ROMA - Il Consiglio superiore della magistratura convoca per domani i capi di Corte e i procuratori di Salerno e Catanzaro, dopo che la guerra delle due procure ha causato l'intervento preoccupato del capo dello Stato. La decisione è stata presa dalla I commissione di Palazzo dei Marescialli riunita in seduta straordinaria. E oggi arriva anche la dichiarazione dell'imprenditore Antonio Saladino, principale indagato dell'inchiesta Why Not, messa in moto da Luigi De Magistris e al centro dello scontro tra i due uffici: "Di sicuro non ricordo di avere mai conosciuto o avuto rapporti con l'onorevole Nicola Mancino".
La dichiarazione dell'imprenditore. Saladino, che si occupa di lavoro interinale ed è stato in passato presidente della Compagnia delle opere della Calabria, risponde così alle indiscrezioni di ieri sull'indagine di Salerno secondo le quali sarebbero intercorsi rapporti tra lui e il vicepresidente del Csm. Un'accusa alla quale
Mancino si era subito dichiarato estraneo, minacciando le dimissioni ("Sono pronto a lasciare se sarò screditato", ha detto).I rapporti con Di Pietro. Saladino aggiunge poi di aver avuto rapporti con l'onorevole Di Pietro ma solo "fino a quando, nel febbraio del 2006, mi è stato notificato il primo avviso di garanzia". "In quel momento - spiega Saladino - ho comunicato ad un soggetto attualmente vicino a Di Pietro come fosse inopportuno l'incontro precedentemente fissato con lo stesso collaboratore del parlamentare per i primi di marzo dello stesso anno proprio per non creare imbarazzo all'onorevole Di Pietro".
Alfano manda gli ispettori. Stamattina il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha incaricato gli ispettori del ministero di compiere "accertamenti preliminari" a Catanzaro, così come aveva fatto a Salerno. In un'intervista al Tg2 il ministro ha detto che "il tutti contro tutti" è "inconcepibile per i cittadini che vogliono comprendere come ciò possa avvenire senza che vi sia un organo in grado di interrompere questa onta sulla giustizia".
Parla il Pg di Catanzaro. Secondo il procuratore generale di Catanzaro, Enzo Jannelli, quello che sta avvenendo tra le procure "non è una guerra": "Noi - ha spiegato - abbiamo controbattuto un provvedimento che era destabilizzante delle istituzioni. Se non avessimo agito in tal modo, nel rispetto del diritto, avremmo commesso una sorta di violazione". Jannello è convinto che "dopo le parole del Capo dello Stato ora si apre una nuova fase".
Lo sciopero degli avvocati. Oggi ha preso la parola anche il presidente del Consiglio dell'ordine degli avvocati di Catanzaro, Giuseppe Iannello, che chiede chiarezza: "Ci preoccupa moltissimo questo scontro". Ecco perché l'ordine degli avvocati di Catanzaro ha indetto uno sciopero. E c'è stata adesione totale dei legali del Foro alla prima astensione dello sciopero, che prevede tre giorni di sospensione - oggi, martedì e giovedì - dalle 11 alle 11:30, da tutte le udienze, civili, penali, amministrative e tributarie.
Cicchitto: "Situazione al limite". Della questione ha parlato anche Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl, secondo il quale la situazione è al limite dell'esplosione: "E' dal 1992-1994 che rileviamo lo straripamento di alcuni settori della magistratura sul terreno della politica con l'uso mediatico di provvedimenti quali gli avvisi di garanzia", ha affermato. "Quando poi un settore della magistratura - ha aggiunto - usa questi stessi mezzi contro altri magistrati e quest'ultimi rispondono nello stesso modo diventa evidente che ormai la situazione è insostenibile e che lo stato di diritto non c'è più".
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