di UMBERTO ROSSO
Vieni tu a Napoli, caro Veltroni. Così vedrai sul campo come stanno davvero le cose, invece di rinchiuderci in una stanzetta romana. Firmato Antonio Bassolino. E' il messaggio che il governatore lancia al segretario nazionale, ovvero una nuova puntata nel braccio di ferro fra i due. Preparandosi a disertare un summit romano. Si parla da giorni di un'imminente chiamata a rapporto di don Antonio, per rispondere nello studio di Veltroni del caso Campania.
I colloqui con Nicolais e Iannuzzi, il segretario cittadino e quello regionale, convocati domani pomeriggio al Nazareno, dovrebbero servire appunto a "istruire" il capitolo più spinoso, un faccia a faccia successivo con Bassolino e il sindaco Iervolino. Road map, però, solo sussurrata, visto che a Napoli assicurano di non aver ricevuto alcuna convocazione.
E a questo punto che il governatore, che si dichiara stanco assai del balletto delle indiscrezioni sulla sua sorte politica, ha deciso di giocare di anticipo.
Rovesciando le parti: siamo noi che aspettiamo lo sbarco in Campania di Walter Veltroni, "scenda giù, nel territorio, come si faceva una volta quando si voleva chiarire veramente qualcosa". Un invito che formalmente passa attraverso il numero due della Regione, il vicepresidente Antonio Valiante, al quale è stato affidato appunto il compito di avanzare l'ambasciata al segretario.
"Non possiamo più parlarci a distanza, attraverso i giornali e le voci incontrollate. Si alimentano solo equivoci. Veltroni venga qui a Napoli, incontri le giunte, i gruppi consiliari, i gruppi dirigenti del partito. Ascolti tutti. Una verifica approfondita. Perché non basta confrontarsi in un ufficio con i segretari o i vertici locali".
Tradotto, ad un summit "solo" romano con Veltroni, Bassolino è pronto a dare forfait. Almeno, senza una partita di ritorno, da giocare in casa, sotto il Vesuvio. "Non vuole essere gesto contro il segretario - spiega chi sta più vicino al governatore - perché se la convocazione arriva, a Roma si va. Ma come fa, Veltroni, a giudicare quel che succede in Campania senza metterci piede? E' un invito il nostro, un auspicio, non un gran rifiuto...".
Per il momento, si sa di una missione di Beppe Fioroni, che arriverà nel prossimo fine settimana, un giro di incontri con gli amministratori per preparare le prossime elezioni provinciali. Ma il clima è da "da sparate sul quartiere generale", anche la Iervolino è attestata sulla linea dura, intenzionata com'è a restare al suo posto fino alla fine del mandato. E da Firenze parte un appello su Facebook, firmato da una trentina di intellettuali e imprenditori, per salvare le primarie.
Una risposta Walter Veltroni potrebbe darla già oggi, dall'Abruzzo. A Vasto e Chieti parla per sostenere la candidatura di Carlo Costantini alla presidenza della Regione, terremotata dopo l'arresto di Ottaviano del Turco. D'obbligo dunque, per il leader del Pd, parole chiare sulla questione morale, che per i democratici si aprì proprio qui l'estate scorsa. Da allora, spiegherà Veltroni, è partita l'operazione rinnovamento, tagliando fuori dalle liste abruzzesi personaggi del passato (come l'ex capogruppo alla regione Di Matteo). La stessa strategia che il segretario vuol portare avanti a Napoli e in Toscana.
(9 dicembre 2008)
I colloqui con Nicolais e Iannuzzi, il segretario cittadino e quello regionale, convocati domani pomeriggio al Nazareno, dovrebbero servire appunto a "istruire" il capitolo più spinoso, un faccia a faccia successivo con Bassolino e il sindaco Iervolino. Road map, però, solo sussurrata, visto che a Napoli assicurano di non aver ricevuto alcuna convocazione.
E a questo punto che il governatore, che si dichiara stanco assai del balletto delle indiscrezioni sulla sua sorte politica, ha deciso di giocare di anticipo.
Rovesciando le parti: siamo noi che aspettiamo lo sbarco in Campania di Walter Veltroni, "scenda giù, nel territorio, come si faceva una volta quando si voleva chiarire veramente qualcosa". Un invito che formalmente passa attraverso il numero due della Regione, il vicepresidente Antonio Valiante, al quale è stato affidato appunto il compito di avanzare l'ambasciata al segretario.
"Non possiamo più parlarci a distanza, attraverso i giornali e le voci incontrollate. Si alimentano solo equivoci. Veltroni venga qui a Napoli, incontri le giunte, i gruppi consiliari, i gruppi dirigenti del partito. Ascolti tutti. Una verifica approfondita. Perché non basta confrontarsi in un ufficio con i segretari o i vertici locali".
Tradotto, ad un summit "solo" romano con Veltroni, Bassolino è pronto a dare forfait. Almeno, senza una partita di ritorno, da giocare in casa, sotto il Vesuvio. "Non vuole essere gesto contro il segretario - spiega chi sta più vicino al governatore - perché se la convocazione arriva, a Roma si va. Ma come fa, Veltroni, a giudicare quel che succede in Campania senza metterci piede? E' un invito il nostro, un auspicio, non un gran rifiuto...".
Per il momento, si sa di una missione di Beppe Fioroni, che arriverà nel prossimo fine settimana, un giro di incontri con gli amministratori per preparare le prossime elezioni provinciali. Ma il clima è da "da sparate sul quartiere generale", anche la Iervolino è attestata sulla linea dura, intenzionata com'è a restare al suo posto fino alla fine del mandato. E da Firenze parte un appello su Facebook, firmato da una trentina di intellettuali e imprenditori, per salvare le primarie.
Una risposta Walter Veltroni potrebbe darla già oggi, dall'Abruzzo. A Vasto e Chieti parla per sostenere la candidatura di Carlo Costantini alla presidenza della Regione, terremotata dopo l'arresto di Ottaviano del Turco. D'obbligo dunque, per il leader del Pd, parole chiare sulla questione morale, che per i democratici si aprì proprio qui l'estate scorsa. Da allora, spiegherà Veltroni, è partita l'operazione rinnovamento, tagliando fuori dalle liste abruzzesi personaggi del passato (come l'ex capogruppo alla regione Di Matteo). La stessa strategia che il segretario vuol portare avanti a Napoli e in Toscana.
(9 dicembre 2008)
2 commenti:
Mi viene in mente la gag di Totò, quando raccontò di un Tizio che, chiamandolo "Pasquale", gli mollava ogni volta un ceffone e quando la spalla Mario Castellani gli domandò: "Ma tu perchè non ti sei ribellato ?", Totò rispose: "E che mi chiamo Pasquale io !".
Ecco, Veltroni mi pare Totò e Bassolino il tizio che mollava schiaffoni, o no ?
Efficace il richiamo alla gag di Totò!
Pare proprio anche a me.
Madda
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