di MARCO POLITI
CITTÀ DEL VATICANO - Calano le presenze dei fedeli alle udienze e agli incontri di Benedetto XVI. In un anno la platea cui si rivolge il Pontefice ha perso mezzo milione di partecipanti. Sono dati ufficiali, che provengono dal Palazzo apostolico e che testimoniano una forte caduta di afflusso. Nel 2008 si sono recati agli incontri pubblici del Papa sia in Vaticano che a Castelgandolfo due milioni e duecentoquindicimila tra fedeli e pellegrini. Se si pensa che nei primi 12 mesi di pontificato erano venute ad ascoltare papa Ratzinger oltre quattro milioni di persone - superando anche l'affluenza che si registrava in piazza San Pietro e nell'Aula Nervi nell'ultimissima stagione di Wojtyla - è certamente impressionante il calo di circa un milione e ottocentomila fedeli rispetto alla fase in cui tutto appariva nuovo dopo l'avvento di Benedetto XVI al trono papale.
L'impressione è che il pontificato di Benedetto XVI abbia alla lunga un impatto polarizzante all'interno del mondo cattolico. Di qua l'area di coloro che sono entusiasti nei confronti del governo ratzingeriano, di là l'area di quanti non sono attratti. D'altronde non è casuale che vi sia un flusso continuo alla tomba di Giovanni Paolo II, mentre nelle botteghe di souvenir sono ancora vendutissime le cartoline con l'immagine del papa polacco.
Le cifre fornite dalla Casa pontificia sono eloquenti. Nel 2008 i partecipanti agli incontri pubblici sono stati due milioni e duecentoquindicimila. Nel 2007 sono stati due milioni e ottocentotrentamila. Mentre nel 2006 sono stati circa tre milioni e duecentomila.
Dal punto di vista mediatico i viaggi di Benedetto XVI negli Stati Uniti, in Australia e in Francia sono stati quest'anno, invece, un successo. Specialmente negli Usa l'interesse per Ratzinger è stato molto forte - al di là delle polemiche sui preti pedofili - al punto che moltissimi giornali locali hanno seguito la visita papale, cosa piuttosto insolita per il panorama della stampa americana.
Va detto peraltro che Benedetto XVI non ha mai inteso qualificare il suo pontificato in termini di "audience" o di "immagine". Ancora recentemente, al discorso tenuto alla Curia alla vigilia di Natale, ha sottolineato di non voler essere una "star", attorno a cui tutto gira, ma "solo e totalmente" il Vicario che rimanda a Cristo.
Problemi non di immagine, ma di dura realtà economica attendono invece papa Ratzinger nel 2009. In Vaticano i responsabili finanziari non hanno passato un dicembre sereno. Per il secondo anno consecutivo il bilancio della Santa Sede (2008) si prepara a chiudere in rosso. L'allarme è già trapelato il mese scorso. Sono stati avvertiti tutti i vescovi e i cardinali del mondo. A novembre il responsabile degli interventi di assistenza del Vaticano, cardinale Paul Cordes, ha dichiarato anche che il consiglio Cor Unum da lui diretto sta "risentendo della crisi, perché non abbiamo liquidi come avevamo prima. E adesso dobbiamo riflettere di più su come reperire fondi". La crisi globale fa sì che dalle diocesi l'afflusso delle offerte sia minore.
(30 dicembre 2008)
L'impressione è che il pontificato di Benedetto XVI abbia alla lunga un impatto polarizzante all'interno del mondo cattolico. Di qua l'area di coloro che sono entusiasti nei confronti del governo ratzingeriano, di là l'area di quanti non sono attratti. D'altronde non è casuale che vi sia un flusso continuo alla tomba di Giovanni Paolo II, mentre nelle botteghe di souvenir sono ancora vendutissime le cartoline con l'immagine del papa polacco.
Le cifre fornite dalla Casa pontificia sono eloquenti. Nel 2008 i partecipanti agli incontri pubblici sono stati due milioni e duecentoquindicimila. Nel 2007 sono stati due milioni e ottocentotrentamila. Mentre nel 2006 sono stati circa tre milioni e duecentomila.
Dal punto di vista mediatico i viaggi di Benedetto XVI negli Stati Uniti, in Australia e in Francia sono stati quest'anno, invece, un successo. Specialmente negli Usa l'interesse per Ratzinger è stato molto forte - al di là delle polemiche sui preti pedofili - al punto che moltissimi giornali locali hanno seguito la visita papale, cosa piuttosto insolita per il panorama della stampa americana.
Va detto peraltro che Benedetto XVI non ha mai inteso qualificare il suo pontificato in termini di "audience" o di "immagine". Ancora recentemente, al discorso tenuto alla Curia alla vigilia di Natale, ha sottolineato di non voler essere una "star", attorno a cui tutto gira, ma "solo e totalmente" il Vicario che rimanda a Cristo.
Problemi non di immagine, ma di dura realtà economica attendono invece papa Ratzinger nel 2009. In Vaticano i responsabili finanziari non hanno passato un dicembre sereno. Per il secondo anno consecutivo il bilancio della Santa Sede (2008) si prepara a chiudere in rosso. L'allarme è già trapelato il mese scorso. Sono stati avvertiti tutti i vescovi e i cardinali del mondo. A novembre il responsabile degli interventi di assistenza del Vaticano, cardinale Paul Cordes, ha dichiarato anche che il consiglio Cor Unum da lui diretto sta "risentendo della crisi, perché non abbiamo liquidi come avevamo prima. E adesso dobbiamo riflettere di più su come reperire fondi". La crisi globale fa sì che dalle diocesi l'afflusso delle offerte sia minore.
(30 dicembre 2008)
2 commenti:
Me po' frega' dde meno !
Ci credo che non va più nessuno in piazza San Pietro: a quanto sembra da una finestra si affaccia un vecchietto che urla frasi d’odio e parla ossessivamente di sesso e zozzerie!
Comunque qualcuno (sono 900 e spiccioli) continuerà ad andare a visitare il papa...
http://noirpink.blogspot.com/2008/12/fedeli-in-fuga-da-piazza-san-pietro.html
Posta un commento