martedì 20 gennaio 2009

Intercettazioni: giu' la maschera

ANTONIO DI PIETRO
19 GENNAIO 2009

Le intercettazioni sono indispensabili. Non è pensabile limitarne né impedirne l’utilizzo. Con la limitazione nell’utilizzo delle intercettazioni, il Paese finirebbe in mano alla corruzione politica, economica e alla criminalità organizzata più di quanto non sia già. Addio ai casi Fiorani, Ricucci, Del Turco, Mautone, Romeo, Tanzi. Stesso oblio per i casi delle cliniche Santa Rita.


Del tutto particolare è la questione della pubblicazione delle intercettazioni. Escono una volta depositate, non essendo più coperte da segreto istruttorio e debbono poter essere pubblicate, sempre che abbiano una rilevanza ai fini processuali o siano comunque di pubblico interesse. La disciplina della materia può anche essere migliorata, ma certamente non può essere impedito all’opinione pubblica di conoscere i fatti in tempo reale (che non può essere la fine del processo) a mezzo della libera stampa.

Ma la riforma della giustizia di cui l’Italia ha bisogno è ben lontana da quella posposta dal primo partito dei condannati in Parlamento, il Pdl. Così come è lontana dalle proposte filo-Pdl che il partito di Cuffaro, a porte chiuse con D’Alema ed i suoi hanno partorito in barba alla linea del Pd.


L’Italia dei Valori presenterà in Parlamento entro giovedì gli emendamenti alla vergognosa proposta di legge 1415 scritta da Alfano e dettata da Berlusconi. La proposta 1415 vuole nei fatti abolire lo strumento delle intercettazioni, ricorrendo perfino alla bufala del risparmio dei costi per le casse dello Stato. Chiederei ad Alfano di fare due conti agli italiani di quanto hanno guadagnando mettendo in galera gli intercettati degli ultimi 10 anni. Il vero costo per gli italiani è il non rispetto della giustizia caro ministro dell’Ingiustizia. Giù la maschera Parlamentari, chi vota questa proposta, sotto il pretesto della privacy e del taglio dei costi, è come se ammettesse di aver compiuto o di voler compiere un reato durante proprio mandato.


Per il più ampio tema della riforma della giustizia l'Italia dei Valori ha già presentato ben 21 disegni di legge, alla Camera e al Senato, anche se ad essere sinceri, ora vorremmo dedicare le nostre energie alla situazione economica del Paese.

Sulla giustizia abbiamo messo, sul tavolo istituzionale, disegni di legge dove non si parla di riforme dei massimi sistemi, di divisione del Csm, della discrezionalità dell'azione penale. Non parlano di massimi sistemi, ma di cose concrete, tra cui:
l'aumento del 30% delle risorse finanziarie attraverso il ricorso a quelli che sono i fondi attualmente sequestrati e confiscati;
l'aumento del 30% del personale para giudiziario che è stato ridotto con la legge Brunetta;
la riduzione dei tempi processuali attraverso una rivisitazione del sistema delle impugnazioni e delle notificazioni;
la risistemazione e ridefinizione delle circoscrizioni giudiziarie, perché ci sono alcuni tribunali che sono pieni di carte e altri pieni di ferie;
l'eliminazione totale di tutti gli incarichi esterni dei magistrati, cosi che tornino a fare i magistrati.
C'è, inoltre, una magistratura che si chiama “magistratura militare”, oltre a quella onoraria. Questi magistrati, che hanno studiato e hanno fatto il concorso, invece di far niente, dobbiamo impiegarli nel civile.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

La macchina da guerra berlusconiana sta lavorando a pieno regime, farà qeullo che gli pare e come gli pare.