mercoledì 15 ottobre 2008

Rai e Consulta, il Pd apre al Pdl. Spunta il nome di Pecorella


L'Unità

Il Pdl indichi un candidato alla Corte Costituzionale che il Pd si impegna a votare ma poi eleggano Leoluca Orlando alla presidenza della Vigilanza. Walter Veltroni si rivolge così al centrodestra per superare lo stallo istituzionale in vista della riunione della capigruppo congiunta di martedì pomeriggio.

Il segretario del Pd ha ribadito che «non possiamo accettare il fatto che arbitrariamente la maggioranza pretenda di scegliere il candidato dell'opposizione. Io sono critico verso Di Pietro però la sua è una forza democratica, eletta in Parlamento, verso la quale non si può mettere una pregiudiziale». Dal momento che «il tempo sta per scadere - suggerisce Veltroni - il Pdl ci dica qual è il loro candidato alla Corte Costituzionale e noi lo voteremo ma loro votino Orlando. In 24 ore la situazione si può risolvere» se non fosse per la «resistenza del presidenza del Consiglio» che ha preso «una impuntatura infantile che bisogna rimuovere. Mentre tutti gli altri esponenti della destra con cui ho parlato al telefono mi hanno detto di essere d'accordo».

Per sbloccare comunque la situazione i Capigruppo di Camera e Senato, i Presidenti del Senato della Repubblica, Renato Schifani, e della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, hanno proceduto - come già preannunciato nella precedente riunione congiunta dei Capigruppo - alla convocazione ad oltranza del Parlamento in seduta comune per l'elezione di un Giudice della Corte Costituzionale e della Commissione parlamentare per la vigilanza Rai per quella del suo presidente.

I due organi si riuniranno pertanto da giovedì con ripetute votazioni nel corso di ciascuna giornata. Gli orari delle votazioni terranno conto del tempo strettamente necessario perchè Camera e Senato provvedano all'esame dei decreti legge in scadenza, la cui approvazione è legata a precisi obblighi costituzionali. Intanto la maggioranza berlusconiana si è riunita a porte chiuse. E dalla riunione è trapelato un nome solo, già circolato informalmente nell'ultima settimana, il nome di Gaetano Pecorella. Che ha confermato la sua candidatura ufficiale.

È lui, l'ex avvocato-principe del collegio legale di Silvio Berlusconi, già deputato e consigliere giuridico di Forza Italia e soprattutto colui che ha ispirato la legge che infatti porta il suo nome, una delle leggi ad personam più contestate del passato governo Berlusconi che è stata sonoramente bocciata dalla Corte Costituzionale. Seguendo, evidentemente, la ormai consueta "logica omeopatica", sarebbe ora lo stesso Pecorella ad assurgere a giudice costituzionale, prendendosi una bella rivincita. O forse più di una.

La risposta del Pd non si fa attendere. «Noi confermiamo la volontà di convergere per l'elezione di un giudice della Consulta, su una figura di alto profilo proposta dai gruppi parlamentari di maggioranza», dice Antonello Soro, capogruppo del Pd alla Camera. E aggiunge: «Non abbiamo alcun pregiudizio e non porremo alcun veto. Qualora venisse proposta - come anticipato da un'agenzia di stampa - la candidatura dell'onorevole Pecorella, avremo modo di rappresentare, nella conferenza dei presidenti di gruppo, le delicate ragioni per cui troviamo quella candidatura allo stato degli atti non opportuna. Queste ragioni sono state già rappresentate in sede informale ai dirigenti di Pdl. Ma la trattativa continua».

Mentre l'Idv si dice assolutamente contrario: «Noi non voteremo Pecorella perché è sotto processo per aver tentato, secondo l'accusa, di favorire un latitante attraverso la corruzione di un testimone e sopratutto perché è l'avvocato difensore dell'imputato Berlusconi». Lo afferma Antonio Di Pietro, leader dell'Italia dei Valori. «L'Italia dei Valori - spiega Di Pietro - ripudia scambi di questo genere. Il nostro candidato alla vigilanza è Orlando, lo votino se vogliono votarlo. Ma chiederci in cambio di votare chi non possiamo votare è incredibile. Come è incredibile che il premier imputato si scelga come giudice della Corte Costituzionale il suo avvocato che deve decidere sulla questione di costituzionalità che lo riguarda. Più conflitto di interessi così si muore».

Controreplica di congiunta Italo Bocchino e Gaetano Quagliariello, rispettivamente vice capogruppo del Pdl alla Camera e al Senato: «Se la decisione sulle candidature dovesse rispondere a criteri di opportunità valutati non collegialmente, ma singolarmente, da maggioranza e opposizione, è chiaro che se Soro reputa non opportuna la candidatura di Pecorella alla Consulta, per la maggioranza la candidatura di Orlando alla presidenza della Vigilanza Rai è più che inopportuna, come più volte abbiamo ribadito. Vale però forse la pena di fare tutti gli sforzi per evitare la logica delle inopportunità contrapposte».

Pecorella commenta ai cronisti parlamentari: «Attendo sereno le decisioni del Parlamento. Non ho altro da dire. Soro può dire di me tutto ciò che vuole, la mia storia parla da se...». Quindi precisa: «Credo di avere un storia alle spalle di avvocato che testimonia per me, il resto è politica».
Pubblicato il: 14.10.08

2 commenti:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

E' di oggi la notizia che io giochi sono fatti: Leoluca Orlando alla presidenza della Commissione di Vigilanza RAI e Gaetano Pecorella il 13° giudice costituzionale.
Evviva !
:-((

Anonimo ha detto...

Tra memoria negata, memoria ripudiata e memoria corta, lo schieramento destro della politica italiana ormai non conosce rivali. Chissà, però, se tra le decine di voti che questa mattina - nel segreto dell’urna per l'elezione del giudice della Corte Costituzionale - sono mancati a Pecorella ci fossero anche le schede di alcuni 'ex missini'...

www.spigoli.info/archives/206