martedì 16 dicembre 2008

Il governo del 25%

ANTONIO DI PIETRO

Riporto un’intervista di Repubblica di oggi. In Abruzzo ha vinto il partito degli astenuti, con il 47% dei "non voti". Chi governa lo fa con un 25% scarso del consenso degli aventi diritto al voto. Il centrosinistra ha perso perché ha riscosso poco meno il 24%. La parola “trionfo” usata da alcune testate per dipingere il risultato elettorale favorevole al Pdl è completamente fuori luogo.

L’Italia dei Valori ha visto riconosciuto il proprio lavoro basato su coerenza, moralità e proposte concrete.

L’Italia dei Valori "ha vinto" (15,1% dei votanti, rispetto il 2,5% delle precedenti regionali), perché rappresenta ogni giorno di più il popolo italiano e non perché sta “erodendo” il consenso del Partito Democratico come si affrettano a sostenere alcuni alti dirigenti del Pd.

Più persone avranno modo di ascoltare la nostra voce, più il nostro consenso crescerà nel futuro. Purtroppo c'è un problema grave in questo Paese, che rappresenta anche un blocco allo sviluppo, è l’informazione che ovunque giace in catene.


Testo dell'intervista:

Repubblica: Il suo partito ha avuto un ottimo risultato, ma per il centrosinistra è stata una débacle. Di chi è la colpa, onorevole Di Pietro?
Di Pietro: «Non è un´analisi corretta. Nel centrosinistra c´è stata piuttosto una resa dei conti tra le due anime. Una è la nostra, di chi pensa che la questione morale, se risolta, porta a una democrazia migliore e compiuta. E noi, Italia dei valori, abbiamo stravinto: siamo passati dal 2,4% delle regionali al 14 per cento. E poi c´è un´altra realtà, quella che dice: facciamo a meno di Di Pietro e passa il "pizzino" all´avversario. È questa anima della coalizione di centrosinistra che è stata sconfitta. È bene che il partito riformista faccia un bagno di umiltà e invece di criminalizzare sempre la nostra azione ammetta che l´elettore si riconosce di più in questa nostra linearità di comportamento che nelle alchimie del Palazzo».


Repubblica: È una critica forte al Partito democratico, la sua?

Di Pietro: «Non è il momento. Italia dei valori ha avuto un risultato importante e quindi ci sentiamo la responsabilità di guidare la coalizione di centrosinistra verso il riscatto e verso una alternativa di governo possibile. Con questo successo non ci mettiamo certo a fare le pulci agli altri, ma puntiamo a impegnarci ancora di più. Ripeto, vogliamo governare il cambiamento che passa attraverso la questione morale, davvero da risolvere una volta per tutte. È la questione morale che ha punito i partiti maggiori i quali hanno fatto orecchie da mercante. Anche il Pdl ha perso quattro punti, e non è cosa da poco».


Repubblica: Il Pdl ha vinto, onorevole Di Pietro. Il Pd ha perso, dove ha sbagliato?

Di Pietro: «Nelle file dei Democratici c´è stato chi ha avuto voglia di liberarsi di Idv e chi invece ha sempre voluto dialogare. Veltroni non ha mai rotto i ponti con noi, ha mantenuto questo contatto ed è stato anche avversato per la sua scelta. Ebbene, il segretario salti il fosso e gli altri sappiano che l´alleanza con noi porta a un risultato che può permetterci di competere con il centrodestra, altrimenti si va nel ghetto dell´opposizione a vita come il vecchio Pci, con tutto il rispetto».


Repubblica
: Veramente nel Pd l´opinione che sembra prevalere, proprio dopo il risultato abruzzese, è che Idv "cannibalizzi" gli alleati.

Di Pietro: «Ma facciano un bagno di umiltà: se l´elettore vota un partito piuttosto che un altro, si devono interrogare su chi sono loro, se sono ancora specchio della società, se la rappresentano, Credo che questa sia la giusta impostazione. Se uno perde voti deve chiedersi perché li ha persi, non perché ha vinto l´altro».


Repubblica: Sarebbe possibile un´alleanza più ampia, anche con l´Udc di Casini?

Di Pietro: «L´Udc è una sigla dietro la quale si trova un partito che deve ancora decidere cosa vuol fare e come si vuole collocare. Un partito che pensava di lucrare correndo da solo in Abruzzo e invece è stato lucrato, infatti Udc e Udeur insieme alle ultime regionali avevano il 10 per cento, ora i centristi hanno la metà dei consensi. E poi sono come quella donna che si fa corteggiare a destra e a sinistra, e alla fine nessuno se la prende. Premesso quindi che non sappiamo quali idee hanno, guardiamo alle persone. Dall´Udc dei Tabacci imparo qualcosa, dall´Udc dei Cuffaro mi scanso per evitare di rimanere sfregiato».


Repubblica: Il candidato del centrosinistra, Costantini, ha avuto meno voti della coalizione: non è stato trainante?

Di Pietro: «Lo dicono quegli strateghi del Pd? Anche su questo dovrebbero riflettere, il voto disgiunto predicato da Del Turco e praticato dai tanti turchi nostrani ha prodotto questo effetto. Ci sono state attività lobbistiche per fare votare il partito e non il candidato presidente. Si credeva di fare un dispetto a me, invece si sono comportati come quel marito tradito che per punire la moglie...».

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