Nessuno si aspetti rivoluzioni in Giunta. Bisogna sostituire sia Nugnes che il dimissionario Enrico Cardillo, già assessore al Bilancio che i boatos vogliono coinvolto pesantemente nell'indagine non ancora esplosa. Ma, secondo il sindaco "stiamo andando bene, benissimo, compatibilmente con i problemi della città. Non c'è niente da svoltare e sono arcistufa di sentir parlare di svolte e controsvolte". Quel che è certo è che la pratica Veltroni è chiusa, non ci sarà nessun incontro tra i due, se non a Natale, perché "durante le feste vado sempre a Roma, ci faremo gli auguri".
Resta invece col cerino in mano Bassolino. Veltroni non ha detto nulla su di lui, ma in compenso Paolo Gentiloni, responsabile della telecomunicazioni per il Pd, conferma a "Repubblica tv" che "è evidente che un ciclo è finito, ma sono i diretti interessati a dover fare le scelte". E la scelta di Bassolino è quella di non spostarsi di un millimetro. Anzi.
"Porto avanti - dice - assieme alla nuova giunta il mio impegno per Napoli e per la Campania. È una giunta in gran parte nuova, che è stata formata nel pieno dell'emergenza rifiuti per dare un forte segnale di rinnovamento e di cambiamento. Siamo impegnati ogni giorno sul fronte dei rifiuti assieme al governo e al commissariato. Lavoriamo intensamente per risanare la sanità, rilanciare la nostra economia e attivare il nuovo ciclo di fondi europei concentrandoli su grandi priorità strategiche come le infrastrutture materiali, immateriali e sociali".
Ma è soprattutto nel finale la vera risposta e a Gentiloni e a quanti nel partito si aspettano la sua imminente capitolazione: "E' dovere di tutti muoversi con senso di responsabilità, a Napoli come altrove, e con la giusta e doverosa distinzione tra partiti e istituzioni".
Insomma il partito stia al suo posto, non spetta a un segretario di partito decidere di un presidente di Regione. Arriva anche il documento di cinque dei suoi assessori, i cosiddetti tecnici non espressi direttamente dai partiti, che chiedono di andare avanti perché "i risultati si cominciano a vedere" e "non è giusto e neppure tollerabile che il dibattito pubblico si svolga in modo confuso e poco trasparente, annegando in un unico calderone accuse indistinte e generiche alle istituzioni locali".
In questo quadro, un terzo protagonista, l'ex ministro Luigi Nicolais, oggi segretario provinciale del Pd, insiste a chiedere discontinuità nelle due amministrazioni, e conferma: "Se mercoledì prossimo, nell'incontro in programma a Roma con Veltroni, non emergono risposte alle mie domande mi dimetto".
2 commenti:
Questo è uno dei tumori che sta distruggendo la polpa della sinistra italiana dopo averne distrutto l'immagine !
Non è l'unico ad avere solo uno straccio di diploma di scuola media superiore, che si è iscritto giovanissimo al PCI e ha fatto 'carriera' nell'apparato del partito:è in buona compagnia !
Tutti senza laurea !
Ti pareva che quello mollava l'osso ?!
Madda
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