tribuna dell'Olimpico, dove era inviato per fare la cronaca Rai del match tra Toro e Lazio.

AMARO - Poi l'amarezza: «Il bello è che mi avete contestato nell'unico momento della mia carriera in cui mi sono permesso di "essere tifoso fra i tifosi", granata come voi, per inveire contro un arbitraggio anti-Toro. Ma già, è vero, Carlo Nesti è un robot, e non può avere emozioni allo stadio... Io devo dare l'esempio... Certo: io sì, e non i tifosi che oggi ho sentito dare della p*****a alla moglie di Sereni, del tirchio a Cairo, e dell'incapace all'unico tecnico capace di questo club, De Biasi. Voi non siete mai stati tanto capaci nel distinguere gli amici dai nemici: avete contestato persino i Gramellini, i Testa e gli Ormezzano (giornalisti di "fede" granata, ndr)». E ancora: «Venendo al punto: sono profondamente ferito e deluso. Voi non sapete più riconoscere chi ama il Toro, da chi non lo ama. Non avete capito che un giornalista imparziale, ma onesto, può voler bene al Toro, molto più di un giornalista tifoso del Toro, ma vigliacco. Io ci metto sempre la faccia, la firma, qui come in televisione».


LO SFOGO - Lo sfogo si fa pesante e Nesti scrive: «Io sono stufo, e ne ho veramente le palle piene, di chi disprezza il mio lavoro qualunque cosa dica, anche quando difendo il Toro, per colpa di un arbitraggio da codice penale!» Grazie ancora dello "sporco gobbo" che, in decine, mi avete destinato, e che giro, volentieri, ai vostri familiari, e alle vostre sorelle!». C'è anche il bilancio della sua esperienza online: «Dal sito non ho mai guadagnato nulla per 6 anni (3-10-2002), per cui non mi costa niente chiuderlo. Ricavi? Zero. Solo immagine. Perdite? Cinquecento euro fissi + mille euro di telefonate al mese, che escono dalle mie tasche (soldi di famiglia, e non certo della derelitta Rai). Era il piacere, disinteressato, di parlare insieme di toro, del calcio torinese in genere, e di un argomento leggermente più importante del calcio stesso: la fede (Nesti ha recentemente pubblicato un libro dal titolo "Gesù è il mio psicologo", ndr). Era il piacere di offrire un trampolino di lancio a tanti giovani valorosi». Tutto finito dopo una domenica di insulti.


Paolo Ottolina

30 settembre 2008

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Carlo Nesti ha decretato il "de profundis" per il calcio 'moderno': era ora !