LUIGI LI GOTTI
30 Dicembre 2008
Qualcuno aveva pensato che la “questione morale”, specie in un momento di grave crisi economica, fosse di più ridotto interesse per gli italiani.
Qualcuno aveva anche pensato che la “questione morale” fosse stata retrocessa, essendo gli italiani molto più preoccupati per la illegalità di strada e per la sicurezza individuale compromessa. Qualcuno aveva pure pensato che la “questione morale” fosse meno avvertita del “pericolo” della immigrazione irregolare.
I governanti hanno favorito questa opinione, parlando di emergenza economica, di emergenza sicurezza, di emergenza “clandestini”, senza alcuna attenzione per la “questione morale”.
Le scelte dei governanti sono state, in questi mesi, proprio in quest’ottica.
L’Italia dei Valori, non ha invece mai rinunziato a proporre, come tema di irrisolta attualità, la “questione morale”.
Nel nome delle asserite “vere” emergenze, la maggioranza politica del paese e il governo, hanno fatto le loro scelte e hanno dimostrato indifferenza per la “questione morale”.
Si ascrivono alla spregiudicata indifferenza, diversi fatti (dalla elezione di condannati e indagati, anche per mafia, alla impunità per il presidente del consiglio, al diniego alle richieste della magistratura di autorizzazione a provvedimenti giudiziari riguardanti parlamentari).
In quest’ottica, sono state con grande insofferenza recepite le iniziative della magistratura su questioni afferenti la “questione morale”.
Tutto è improvvisamente cambiato nel momento in cui Cristiano Di Pietro, ha raccomandato alcuni professionisti perché potesse valutarsi la loro nomina in commissioni di collaudo di alcune opere.
Ed ecco che la “questione morale” è stata scoperta dal centrodestra che proclama, che su questo tema andrà avanti “come un carro armato”.
Il proclama dovrebbe preludere a qualche dolorosa decisione. Facciamone un sommario, molto sommario, elenco:
a) sospensione dal gruppo del PdL alla Camera, del vice presidente del gruppo, on. Bocchino;
b) sospensione dal gruppo del PdL al Senato, del sen. Marcello Dell’Utri (condannato in primo grado a 9 anni di reclusione per mafia) e voto favorevole dell’assemblea del senato alla richiesta della magistratura di utilizzazione delle telefonate del sen. Dell’Utri con alcuni familiari di mafiosi siciliani;
c) ritiro della nomina dell’on. Nicola Cosentino a sottosegretario, a causa delle indagini per collusione con la camorra che lo riguardano;
d) abrogazione della legge cosiddetta “Alfano” e, nel frattempo, sospensione dell’on. Silvio Berlusconi dal gruppo del PdL della Camera.
Ho fatto solo quattro esempi (ma i casi sono diverse decine) più significativi.
Ma, voi cittadini, pensate veramente alla storia del “carro armato” guidato dal sen. Gasparri? La verità è che la speranza del centro-destra (e non solo) è quella di depotenziare la battaglia dell’Italia dei Valori per un paese pulito e onesto, nella convinzione che ha l’Italia dei Valori che la politica debba offrire esempi e coerenza. Non si può combattere la mafia ed eleggere i condannati per mafia o fare sottosegretari, indagati per mafia. Non si può chiedere onestà, se il presidente del consiglio è imputato (ma il processo è sospeso grazie alla legge Alfano) di atti disonesti.
La forza della politica (anzi l’autorevolezza della politica) è nel prendere decisioni vestite di moralità, trasparenza, rispetto per i cittadini. Ma se la politica si autoassolve e protegge i suoi esponenti, non è e non sarà mai autorevole, bensì solo cialtrona. L’Italia dei Valori, ha questa autorevolezza e la esercita (anche dolorosamente), perché ha assunto un impegno con tutti gli italiani.
Noi ci battiamo e ci batteremo sempre per un paese che desideriamo onesto e pulito, senza sconti per nessuno. Nel nome e nel rispetto di questo nostro impegno, saremo con noi stessi ancora più rigorosi, anzi eccessivamente rigorosi. Noi rispettiamo i cittadini e vorremmo, però, che anche i cittadini pretendessero qualcosa dai partiti che hanno votato e chiedessero, ad esempio, a Gasparri di fare realmente il “carro armato” sulla questione morale.
Noi ne saremmo compiaciuti perché vorrebbe dire che la “questione morale” ha toccato il cuore dei politici.
Ma se così non fosse e se nessuna delle quattro ipotesi sopraindicate, trovasse una soluzione nel segno del rispetto, della correttezza e della coerenza, allora vorrebbe solo dire che a crescere non è la sensibilità per la morale, ma la cialtroneria e la solidarietà con i disonesti.
1 commento:
Tanto perla precisione !
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