giovedì 1 gennaio 2009

Gaza, pronta l'offensiva terrestre

IL CORRIERE DELLA SERA

GERUSALEMME (ISRAELE) - Non si ferma la violenza a Gaza, mentre si continua a cercare una soluzione diplomatica alla crisi. Quattro palestinesi, fra i quali una donna, sono rimasti uccisi e almeno una quarantina feriti in conseguenza di nuovi raid aerei condotti questa notte da Israele. Lo hanno riferito fonti mediche palestinesi. Tre vittime, compresa la donna, sono morti e circa quaranta sono rimasti feriti in una incursione degli aerei israeliani che avevano come obiettivo un capo locale del braccio armato di Hamas a Rafah, nel sud della Striscia presso la frontiera con l'Egitto, ha detto alla France Presse Moawiya Hassanein, direttore per i servizi di emergenza. Le vittime sono tutti vicini di Abou Anas Chabana, capo delle Brigate Ezzedin al-Qassam, che era fuori casa. La sua abitazione è stata comunque distrutta e una decina di altre case vicine sono rimaste danneggiate. Un altro uomo palestinese è rimasto ucciso in un raid aereo contro una casa a Jabalia (nord), dove si sono avuti anche numerosi feriti - sempre secondo fonti mediche palestinesi.

RAID AEREO - Aerei israeliani hanno successivamente bombardato alcuni edifici pubblici tra cui le sedi di due ministeri e del parlamento locale. Potenti esplosioni sono state avvertite alle prime ore di oggi, mentre almeno 25 persone sono state evacuate dalle loro abitazioni, vicine agli edifici colpiti. Secondo quanto riferito da fonti dell’esercito israeliano, i militari hanno colpito anche alcuni tunnel utilizzati dai gruppi estremisti palestinesi per il contrabbando di armi tra la Striscia di Gaza e l’Egitto. Con questi nuovi raid sale a 399 il bilancio dei palestinesi uccisi dall'inizio dell'offensiva militare israeliana contro la Striscia di Gaza sabato scorso. Di essi 180 sono civili. I feriti sono circa duemila.

OFFENSIVA TERRESTRE - Le forze armate israeliane sono "pronte" per una grande offensiva terrestre contro il movimento radicale palestinese Hamas nella Striscia di Gaza. Lo hanno confermato fonti militari di Tsahal, l'esercito israeliano, spiegando che «chiunque pensi che i militari avranno un comportamento improntato alla gentilezza si sbaglia di grosso». Un alto ufficiale dell’esercito israeliano ha confessato al quotidiano Yediot Ahronoth che dal tempo della seconda guerra del Libano i militari israeliani sono impegnati in intense sessioni di addestramento, proprio in vista di un possibile conflitto nella Striscia di Gaza. «Adesso siamo pronti», ha aggiunto, pur ammettendo che un’operazione terrestre sarebbe una grande sfida dalle conseguenze incerte. Tanto più, ha ammesso la fonte militare, che analogamente ad Hezbollah in Libano anche Hamas potrebbe essere in possesso di armi di cui Israele non è a conoscenza. «Durante il conflitto, Hamas potrebbe utilizzare molti tipi di armi, congegni esplosivi, cecchini e cellule kamikaze che proveranno a colpire le nostre forze», ha detto la fonte, garantendo comunque che l’esercito «è in possesso di equipaggiamenti adeguati».

COLPITA BEER SHEVA - Ma a soffrire delle conseguenze degli scontri sono anche gli israeliani. Proseguono gli attacchi di Hamas contro diverse città nel Sud di Israele. Nelle ultime ore due razzi di tipo Grad, sparati da Gaza, sono esplosi ad Ashdod. Uno di essi ha centrato un condominio. Altri razzi sono caduti nella zona di Sderot. In precedenza era stata colpita anche la città di Beer Sheva, nel Neghev. Finora non si ha notizia di vittime. Complessivamente sono ormai 900 mila gli israeliani che si trovano esposti alla minaccia dei razzi più potenti di Hamas, i Grad da 122 mm., che hanno una gittata di oltre 40 chilometri. Nelle città minacciate le scuole sono chiuse anche oggi e gli abitanti hanno ordine di non allontanarsi da ambienti protetti. Mercoledì il portavoce militare israeliano ha accusato Hamas di aver sparato razzi Grad anche dalle vicinanze immediate di moschee e di aver nascosto quantità di razzi in quei luoghi di preghiera.

LIVNI A PARIGI - Sul fronte diplomatico il ministro israeliano degli Affari Esteri, Tzipi Livni, sarà a Parigi, dove ha in agenda un incontro con il presidente francese Nicolas Sarkozy. Durante il vertice all’Eliseo, il capo di Stato francese avrà l’occasione di ribadire al ministro dello Stato ebraico la necessità di «un cessate il fuoco immediato e permanente» nella Striscia di Gaza, che possa permettere la consegna di aiuti umanitari alla popolazione civile palestinese e porre le basi per un accordo di tregua duraturo. La Francia è stata impegnata, negli ultimi giorni del suo semestre di presidenza europea, in un’intensa attività diplomatica che ha per obiettivo la fine delle violenze a Gaza. Israele ha però respinto la tregua di 48 ore proposta da Parigi perché avrebbe consentito ad Hamas di riorganizzarsi per lanciare nuovi attacchi e perchè la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza «è abbastanza buona», ha dichiarato nelle ultime ore Tzipi Livni. Secondo alcune fonti citate ieri dal quotidiano Haaretz, la Francia potrebbe ora presentare allo Stato ebraico alcuni emendamenti alla sua proposta di tregua per convincere Israele a cessare il fuoco.

ONU - Al sesto giorno di offensiva israeliana su Gaza e mentre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu non è riuscito a partorire una risoluzione sulla crisi, le Nazioni Unite lanciano un appello avvertendo che la situazione umanitaria per il milione e mezzo di persone che vive nella Striscia bombardata da Israele è "allarmante". Lo hanno detto ai giornalisti in collegamento da Gaza i dirigenti dell’UNWRA, l’agenzia Onu che assiste i rifugiati palestinesi nei Territori, ricordando che la principale centrale elettrica della Striscia è chiusa, che gli ospedali sovraffollati mancano di tutto e che le scorte di cibo sono pochissime.

01 gennaio 2009

Nessun commento: