(Dino Patralia)
LA REPUBBLICA
di FRANCESCO VIVIANO
Riprenderanno domani al Csm gli interrogatori sul "duello" tra le procure di Salerno e Catanzaro. Nell'inchiesta disciplinare avviata sabato dalla prima commissione di Palazzo dei Marescialli il ruolo di relatore è stato affidato a Dino Petralia, per molti anni procuratore a Sciacca.
Dottor Petralia, è un "processo" dai caratteri davvero inediti. A che punto è la pratica?
"Sabato abbiamo approfondito non soltanto gli aspetti gestionali dei due uffici ma anche, e direi particolarmente, i provvedimenti esecutivi, le perquisizioni ed i sequestri contrapposti che effettivamente non hanno precedenti nella storia giudiziaria italiana".
Domani lei si troverà a "interrogare" i suoi colleghi magistrati di Salerno e di Catanzaro. Non avverte imbarazzi?
"I disagi ci sono, certamente non è bello 'interloquire' con colleghi su aspetti così delicati. Tutto questo tocca la sensibilità dell'intera commissione del Csm, specie quando si è al cospetto di azioni invasive - quelle attuate dai colleghi di Salerno - che hanno coinvolto anche bambini in tenera età. Forse questa è l'occasione buona perché la magistratura intera faccia un esame di coscienza sugli effetti che provvedimenti di questo genere creano nell'intimo della vita domestica, anche se bisogna riconoscere esigenze superiori di giustizia che giustificano atti di questa invasività".
Di fatto, le inchieste che erano state tolte al pm Luigi De Magistris sono bloccate. Metà degli atti sono sotto sequestro a Catanzaro, l'altra metà a Salerno. Come finirà?
"Gli unici che possono fare chiarezza e risolvere la situazione sono i giudici delle due procure che si dovranno pronunciare sui reciproci sequestri".
Ma se, per esempio, entrambi i giudici decideranno che gli interventi delle rispettive procure sono stati corretti, gli atti delle inchieste rimarranno ancora bloccati. Come si potrà uscire da questo complicatissimo groviglio giuridico?
"In questo caso l'unica legge che conta è la Costituzione, e in particolare l'articolo 97 che detta il principio della "buona amministrazione" che deve sempre guidare chi dirige gli uffici e gestisce i processi".
Qualcuno ha osservato che il Csm è intervenuto solo quando la "bomba" era oramai scoppiata. Non si poteva immaginare un intervento "preventivo"?
"Il Csm non ha avuto nessuna esitazione ad intervenire il più presto possibile. Lo stiamo facendo ancora di più dopo che sulla vicenda è intervenuto il presidente della Repubblica in persona".
(8 dicembre 2008)
Dottor Petralia, è un "processo" dai caratteri davvero inediti. A che punto è la pratica?
"Sabato abbiamo approfondito non soltanto gli aspetti gestionali dei due uffici ma anche, e direi particolarmente, i provvedimenti esecutivi, le perquisizioni ed i sequestri contrapposti che effettivamente non hanno precedenti nella storia giudiziaria italiana".
Domani lei si troverà a "interrogare" i suoi colleghi magistrati di Salerno e di Catanzaro. Non avverte imbarazzi?
"I disagi ci sono, certamente non è bello 'interloquire' con colleghi su aspetti così delicati. Tutto questo tocca la sensibilità dell'intera commissione del Csm, specie quando si è al cospetto di azioni invasive - quelle attuate dai colleghi di Salerno - che hanno coinvolto anche bambini in tenera età. Forse questa è l'occasione buona perché la magistratura intera faccia un esame di coscienza sugli effetti che provvedimenti di questo genere creano nell'intimo della vita domestica, anche se bisogna riconoscere esigenze superiori di giustizia che giustificano atti di questa invasività".
Di fatto, le inchieste che erano state tolte al pm Luigi De Magistris sono bloccate. Metà degli atti sono sotto sequestro a Catanzaro, l'altra metà a Salerno. Come finirà?
"Gli unici che possono fare chiarezza e risolvere la situazione sono i giudici delle due procure che si dovranno pronunciare sui reciproci sequestri".
Ma se, per esempio, entrambi i giudici decideranno che gli interventi delle rispettive procure sono stati corretti, gli atti delle inchieste rimarranno ancora bloccati. Come si potrà uscire da questo complicatissimo groviglio giuridico?
"In questo caso l'unica legge che conta è la Costituzione, e in particolare l'articolo 97 che detta il principio della "buona amministrazione" che deve sempre guidare chi dirige gli uffici e gestisce i processi".
Qualcuno ha osservato che il Csm è intervenuto solo quando la "bomba" era oramai scoppiata. Non si poteva immaginare un intervento "preventivo"?
"Il Csm non ha avuto nessuna esitazione ad intervenire il più presto possibile. Lo stiamo facendo ancora di più dopo che sulla vicenda è intervenuto il presidente della Repubblica in persona".
(8 dicembre 2008)
1 commento:
Sono impressionato da questa intervista.
Il dr. Petralia si preoccupa dei bambini perchè bambini e quindi di tutti i bambini o perchè i bambini a cui pensa sono solo quei bambini figli dei magistrati perquisiti ?
Voi che ne dite ?
Per me se la risposta è la seconda, allora mi chiedo: ma chi c'è nel C.S.M., gente normale o marziani ?
Voui vedere che il marziano sono io ?
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