LA STAMPA
16/12/2008
MICHELE AINIS
MICHELE AINIS
La commissione Trasporti della Camera sta per trasportarci nel paradiso degli astemi. Il tasso alcolico consentito per chi impugna un volante già ora è troppo basso: 0,5 per cento, due bicchieri di vino. Dall’anno prossimo la tolleranza scende ulteriormente a 0,2 per cento. Significa che se pasteggi ad acqua minerale, ma poi chiudi la cena con un goccio d’amaro, come minimo ti viene sequestrata la patente. Sicché approfittane, è l’ultimo Natale. Dopo sarà sempre Quaresima.
No, la commissione Trasporti vuole trasportarci nell’inferno dei reietti. Perché dopotutto è questa la stazione d’arrivo dell’ultima idea bipartisan (a proposito, ma destra e sinistra non erano come cane e gatto? Si vede che quando c’è da mettere al muro gli italiani scatta un’assonanza d’amorosi sensi). E il mezzo di locomozione è sempre lo stesso da decenni: la Gazzetta Ufficiale. Le cronache registrano un caso di pedofilia? La politica triplica le pene per i pedofili. A Napoli la monnezza lievita come panna montata? Altra legge, altro castigo. Gli incidenti stradali del week-end? Un tratto di penna del legislatore e verranno cancellati. Tanto varrebbe aggiungere nella prossima Gazzetta Ufficiale che d’ora in poi gli uomini possono volare, così magari ci svegliamo con un paio d’ali piumate sulle spalle.
Di fronte a questa peste legificatrice non serve impiccarsi sui dettagli. Come le statistiche falsate da soglie alcoliche prossime allo zero, che puntano l’indice contro l’ubriachezza quando l’incidente deriva da ben altre cause. O come la trovata bislacca (e a sua volta bipartisan, come sbagliarsi?) che vorrebbe incrudelire le sanzioni per i trentenni, lasciando indenni gli ottantenni. Ma il guaio, o per meglio dire la tragedia, è che un’idea così suona insieme arbitraria e velleitaria. È arbitraria, perché l’amaro dopocena è un rito un po’ per tutti gli italiani, e perché se tutti sono colpevoli allora nessuno è colpevole davvero. Anzi: sarà colpevole chi incrocia un poliziotto senza compassione, chi ha la faccia antipatica, chi si fa prendere dai nervi gonfiando il palloncino.
La repressione di massa trasforma giocoforza il potere dell’autorità in capriccio. Ed è velleitaria perché maschera l’inefficienza dei controlli sotto la falsa efficienza delle norme. In Italia s’esegue ogni anno un milione di alcol-test, contro i 10 milioni in Francia. Sempre in Italia, se vai sotto processo te la cavi quasi sempre con una prescrizione (a Napoli, nel 2007, un reato estinto ogni 13 minuti). La vera emergenza è l’incertezza della pena, ha detto ieri il capo della Polizia. Appunto.
michele.ainis@uniroma3.it
No, la commissione Trasporti vuole trasportarci nell’inferno dei reietti. Perché dopotutto è questa la stazione d’arrivo dell’ultima idea bipartisan (a proposito, ma destra e sinistra non erano come cane e gatto? Si vede che quando c’è da mettere al muro gli italiani scatta un’assonanza d’amorosi sensi). E il mezzo di locomozione è sempre lo stesso da decenni: la Gazzetta Ufficiale. Le cronache registrano un caso di pedofilia? La politica triplica le pene per i pedofili. A Napoli la monnezza lievita come panna montata? Altra legge, altro castigo. Gli incidenti stradali del week-end? Un tratto di penna del legislatore e verranno cancellati. Tanto varrebbe aggiungere nella prossima Gazzetta Ufficiale che d’ora in poi gli uomini possono volare, così magari ci svegliamo con un paio d’ali piumate sulle spalle.
Di fronte a questa peste legificatrice non serve impiccarsi sui dettagli. Come le statistiche falsate da soglie alcoliche prossime allo zero, che puntano l’indice contro l’ubriachezza quando l’incidente deriva da ben altre cause. O come la trovata bislacca (e a sua volta bipartisan, come sbagliarsi?) che vorrebbe incrudelire le sanzioni per i trentenni, lasciando indenni gli ottantenni. Ma il guaio, o per meglio dire la tragedia, è che un’idea così suona insieme arbitraria e velleitaria. È arbitraria, perché l’amaro dopocena è un rito un po’ per tutti gli italiani, e perché se tutti sono colpevoli allora nessuno è colpevole davvero. Anzi: sarà colpevole chi incrocia un poliziotto senza compassione, chi ha la faccia antipatica, chi si fa prendere dai nervi gonfiando il palloncino.
La repressione di massa trasforma giocoforza il potere dell’autorità in capriccio. Ed è velleitaria perché maschera l’inefficienza dei controlli sotto la falsa efficienza delle norme. In Italia s’esegue ogni anno un milione di alcol-test, contro i 10 milioni in Francia. Sempre in Italia, se vai sotto processo te la cavi quasi sempre con una prescrizione (a Napoli, nel 2007, un reato estinto ogni 13 minuti). La vera emergenza è l’incertezza della pena, ha detto ieri il capo della Polizia. Appunto.
michele.ainis@uniroma3.it
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