ROMA - Prima lo scandalo in Abruzzo con l'arresto di Ottaviano Del Turco, ora le inchieste napoletane e fiorentine sui legami spericolati tra amministratori locali e affaristi. Nel partito democratico si accende la questione morale, che dilania il partito e lo fa finire sotto attacco dell'opposizione. E infatti, nel giorno in cui il sindaco del capoluogo toscano Leonardo Domenici si incatena per protesta davanti alla sede del gruppo l'Espresso, sul tema interviene anche Sivio Berlusconi: "La questione morale? E' innegabile che ci sia, c'è assolutamente nel Pd", manda a dire il premier in trasferta a Pescara, per sostenere il candidato Pdl alla presidenza della regione Gianni Chiodi.
E poi, sull'eventualità di una nuova Tangentopoli: "Non amo questo nome, non lo amo proprio e spero non sarà così. Certamente la sinistra italiana sbagliava quando pretendeva di avere l'esclusiva dell'etica. Non ce l'ha e non l'ha mai avuta". Infine, un commento sulla protesta di Domenici: "Cosa volete che vi dica, allora io chissà per quanto tempo mi sarei dovuto incatenare. Avrei dovuto farlo tutti i giorni".
A Berlusconi replica a stretto giro il numero due dei democratici, Dario Franceschini: ''Berlusconi che parla di questione morale al Pd? E' l'ultimo uomo al mondo che può permettersi di farlo. Provi a ripetere la stessa frase davanti allo specchio e vedrà che non ci riuscirà neppure lui per la vergogna''.
Ma non è solo il presidente del Consiglio ad affrontare l'argomento. A parlare, ad esempio, è anche il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini: "La questione morale esiste - afferma - ma la crisi della politica è spesso legata agli errori della politica. Non dobbiamo ripercorrere le strade del passato, evitando gli sbagli già fatti. Il riferimento, è ovviamente, a Tangentopoli. Di cui parla pure Bobo Craxi: "La questione morale che sta emergendo nel Pd attacca - sul piano politico è assai più grave di quella che colpì a suo tempo il Psi - dovrebbero chiedere scusa a mio padre".
Ma è dal centrodestra che arrivano le critiche più dure. Secondo il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, in quello che sta accadendo tra i democratici "c'è una oggettiva 'vendetta della storia' rispetto a ciò che il Pds fece nei confronti del Psi e della Dc, nel biennio '92-'94, e, successivamente, i Ds nei confronti di Berlusconi. Ci auguriamo che nel Pd prenda corpo una consapevolezza garantista, per una convergenza su un'organica riforma delle giustizia". Ancora più duro il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri: "Quella del Pd è una catastrofe politica e morale. Cacciano il senatore Villari dal partito ma poi si tengono gli indagati e non vogliono accettare l'evidenza della questione morale al loro interno".
E c'è anche chi critica da sinistra. Come Fabio Mussi: "C'è una catena di episodi in mezza Italia - dichiara - che fanno sì che il Pd risulti investito dalla questione morale. Chi avesse avuto occhi per vedere l'avrebbe visto già da tempo, senza aspettare la magistratura. Sono felice di non aver aderito a quel partito".
Infine, Antonio Di Pietro: "Che ci sia una questione morale è indubbio. E soltanto chi finora si è ostinato a metterla sotto il tappeto ne ha la responsabilità".
1 commento:
Con quella faccia tosta che si ritrova può dire tutto quello che vuole che quei fessi degli italiani se lo bevono senza fiatare.
Posta un commento