giovedì 9 ottobre 2008

Ora sono gli antropologi a far vincere la guerra



Pietro Greco
L'Unità

7 ottobre 2008


Lo scopo è quello di «capire» gli irakeni, la loro cultura, il loro modo di comportarsi, la loro sensibilità per distinguere gli amici dai nemici, evitare morti di innocenti e combattere con maggiore efficacia gli insurgents: gli insorti. È per questo che fin dall’anno 2003 il Pentagono ha posto in essere lo Human Terrain System e mobilitato 65 tra antropologi, etnologi e scienziati sociali esperti dell’Irak e/o dell’Islam schierati sul campo con le truppe americane impegnate nel paese mediorientale.

Lo Human Terrain System - con un budget di 60 milioni di dollari, 35 operatori in Irak e 40 colleghi negli Usa - avrebbe dovuto facilitare il rapporto tra i soldati americani e gli irakeni. Un’appendice del progetto è stata portata anche in Afghanistan, dove operano 5 scienziati sociali con i medesimi obiettivi.
Difficile dire se il progetto, quegli obiettivi, li abbia raggiunti davvero. Non esiste un’analisi pubblica dei risultati, oltre l’aneddotica, secondo cui la stessa cattura di Saddam sarebbe stata facilitata dagli scienziati sociali. a(come Nature sia di divulgazione scientifica (come il New Scientist).

La polemica si è sviluppata intorno a due ordini di questioni. Una pratica e contingente, che riguarda la qualità degli scienziati sociali reclutati e l’efficacia della loro attività. Un’altra etica e di principio, che riguarda la responsabilità sociale degli scienziati sociali. È giusto che gli scienziati si facciano ingaggiare dall’esercito e partecipino ad azioni militari? Lo scorso mese di novembre, l’American Anthropological Association (AAA), ha sostenuto che andare sui campi di battaglia accanto a soldati combattenti significa violare il codice etico degli antropologi americani. Per almeno due motivi. Il primo in apparenza astratto è che lo studioso delle società umane non dovrebbe interagire con quelle società per modificarle, come invece fa un esercito. Il secondo è che la scienza sociale non deve servire per danneggiare le società e gli uomini in carne e ossa che studia, mentre inevitabilmente chi partecipa ad azioni militari combatte, ferisce, uccide. Nei mesi scorsi la «rete degli antropologi preoccupati» ha chiesto che comunque gli scienziati sociali si impegnino a non aiutare direttamente i soldati in combattimento sia attraverso interrogatori e torture dei prigionieri, sia mediante consigli tattici.

La presa di distanza da parte della comunità scientifica americana rispetto all’arruolamento degli antropologi è piuttosto netta. E anche piuttosto coraggiosa. Non fosse altro perché sta partendo un nuovo progetto, Minerva, lanciato lo scorso aprile dal Segretario alla Difesa Robert Gates, che finanzia con 100 milioni di dollari ricerche sociali che hanno per oggetto questioni sensibili, che vanno dallo studio del fondamentalismo islamico allo sviluppo di nuove tecnologie in Cina.

Non mancano, ovviamente, i difensori degli antropologi «embedded». I loro argomenti sono essenzialmente due. Non è certo la prima volta che succede: l’esercito degli Stati Uniti ha utilizzato scienziati sociali già nella seconda guerra mondiale, in Vietnam, in Congo, in Cile. In ogni caso l’impiego degli scienziati sociali in Irak è patriottico - contribuire a limitare la morte o il ferimento di soldati americani - e poiché anche gli antropologi sono cittadini come gli altri, è loro dovere contribuire alla sicurezza del paese.


Sono, come si vede, gli stessi argomenti degli scienziati naturali e dei matematici che hanno giustificato la loro partecipazione ai progetti di sviluppo delle armi nucleari, delle armi chimiche e biologiche e delle stesse armi convenzionali negli Usa e altrove. D’altra parte non c’è una diversità di principio tra scienziati sociali e scienziati naturali. C’è solo una piccola differenza. Gli scienziati sociali dovrebbero sapere più e meglio degli altri che i «generali (o anche i soldati) in camice bianco» non hanno affatto umanizzato la guerra. Semmai l’hanno resa peggiore.

Nessun commento: