domenica 7 dicembre 2008

"Tra la nostra gente sale la rabbia chi è inquisito si faccia da parte"

LA REPUBBLICA
di LUCIANO NIGRO

BOLOGNA - "Chi è coinvolto in indagini delicate, farebbe bene a valutare l'opportunità delle proprie scelte. Se toccasse a me, mi farei da parte". E' allarmato Sergio Cofferati per l'affiorare di una questione morale anche nel Pd ("Cinque o sei casi rilevanti sono una faccenda seria"), per le risse interne ("Siamo al livello di guardia, la nostra gente prima ci guardava litigare con fastidio, ora ci dice "basta" e se non l'ascoltiamo rischiamo grosso"), per l'avanzare di proposte di alleanze con il Carroccio ("Scherziamo, con la Lega?"). Il sindaco che ha rinunciato a ricandidarsi per la famiglia, parla del suo partito da battitore libero di lusso.

Sindaco Cofferati, da Firenze alla Campania, passando per l'Abruzzo, le inchieste giudiziarie scuotono il Pd.
"Sono casi diversissimi tra loro e le specificità non vanno sottovalutate. Ma è giusto domandarsi quale quadro compongono queste tessere, perché l'opinione pubblica se lo chiede".

Appunto. Quanto è grave la questione morale nel suo partito?
"Quando i casi sono più d'uno, e di rilievo, è bene riflettere, verificare se c'è un clima che può far venire meno il necessario rigore e farvi fronte".

In che modo?
"Recuperando i valori costitutivi, puntando sul rispetto rigoroso delle regole e praticando la trasparenza". Nessuna sanzione? Non sarebbe ora di sospendere qualcuno?
"All'azione preventiva del partito che difende se stesso, preferisco l'assunzione di responsabilità dei singoli".


Si deve dimettere Bassolino?
"Non voglio giudicare i singoli casi".

E il sindaco Iervolino?
"Rosa non è neppure indagata".

Un indagato può correre per le primarie come avviene a Firenze?
"Sono fedele al principio che chiunque è innocente fino a prova contraria. Però entrano in gioco anche valutazioni di opportunità. Non lo dico per altri, ma se fossi io farei un passo a lato. Per difendersi meglio e non condizionare altri alle proprie esigenze di difesa".

Anche al netto degli scandali, il Pd sembra una nave allo sbando con la ciurma perennemente azzuffata. Serve un nuovo capitano?
"Ci mancherebbe. In una situazione così difficile, con una crisi di questa portata e le elezioni alle porte, è indispensabile che il gruppo dirigente faccia uno sforzo straordinario per ritrovare la coesione che serve ad affrontare l'emergenza".

Già sentito. Ma a parte rari momenti di tregua, dal Piemonte alla Sardegna, è rissa permanente.
"Non è un appello di rito, il mio. Ne va della nostra credibilità. Perciò bisogna voltare pagina con certi comportamenti, in modo visibile. A tutti i livelli".

A chi parla? A D'Alema e ai suoi Red?
"Non è da lì che partono le polemiche. Parisi non è iscritto a Red".

Per Parisi Veltroni dovrebbe fare le valigie.
"Sarebbe un disastro. Veltroni l'abbiamo chiamato in una fase drammatica, faceva il sindaco di Roma. E' stato eletto da una consultazione vastissima, chiamato in stato di necessità per la crisi del governo di centrosinistra. Ha avuto il mandato di guidare il partito alle elezioni nella condizione peggiore. E si è detto: quale che sia il risultato, costruirà il Pd".

Nessuno può mettere in discussione il capo?
"Per questo ci sono i congressi. Io, è noto, l'avrei fatto subito dopo il voto. Ora è fissato per l'anno prossimo. Quella è l'occasione. E io sosterrò la riconferma di Veltroni perché per formare un nuovo gruppo dirigente ci vuole tempo".

E se fosse Bersani il successore di Veltroni?
"Al congresso si discuterà di uomini e programmi. Sono amico di Bersani, sta facendo bene, è uno dei più stimati e tutti i giorni mette i mattoni dove vanno messi, ma per realizzare un partito nuovo c'è bisogno di Veltroni".

Se il segretario si ritira, lei si mette in gioco?
"Non c'è motivo perché si ritiri. Io sono a disposizione di un lavoro collegiale, ma con i limiti che ho già detto".

Magari farà il leader del Pd del Nord.
"Il partito del nord è sbagliato, uno snaturamento del Pd. Si farà un coordinamento, come proposi in tempi non sospetti, e sarà affidato ai segretari regionali. Mi colpisce, però, la disinvoltura con cui si parla di Pd del Nord e di alleanze con la Lega".

Ce l'ha con Chiamparino?
"Non condivido l'opinione chi immagina non convergenze su singoli temi, ma un'alleanza con chi è così distante da noi sullo Stato, la sicurezza, la solidarietà, l'accoglienza degli stranieri. Invece di inseguire il Carroccio, il nostro banco di prova al nord deve essere una proposta per fronteggiare la crisi e gli effetti che avrà sul lavoro e sulle aziende".


(6 dicembre 2008)

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

A me Sergio Cofferati è sempre piaciuto e non ho capito il suo relegarsi (o vi è stato relegato ?) a fare il Sindaco sia pure di una città importante come Bologna.
Adesso credo sia giunto il suo momento, lo spero per la sinistra italiana che più sinistrata di così non si può !