di Paola Zanca
Il treno partirà da Modena il prossimo 27 gennaio. A bordo, seicento studenti delle scuola superiori di Modena. Destinazione Auschwitz. È uno dei tanti “viaggi della memoria”, quelle iniziative destinate alle scuole per insegnare ai giovani a non dimenticare gli orrori dell’Olocausto. La organizzano un po’ in tutta Italia, dalla Lombardia al Lazio, dal Piemonte alla Toscana. In Emilia Romagna a occuparsene è la Fondazione Fossoli. Un’istituzione nata dodici anni fa nel luogo, a sei chilometri da Carpi, dove le SS nel ’44 raccoglievano i deportati da mandare nei lager.
Un fiore all’occhiello della città, Modena, che è già Medaglia d’oro alla Resistenza. E che ora ha subito uno sfregio. «Un Treno per Auschwitz», infatti, quest’anno non avrà il patrocinio del Ministero dell’Istruzione. Lo ha deciso il ministro Mariastella Gelmini, che ha giudicato l’iniziativa troppo «locale» per meritare lo stemma di viale Trastevere.
«Un affronto e una figuraccia di livello nazionale» la definisce Stefano Bonaccini, segretario provinciale del Pd di Modena, che ha pensato bene di lanciare un appello a due suoi illustri concittadini, Carlo Giovanardi e Isabella Bertolini. Uno è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’altra è stata eletta alla Camera nelle liste del Popolo delle Libertà. Bene, provoca Bonaccini, che siano loro, modenesi doc, a dire che quella di Auschwitz è un’iniziativa «locale». Anche perché, questo il clamoroso paradosso, dal 2006, il treno viaggia sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e dal 2007 ha il patrocinio dei presidenti di Senato e Camera. Negli ultimi due anni, infine, anche il Ministero della Pubblica Istruzione aveva dato il suo appoggio al progetto didattico.
Oltre a Giovanardi e Bertolini, dovranno rispondere del niet anche gli altri onorevoli del Pdl: la deputata Pd Manuela Ghizzoni, infatti, ha presentato un'interrogazione parlamentare in cui chiede le ragioni della scelta fatta dal ministero. «“Un treno per Aushwitz” – spiega la Ghizzoni – non è solo un viaggio della memoria, è soprattutto un contenitore di proposte didattiche per studenti e insegnanti e rappresenta il momento più significativo di un intenso percorso di studio, conoscenza e formazione, che si sviluppa lungo l’intero anno scolastico in stretta collaborazione con le autonomie scolastiche. Insieme ai ragazzi viaggiano testimoni, musicisti, scrittori, giornalisti e ricercatori che con la loro presenza arricchiscono e valorizzano ulteriormente il progetto». Niente a cui si possa associare l’aggettivo «locale». Per questo, Manuela Ghizzoni chiede «se, in considerazione del valore etico, delle ricadute didattiche e delle valenze formative dell’iniziativa il ministro Gelmini non intenda rivedere la sua posizione».
In serata, uno scarno comunicato del ministero smentisce: «Il progetto - si legge - anche quest'anno ha ricevuto il patrocino del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. In particolare - aggiungono - in relazione a quanto affermato dall'on. Ghizzoni, si precisa che il ministero, ricevuta la richiesta di patrocinio per questa importante iniziativa, ha immediatamente attivato l'Ufficio scolastico regionale competente. Lo scorso novembre - concludono - l'Ufficio scolastico regionale per l'Emilia Romagna ha confermato l'avvenuta concessione».
29 dicembre 2008
Un fiore all’occhiello della città, Modena, che è già Medaglia d’oro alla Resistenza. E che ora ha subito uno sfregio. «Un Treno per Auschwitz», infatti, quest’anno non avrà il patrocinio del Ministero dell’Istruzione. Lo ha deciso il ministro Mariastella Gelmini, che ha giudicato l’iniziativa troppo «locale» per meritare lo stemma di viale Trastevere.
«Un affronto e una figuraccia di livello nazionale» la definisce Stefano Bonaccini, segretario provinciale del Pd di Modena, che ha pensato bene di lanciare un appello a due suoi illustri concittadini, Carlo Giovanardi e Isabella Bertolini. Uno è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, l’altra è stata eletta alla Camera nelle liste del Popolo delle Libertà. Bene, provoca Bonaccini, che siano loro, modenesi doc, a dire che quella di Auschwitz è un’iniziativa «locale». Anche perché, questo il clamoroso paradosso, dal 2006, il treno viaggia sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica e dal 2007 ha il patrocinio dei presidenti di Senato e Camera. Negli ultimi due anni, infine, anche il Ministero della Pubblica Istruzione aveva dato il suo appoggio al progetto didattico.
Oltre a Giovanardi e Bertolini, dovranno rispondere del niet anche gli altri onorevoli del Pdl: la deputata Pd Manuela Ghizzoni, infatti, ha presentato un'interrogazione parlamentare in cui chiede le ragioni della scelta fatta dal ministero. «“Un treno per Aushwitz” – spiega la Ghizzoni – non è solo un viaggio della memoria, è soprattutto un contenitore di proposte didattiche per studenti e insegnanti e rappresenta il momento più significativo di un intenso percorso di studio, conoscenza e formazione, che si sviluppa lungo l’intero anno scolastico in stretta collaborazione con le autonomie scolastiche. Insieme ai ragazzi viaggiano testimoni, musicisti, scrittori, giornalisti e ricercatori che con la loro presenza arricchiscono e valorizzano ulteriormente il progetto». Niente a cui si possa associare l’aggettivo «locale». Per questo, Manuela Ghizzoni chiede «se, in considerazione del valore etico, delle ricadute didattiche e delle valenze formative dell’iniziativa il ministro Gelmini non intenda rivedere la sua posizione».
