giovedì 9 ottobre 2008

Vigilanza Rai, Di Pietro: «Il candidato resta Orlando»


L'Unità
8 ottobre 2008


L’Italia dei Valori reagisce subito all’ipotesi della “rosa dei nomi”, circolata dopo la riunione congiunta dei capigruppo di Camera e Senato sulle trattative per la presidenza della commissione di Vigilanza Rai e per l'elezione del giudice della Corte Costituzionale. Dopo la strigliata del Capo dello Stato, prevaleva la fiducia nelle parole dei partecipanti alla riunione e l’ipotesi delle “rose dei nomi” aveva preso corpo. «I presidenti delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini, hanno concesso qualche giorno di tempo alle forze politiche «per vedere se si sbroglia la matassa», ha riferito il vicepresidente del Senato Emma Bonino. Sul merito, ha precisato Bonino, ci sono state «alcune aperture, ma la cosa più importante è che sono stati stabiliti tempi certi». Martedì prossimo, alle 9, la conferenza dei capigruppo congiunta tornerà a riunirsi. Se anche in quella sede non si dovesse arrivare ad un’intesa, si procederà ad oltranza nelle votazioni per entrambi gli organismi.

«Le macerie sono state sgombrate via», aveva sintetizzato Anna Finocchiaro al termine della riunione a Montecitorio. «Da parte del Pdl non c'è più una posizione rigidissima che colleghi l'elezione del presidente della Vigilanza a quella del giudice costituzionale», sottolineava Finocchiaro. « A chi le domandava se a questo punto l'opposizione farà un passo indietro sul nome di Leoluca Orlando per la guida della Vigilanza avanzando invece una rosa di nomi, Finocchiaro risponde: «Non escludo niente, non escludo nessun metodo purché ci porti da qualche parte». Nemmeno la rosa dei nomi, quindi. Anche Pier Ferdinando Casini proponeva «rose parallele» sia per la Vigilanza sia per la Consulta. «Si va avanti senza pregiudiziali nell'auspicio che si arrivi a una rosa di nomi sia per la Corte sia per la Vigilanza», spiegava Maurizio Gasparri. La novità più grossa è la posizione della Lega Nord, che ora non pone alcun veto sul nome di Orlando. «Noi non poniamo veti ai nomi che pone l'opposizione – dice il capogruppo del Carroccio alla Camera, Roberto Cota, - non ne facciamo una questione di nomi. L'importante è che si arrivi a una soluzione condivisa».

Ma l'Italia dei Valori ha rifiutato l'ipotesi di una terna di nomi tra i quali scegliere il presidente della vigilanza Rai. L’apertura «da parte di qualcuno c'è stata, ma non da parte nostra», ha detto secco Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera. Ancor più netto il leader del partito. «Io ho una sola parola: lo dico agli avversari ma anche agli amici», ha detto Antonio Di Pietro.
«Il candidato lo sceglie l'opposizione e non la maggioranza. E le opposizioni hanno scelto Leoluca Orlando. Se tornano indietro sono opposizioni fantoccio».

Intanto, i parlamentari delle delegazioni Radicali di Camera e Senato eletti nelle liste del Pd (Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Marco Perduca, Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti) da martedì pomeriggio occupano l’aula della Commissione di Vigilanza: «La nostra occupazione continua fino a quando i presidenti del Senato e della Camera non confermeranno formalmente quanto annunciato oggi circa l'eventuale - ma a tutti noto come certo - esito negativo della votazione di giovedì per il Giudice della Consulta, e cioè che “il Parlamento in seduta comune e la Commissione di Vigilanza sulla Rai saranno convocati quotidianamente e a oltranza per procedere ai rispettivi adempimento.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Ce la farà Di Pietro ?
Ne dubito, ma con una simile indecente classe politica che altro si può fare ?
Cavare sangue dalle rape ?
Impossibile !