ANTONIO DI PIETRO
31 Dicembre 2008
Il 2008 è stato un anno di grandi cambiamenti. Obama è diventato presidente degli Stati Uniti, la crisi economica ha costretto il mondo a ripensare al suo modello di sviluppo, i cambiamenti climatici hanno subito un’accelerazione impensabile e preoccupante.
Il 2009 sarà un anno difficile, il crollo della finanza si ripercuoterà nell’economia reale.
Nell’occupazione, nel quotidiano dei cittadini, dalla possibilità di continuare a pagare il mutuo dell’abitazione a mantenere i propri figli agli studi, fino alla pura sopravvivenza. Il numero di italiani sotto la soglia di povertà sta aumentando insieme agli sfratti e ai licenziamenti. Il 2009 è preoccupante anche per la capacità dello Stato di far fronte ai suoi impegni e ciò vale anche per molte amministrazioni locali.
Il 2009 può però essere un anno di svolta, del recupero del senso di solidarietà nazionale e di un progetto per il futuro per l’Italia. Oppure, ci può attendere un lento declino industriale, sociale e politico in perfetta continuità con il presente. Il 2009 può essere un anno in cui le parole legge, giustizia, uguaglianza vengano rivalutate insieme alla questione morale, che altro non è che la prevalenza degli onesti nella società.
O la conferma dell’attuale presenza di centinaia di condannati e inquisiti in Parlamento e il continuo tentativo di Berlusconi e dei suoi seguaci e accoliti, anche nelle file dell’opposizione, di sottrarsi in ogni modo alla legge. Il 2009 sarà, nel bene o nel male, un anno di svolta. Si metteranno le basi per una dittatura morbida, apripista del dilagare della corruzione e dello sfascio economico, due fattori che potrebbero intaccare la stessa unità nazionale, o invece, si ripartirà per una nuova fase della Repubblica.
So che molte famiglie passeranno le feste senza un lavoro e con l’angoscia per il domani. Queste persone ascoltano i proclami carnevaleschi di Berlusconi che invita a spendere per rilanciare l’economia e si sentono prese in giro. Tra di loro vi sono i 12.000 licenziati dell’Alitalia, i 9.000 della Telecom Italia e decine di migliaia di lavoratori di piccole e medie aziende.
All’appello del nuovo anno mancano 1300 persone, cadute sul lavoro, una vergogna insostenibile per un Paese civile. Soprattutto ai loro familiari e ai disoccupati va il mio augurio di Buon Anno e insieme la promessa che io e l’Italia dei Valori faremo tutto il possibile per restituire agli italiani la dignità del lavoro e l’orgoglio di vivere in uno Stato in cui prevalgano onestà e competenza.
Buon 2009 da Antonio Di Pietro.
Nell’occupazione, nel quotidiano dei cittadini, dalla possibilità di continuare a pagare il mutuo dell’abitazione a mantenere i propri figli agli studi, fino alla pura sopravvivenza. Il numero di italiani sotto la soglia di povertà sta aumentando insieme agli sfratti e ai licenziamenti. Il 2009 è preoccupante anche per la capacità dello Stato di far fronte ai suoi impegni e ciò vale anche per molte amministrazioni locali.
Il 2009 può però essere un anno di svolta, del recupero del senso di solidarietà nazionale e di un progetto per il futuro per l’Italia. Oppure, ci può attendere un lento declino industriale, sociale e politico in perfetta continuità con il presente. Il 2009 può essere un anno in cui le parole legge, giustizia, uguaglianza vengano rivalutate insieme alla questione morale, che altro non è che la prevalenza degli onesti nella società.
O la conferma dell’attuale presenza di centinaia di condannati e inquisiti in Parlamento e il continuo tentativo di Berlusconi e dei suoi seguaci e accoliti, anche nelle file dell’opposizione, di sottrarsi in ogni modo alla legge. Il 2009 sarà, nel bene o nel male, un anno di svolta. Si metteranno le basi per una dittatura morbida, apripista del dilagare della corruzione e dello sfascio economico, due fattori che potrebbero intaccare la stessa unità nazionale, o invece, si ripartirà per una nuova fase della Repubblica.
So che molte famiglie passeranno le feste senza un lavoro e con l’angoscia per il domani. Queste persone ascoltano i proclami carnevaleschi di Berlusconi che invita a spendere per rilanciare l’economia e si sentono prese in giro. Tra di loro vi sono i 12.000 licenziati dell’Alitalia, i 9.000 della Telecom Italia e decine di migliaia di lavoratori di piccole e medie aziende.
All’appello del nuovo anno mancano 1300 persone, cadute sul lavoro, una vergogna insostenibile per un Paese civile. Soprattutto ai loro familiari e ai disoccupati va il mio augurio di Buon Anno e insieme la promessa che io e l’Italia dei Valori faremo tutto il possibile per restituire agli italiani la dignità del lavoro e l’orgoglio di vivere in uno Stato in cui prevalgano onestà e competenza.
Buon 2009 da Antonio Di Pietro.
1 commento:
Ma il Berlusca è sempre lì ! :-((
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