11/12/2008
UGO MAGRI
UGO MAGRI
Il Cavaliere vi spalanca le porte del Pdl. E voi dell’Udc che fate, entrate?
«Premessa: nei confronti di Berlusconi voglio usare un tono cortese. Per cui rispondo che mi fa piacere la sua offerta. Ma non la capisco. Anzi, mi sembra uno scherzo».
Il premier, Casini, non scherza affatto.
«Allora, come mai ha appena messo un veto all’alleanza con l’Udc in Abruzzo? Prima ci tratta come appestati, poi ci invita a trasferirci in casa sua...».
Forse ha deciso di prendervi con le buone maniere, visto che le cattive non hanno funzionato.
«Se da oggi vuol dare inizio alla stagione del rispetto reciproco, io sono contento. L’Udc è disponibile a un rapporto serio e concreto col Pdl, col quale tra l’altro condivide parecchie responsabilità in sede amministrativa. Purché si parta dalla consapevolezza che noi siamo un partito con la sua autonomia. E che non possiamo tradire il nostro patto con gli elettori».
Berlusconi in sostanza vi chiede di confluire.
«Non ci passa per l’anticamera del cervello».
Nemmeno se vi trovaste con le spalle al muro?
«Guardi questo sondaggio, è di un istituto serio. L’Udc viene stimato al 6,2 per cento. Cresciamo rispetto alle Politiche di aprile. A questo punto, attendiamo con animo sereno la verifica delle Europee. Gli elettori ci premiano proprio perché siamo coerenti».
La Russa, che coordina An, vi intima di smetterla con la politica «dei due forni».
«Lo vede? E’ la conferma che siamo al ritornello solito del figliol prodigo, del vitello grasso, ora della porta aperta...».
Nessuna novità?
«No. Se ne esistessero, non ci sarebbe la dichiarazione di La Russa».
Intanto, però, siete pronti a sedere al tavolo sulla riforma della giustizia, con il ministro Alfano...
«Mica è un piacere che facciamo a Berlusconi! Semmai, agli italiani. Anzi, chiediamo al Pd di non tirarsi indietro, perché la stagione riformista deve prendere il via».
Cominciando proprio dalla giustizia?
«Se lo sostiene perfino Violante, che del “partito dei giudici” a torto o ragione fu considerato l’ispiratore, il Pd non può non ascoltarlo».
Al tavolo di concertazione, Veltroni manderebbe il ministro ombra Tenaglia. Le sembra un segnale incoraggiante?
«Con tutto il rispetto per le competenze tecniche di Tenaglia, auspico che ad assumersi la responsabilità sia Veltroni. Le decisioni spettano a lui».
Silvio però dice: mai sederò a un tavolo con i vecchi marxisti-leninisti...
«Lui ci ha abituato a un’alternanza tra cortesie e insulti. Quando usa questi toni, si squalifica da solo. Al Pd consiglio di non cadere nel tranello delle provocazioni»
A ostacolare il dialogo c’è pure Di Pietro.
«Dal suo punto di vista, io lo capisco. Il giustizialismo gli fa crescere i voti, e lui lo cavalca. A costo di fornire l’alibi a un certo primitivismo che alberga nel Pdl. Arrivo a dire che Di Pietro mi sembra spesso funzionale al berlusconismo più aggressivo».
A proposito di berlusconismo aggressivo: anche lei, come Fini, teme una deriva «cesarista»?
«Tutto ciò che altri vedono oggi, io l’avevo toccato con mano alle scorse elezioni. Il “cesarismo” è nel dna del Pdl, non a caso fondato da un predellino».
Il Cavaliere vi chiede di entrare nel Pdl. Ma il Pdl a sua volta bussa per entrare nel Ppe, dove voi già siete... L’Udc voterà contro?
«Lo decideremo con Cesa e Buttiglione. Comunque, nulla è più stucchevole che esportare le nostre lotte interne. Sfido a trovare una mezza parola da me pronunciata in Europa contro chi guida il governo del mio Paese».
Eppure Berlusconi è ossessionato dall’Udc...
«Così sembra».
Non sarà che prova invidia per i politici alti e prestanti, tipo Obama?
«La differenza è che io non sono abbronzato. E soprattutto non sono presidente degli Stati Uniti...».
1 commento:
Casini non ha detto "gnaffe" (in fede mia), grazie no.
Staremo a vedere.
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