30 DICEMBRE 2008
GENOVA. Il cadavere di un barbone, morto probabilmente di freddo durante la notte, è stato ritrovato stamani sotto il grande portico all’ingresso del teatro Carlo Felice, nel cuore di Genova. L’uomo, di circa 40 anni, era privo di documenti. Sul posto sono intervenuti, oltre ai soccorritori del 118, vigili urbani, carabinieri ed il medico legale Aurelio Strizzoli, che dovrà accertare età e causa del decesso. L’allarme al 118 è stato dato alle 10 da un altro senza tetto che dormiva sotto il portico del teatro assieme alla vittima. Quando ha provato a scuotere il compagno per svegliarlo, si è reso conto che era morto.
La polizia municipale, che ha il compito di pattugliare le zone frequentate dai barboni quando le temperature sono particolarmente rigide, ha spiegato di non aver notato l’uomo nella ronda notturna di ieri. I compagni di strada chiamavano Babu la vittima. Dicono che era straniero, forse dello Srilanka e aveva circa 42 anni. Raccontano che aveva abbandonato una comunità di un prete genovese e viveva per strada dall’estate scorsa. «Ci corichiamo dietro la colonna uno addosso all’altro per ripararci dal freddo - dice Felipe - i carabinieri chiamati da quelli del Carlo Felice ci hanno preso le coperte per farci andare via».
All’ingresso del grande portico del teatro Carlo Felice si è radunata una folla di curiosi. Qualche momento di tensione quando i senza tetto hanno visto i cronisti. Hanno lanciato Insulti e qualcuno ha tentato di aggredire fotografi e cameramen. Poi la salma dell’uomo è stata caricata sul furgone della polizia mortuaria e il gruppo di poveri emarginati ha applaudito commosso.
La polizia municipale, che ha il compito di pattugliare le zone frequentate dai barboni quando le temperature sono particolarmente rigide, ha spiegato di non aver notato l’uomo nella ronda notturna di ieri. I compagni di strada chiamavano Babu la vittima. Dicono che era straniero, forse dello Srilanka e aveva circa 42 anni. Raccontano che aveva abbandonato una comunità di un prete genovese e viveva per strada dall’estate scorsa. «Ci corichiamo dietro la colonna uno addosso all’altro per ripararci dal freddo - dice Felipe - i carabinieri chiamati da quelli del Carlo Felice ci hanno preso le coperte per farci andare via».
All’ingresso del grande portico del teatro Carlo Felice si è radunata una folla di curiosi. Qualche momento di tensione quando i senza tetto hanno visto i cronisti. Hanno lanciato Insulti e qualcuno ha tentato di aggredire fotografi e cameramen. Poi la salma dell’uomo è stata caricata sul furgone della polizia mortuaria e il gruppo di poveri emarginati ha applaudito commosso.
1 commento:
La barbarie di ritorno e i proveracci muoiono, come nel Medio Evo.
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