martedì 7 ottobre 2008

Salvate il Telescopio Spaziale Hubble!



Piero Biancucci
La Stampa
7 ottobre 2008


Dalle 2 di notte del 28 settembre siamo senza il telescopio spaziale “Hubble”, frutto della più importante collaborazione tra la Nasa e l’Agenzia spaziale europea (Esa). Una grave avaria lo ha messo fuori uso e fino ad ora i tentativi di rianimarlo sono tutti falliti.

Lanciato nel 1990 in un’orbita a 510 chilometri sopra la superficie terrestre, “Hubble” ha smesso di trasmettere dati ed è entrato automaticamente nella modalità “safe”, una specie di congelamento della situazione esistente che scatta quando si verifica un errore nell’unità di controllo/Science Data Formatter-Side A. Questo componente è vitale per “Hubble” in quanto ha il compito di immagazzinare i dati di tutti gli strumenti del telescopio e di trasmetterli a terra. La modalità “safe” si manterrà sino a quando dalle stazioni al suolo non avranno successo le procedure per individuare ed eliminare la causa del cattivo funzionamento. Purtroppo i primi tentativi per resettare il computer guasto e ricaricare il software necessario per farlo funzionare non hanno ottenuto il loro scopo, anche se la Nasa non dispera di poter avere miglior sorte prossimamente.

In alternativa, si esamina ora la possibilità di sfruttare il sistema di registrazione e trasmissione dati “Side B”, un apparato ridondante predisposto appunto come una rete di salvataggio nel caso di un guasto irrimediabile al sistema Side A. Questa operazione però non è semplice. Riattivare il canale B significa riaccendere cinque moduli che per l’ultima volta furono messi in funzione venti anni fa durante i test di funzionamento al suolo, prima del lancio. Non sappiamo se abbiano subito qualche danno dalla lunga permanenza in orbita senza mai entrare in azione.

Alla Nasa si valuta però anche un’altra possibilità. Per il 14 ottobre era programmata una missione dello Shuttle per la manutenzione e l’aggiornamento tecnologico di questo eccezionale strumento al servizio degli astronomi di tutto il mondo. La missione è però stata rinviata a gennaio, o più probabilmente a febbraio. Nel frattempo si può pensare a sostituire completamente l’unità di controllo e immagazzinamento dati attualmente in avaria grazie all’intervento diretto degli astronauti-meccanici. L’opera di manutenzione programmata è però già alquanto lunga e complessa, richiederà molte ore di lavoro in attività extraveicolare: aggiungere un’altra delicata operazione mai tentata prima crea ulteriori difficoltà.

Questa, che è l’ultima missione di manutenzione di Hubble, impegnerà per undici giorni sette astronauti. Ottenerne il finanziamento dal Congresso americano ha richiesto una vera e propria battaglia della comunità scientifica contro politici che evidentemente preferiscono spendere somme enormemente maggiori per la guerra in Iraq.

L’obiettivo della missione era di “ringiovanire” il telescopio spaziale per farlo vivere fino al 2013, quando sarà quasi pronto il suo successore “Webb”. Ora però il viaggio dello Shuttle sembra diventare questione di vita o di morte per quello che è il più potente “occhio” spaziale che gli astronomi abbiano mai avuto in dotazione.

Nello scorso mese di agosto “Hubble” ha festeggiato la sua centomillesima orbita e il diciottesimo anno di vita con un exploit di meravigliose immagini di galassie. Vorremmo tutti che il suo futuro fosse ancora lungo. Se “Hubble” andasse perduto, il 2009, proclamato dall’ONU “Anno internazionale dell’Astronomia” in ricordo del primo telescopio usato da Galileo Galilei per osservare il cielo, inizierebbe davvero sotto il peggiore degli auspici.

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