In serata, uno scarno comunicato del ministero smentisce: «Il progetto - si legge - anche quest'anno ha ricevuto il patrocino del ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca. In particolare - aggiungono - in relazione a quanto affermato dall'on. Ghizzoni, si precisa che il ministero, ricevuta la richiesta di patrocinio per questa importante iniziativa, ha immediatamente attivato l'Ufficio scolastico regionale competente. Lo scorso novembre - concludono - l'Ufficio scolastico regionale per l'Emilia Romagna ha confermato l'avvenuta concessione».
29 dicembre 2008
2 commenti:
La classica figura di merda !
"BUON ANNO A TUTTI... meno che a uno, anzi mezzo"!
Come sarà il 2009? Non c’è nessuno - ma per chi ci crede ci sono i soliti oroscopi - che abbia le carte in regola per formulare previsioni attendibili circa il nostro futuro prossimo. Non sappiamo se ci sarà un collasso dell’economia. Non sappiamo se la crisi durerà uno o più anni. Non sappiamo se il prezzo del petrolio salirà o scenderà. Non sappiamo se ci sarà inflazione o deflazione, se l’euro si rafforzerà o si indebolirà. Non sappiamo se gli Usa del nuovo-Presidente saranno diversi da quelli del Presidente-guerrafondaio. Non sappiamo se Istraele e Palestina continueranno a scannarsi per tutta la vita. Non sappiamo nada de nada! La stampa, i politici, i sindacati, tacciono! Stra-parlano soltanto di federalismo, riforma della giustizia, cambiamento della forma dello Stato, grandi temi utopici che vengono quotidianamente gettati ad una stampa famelica di pseudo-notizie, mentre i veri cambiamenti si stanno preparando, silenziosamente, nelle segrete stanze. Comunque, anche se i prossimi anni non ci riservassero scenari drammatici, e la crisi dovesse riassorbirsi nel giro di un paio d’anni, non è detto che l’Italia cambierà davvero sotto la spinta delle tre riforme di cui, peraltro, si fa fino ad oggi solo un gran parlare. Del resto, non ci vuole certo la palla di vetro per intuire che alla fine la riforma presidenzialista non si farà (e se si farà, verrà abrogata dall'ennesimo referendario di turno), mentre per quanto riguarda le altre due riforme - federalismo e giustizia - se si faranno, sarà in modo così... all'italiana che porteranno più svantaggi che vantaggi: dal federalismo è purtroppo lecito aspettarsi solo un aumento della pressione fiscale, perché l’aumento della spesa pubblica appare il solo modo per ottenere il consnenso di tutta "la casta", e poi dalla riforma della giustizia verrà soltanto una "comoda" tutela della privacy al prezzo di un'ulteriore aumento della compra-vendita di politici, amministratori e colletti bianchi. Resta difficile capire, infatti, come la magistratura potrà perseguire i reati contro la pubblica amministrazione se "la casta" la priverà del "fastidioso" strumento delle intercettazioni telefoniche. Così, mentre federalismo, giustizia, presidenzialismo, occuperanno le prime pagine, è probabile che altre riforme e altri problemi, certamente più importanti per la gente comune, incidano assai di più sulla nostra vita. Si pensi alla riforma della scuola e dell’università, a quella degli ammortizzatori sociali, a quella della Pubblica Amministrazione. Si tratta di tre riforme di cui si parla poco, ma che, se andranno in porto, avranno effetti molto più importanti di quelli prodotti dalle riforme cosiddette maggiori. Forse non a caso già oggi istruzione, mercato del lavoro e pubblica amministrazione sono i terreni su cui, sia pure sottobanco, l’opposizione sta collaborando più costruttivamente con il governo. Ma il lato nascosto dei processi politici che ci attendono non si limita alle riforme ingiustamente percepite come minori. Ci sono anche temi oggi sottovalutati ma presumibilmente destinati ad esplodere: il controllo dei flussi migratori, il sovraffollamento delle carceri e l'emergenza salari. Sono problemi di cui si parla relativamente poco non perché siano secondari, ma perché nessuno ha interesse a farlo. Il governo non ha interesse a parlarne perché dovrebbe riconoscere un fallimento: gli sbarchi sono raddoppiati, le carceri stanno scoppiando esattamente come ai tempi dell’indulto e gli stipendi degli italiani sono i più bassi d'europa. L'opposizione non può parlarne perché ormai sa che le sue soluzioni-demagogiche - libertà, tolleranza, integrazione, solidarietà - riscuotono consensi solo nei salotti intellettuali. Eppure è molto probabile che con l’aumento estivo degli sbarchi, le carceri stipate di detenuti, i centri di accoglienza saturi, ed il mondo del lavoro dipendente duramente provato da un caro prezzi che non accenna a deflazionare, il governo si trovi ad affrontare una drammatica emergenza. Intanto, in Italia prosegue la propaganda dell'ottimismo a tutti i costi: stampa, sindacati e politica ci fanno sapere solo ciò che fa più comodo ai loro giochi, e "noi"- a forza di guardare solo dove la politica ci chiede di guardare - rischiamo di farci fottere. Buon Anno!
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