di MASSIMO RUSSO
GOOGLE ha proposto alle compagnie telefoniche e ai principali fornitori di connettività americani un progetto per avere, dietro la corresponsione di un pagamento, una corsia veloce su internet per i propri contenuti. Lo afferma il Wall Street Journal, rivelando che internamente alla società il piano è stato battezzato OpenEdge.
L'iniziativa, qualora andasse in porto, sovvertirebbe uno dei principi cardine su cui si è sviluppato il web in questi anni: la cosiddetta net-neutrality, o neutralità della rete. Si tratta del concetto secondo il quale i fornitori di connettività non possono dare la precedenza a un pacchetto di dati o contenuti che viaggia sulle proprie reti a scapito di un altro. Un'idea ereditata negli Usa dalla disciplina per la tutela della concorrenza tra compagnie telefoniche, ed estesa poi al web. Secondo il Wall Street Journal, proprio il timore da parte degli operatori di violare le direttive della Fcc, l'authority per le comunicazioni Usa, avrebbe frenato finora il raggiungimento dell'intesa. "Se lo facessimo, Washington s'infiammerebbe", ha rivelato al giornale un portavoce anonimo di una delle società coinvolte nelle trattative.
Se il piano OpenEdge andasse in porto, internet diverrebbe una piattaforma di comunicazione a due velocità, in cui le società più ricche, in grado di pagare per la superstrada, potrebbero far arrivare a i propri utenti contenuti e servizi in modo più veloce. Il che finirebbe per configurarsi come uno stop all'innovazione e alla concorrenza, ponendo una barriera all'affermazione di nuovi soggetti, più deboli per definizione.
L'iniziativa, qualora andasse in porto, sovvertirebbe uno dei principi cardine su cui si è sviluppato il web in questi anni: la cosiddetta net-neutrality, o neutralità della rete. Si tratta del concetto secondo il quale i fornitori di connettività non possono dare la precedenza a un pacchetto di dati o contenuti che viaggia sulle proprie reti a scapito di un altro. Un'idea ereditata negli Usa dalla disciplina per la tutela della concorrenza tra compagnie telefoniche, ed estesa poi al web. Secondo il Wall Street Journal, proprio il timore da parte degli operatori di violare le direttive della Fcc, l'authority per le comunicazioni Usa, avrebbe frenato finora il raggiungimento dell'intesa. "Se lo facessimo, Washington s'infiammerebbe", ha rivelato al giornale un portavoce anonimo di una delle società coinvolte nelle trattative.
Se il piano OpenEdge andasse in porto, internet diverrebbe una piattaforma di comunicazione a due velocità, in cui le società più ricche, in grado di pagare per la superstrada, potrebbero far arrivare a i propri utenti contenuti e servizi in modo più veloce. Il che finirebbe per configurarsi come uno stop all'innovazione e alla concorrenza, ponendo una barriera all'affermazione di nuovi soggetti, più deboli per definizione.
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