lunedì 20 ottobre 2008

Obama fa centro nel 'rosso' Missouri. L'annuncio di Powell in tv: «Sto con lui»

IL CORRIERE DELLA SERA


NEW YORK – Colin Powell scende in campo per Obama. L’ex segretario di Stato repubblicano ha dato ufficialmente il suo appoggio al candidato democratico alla Casa Bianca in un’intervista al programma televisivo della Nbc «Meet the Press». L'endorsement dell'ex capo della diplomazia dell'amministrazione Bush junior ed eroe della guerra del Golfo ai tempi in cui alla Casa Bianca c'era Bush padre, è un durissimo colpo alla campagna del repubblicano McCain. «Gli Stati Uniti hanno bisogno di un cambio generazionale - ha spiegato Powell uscendo dagli studi della Nbc -. Obama offre occhi freschi e nuove idee», mentre il suo rivale repubblicano si limiterebbe a «porre in atto l'ortodossia dell'agenda repubblicana».

McCAIN AMMETTE: «SI PUO' PERDERE» - E l'endorsement di Powell a Obama, oltre ai successi del democratico nella raccolta di fondi, deve aver fiaccato il morale del combattivo McCain: il repubblicano ha, infatti, per la prima volta, evocato la possibilità di essere battuto nelle elezioni di novembre. Intervistato dalla Fox McCain ha detto di aver pensato all'eventualità di una sconfitta: «Certamente. Ma non mi crogiolo in questo pensiero. E comunque ho avuto una vita meravigliosa. Posso tornare a vivere in Arizona, a rappresentare il mio paese in Senato, con una famiglia meravigliosa, e una vita piena di benedizioni». McCain ha quindi invitato gli elettori a »non sentirsi tristi», affermando che «nemmeno McCain si sentirà triste per se stesso».

«PALIN STUPIDA E INCOLTA» - Tornando a Powell, l'ex segretario di Stato di George W. Bush è solo l’ultimo di una lunga serie di vip repubblicani che nelle ultime settimane hanno preso la distanze dal ticket McCain-Palin. Sabato l’autorevole speech writer di Ronald Reagan, Peggy Noonan, si è scagliata contro la scelta di Sarah Palin, definita «una stupida, insulare e incolta». La settimana scorsa era toccato a Christopher Buckley, figlio di William, il leggendario fondatore di National Review (la rivista simbolo dell’anima conservatrice), mentre sul New York Times David Brooks, altro importante intellettuale repubblicano, ha definito la vice di McCain «il cancro all’interno del partito». Il sostegno di Colin Powell rappresenta un prezioso aiuto per Obama, la cui organizzazione elettorale ha diffuso cifre da record, sostenendo che il candidato democratico lo scorso settembre ha raccolto fondi per oltre 150 milioni di dollari, battendo il primato del mese precedente, con 632.000 nuovi sostenitori che hanno versato un contributo. La cifra rappresenta oltre il doppio dei 66 milioni raccolti in agosto.

MISSOURI, FOLLA OCEANICA - Intanto le prime pagine dei quotidiani pubblicano la foto delle folle oceaniche per Barack Obama in Missouri, il feudo repubblicano dove ha scelto di sfidare John McCain con due comizi che hanno attirato masse entusiastiche come non se ne vedevano dai discorsi di Berlino (200mila) e alla convention democratica di Denver (84mila). Sotto al grande arco di Saint Louis sono stati 100mila i sostenitori; altri 75mila erano presenti al comizio serale in un parco dell'altra metropoli dello Stato del Midwest, Kansas City. La riprova, secondo gli addetti ai lavori, che Obama sta suscitando attenzione in numerosi altri stati «rossi», cioè repubblicani, fino a poche settimane fa considerati assolutamente fuori portata per i democratici.

MCCAIN A 3 PUNTI DA OBAMA - Ma a guastargli la festa sono gli ultimi sondaggi Zogby secondo cui il vantaggio di Obama sul rivale è sceso a 3 punti. Obama è davanti a McCain col 48% contro il 45% fra i potenziali elettori Usa, con un 1% in meno rispetto al sondaggio di sabato. «È una buona notizia per McCain - spiega il sondaggista John Zogby -. Il senatore dell'Arizona sembra aver consolidato l'appoggio della base repubblicana e sta anche guadagnando terreno fra gli indipendenti che potrebbero avere un ruolo decisivo nell'elezione del 4 novembre». Rinfrancato dai sondaggi, McCain amplifica il tono negativo della sua campagna. Sabato il senatore dell’Arizona ha accusato il suo avversario democratico di essere «un socialista», cioè il promotore di politiche collettiviste in stile Unione Sovietica: un vero e proprio insulto nell’America dell'economia libera e del capitalismo selvaggio. Nel suo tradizionale intervento radiofonico del sabato, McCain ha criticato il piano di riforma fiscale di Obama, che vuole diminuire le tasse per chi guadagna meno di 250 mila dollari lordi l'anno, cioè il 95% degli americani, e aumentarle per chi supera il tetto in questione. «Tu vuoi semplicemente togliere soldi ai ricchi - ha tuonato McCain - per finanziare un sistema assistenziale fatto di tagli e sgravi fiscali ai lavoratori».

LA «GUERRA» DELLE TESTATE - Ma a tifare Obama è la stragrande maggioranza dei media. Il senatore ha ricevuto l’appoggio di 58 testate fino ad oggi, 17 nelle ultime 24 ore e tra queste figurano colossi del giornalismo americano come il Los Angeles Times o il Chicago Tribune, un quotidiano di tradizione repubblicana che non ha mai appoggiato un democratico per la Casa Bianca dalla sua fondazione, nel 1847. Per Obama si sono schierati anche il Denver Post, l’Atlanta Journal-Constitution, il Salt Lake Tribune, il Kansas City Star, e il Chicago Sun-Times e nei giorni scorsi il Washington Post e il San Francisco Chronicle. Il repubblicano John McCain ha finora ottenuto l’appoggio di solo 16 testate minori, incluso il tabloid New York Post di Rupert Murdoch.

Alessandra Farkas
19 ottobre 2008

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Non ci avrei scommesso neanche un dollaro bucato (io non scommetto mai), eppure le sorti del pianeta sono nelle mani di questo afro-americano e degli americani che scelgono di andare a votare.
Incrociamo le dita !