8/1/2009
Durissimo e inatteso botta e risposta fra il Vaticano e Israele. A dare l’avvio a questa improvvisa polemica fra la Santa Sede e il governo di Gerusalemme è stata una dichiarazione del cardinare Renato Raffaele Martino, che in un’intervista al sito «Ilsussidiario.net» ha detto: «Gaza assomiglia sempre più a un grande campo di concentramento». Il presidente del Pontificio Consiglio per la giustizia e la pace ha poi rincarato la dose: «Occorre una volontà da tutte e due le parti, perchè tutte e due sono colpevoli.
Nessuno vede l’interesse dell’altro, ma solamente il proprio. Le conseguenze dell’egoismo sono l’odio per l’altro, la povertà e l’ingiustizia. A pagare sono sempre le popolazioni inermi: guardiamo le condizioni di Gaza». Il paragone fra Gaza e i campi di sterminio nazisti, dove furono sterminati milioni di ebrei, e sul quale insistono molti commentatori europei, ha ovviamente scosso Israele, punta nel vivo. Igal Palmor, portavoce del ministero degli Esteri, ha osservato che i discorsi del cardinal Martino utilizzano termini cari alla «propaganda di Hamas». Palmor ha poi aggiunto che il Vaticano sembra «ignorare gli innumerevoli crimini commessi da Hamas, che hanno fatto deragliare il processo di pace nella violenza trasformando la Striscia di Gaza in un gigantesco scudo umano per un gruppo terrorista e integralista».
Quindi non servono certi discorsi per «avvicinare la gente alla verità e alla pace». Nell’intervista a «Ilsussidiario.net», il cardinal Martino ha colto l’occasione per un nuovo attacco alla comunità internazionale, e probabilmente alle Nazioni Unite, spesso accusate di occuparsi di piccoli e pretesi diritti, e di non far nulla per le grandi tragedie: «Il mondo non può stare a guardare senza fare nulla. Si mandano missioni di pace in tutto il mondo, si sono fatte tante proposte, ma i veti hanno sempre prevalso. Ora anche Geroge W. Bush ha cominciato a pensare che forse una missione di pace sarebbe auspicabile». Infine Martino non si è risparmiato una stoccata proprio al presidente uscente degli Stati Uniti: «La violenza non risolve i problemi e la storia è piena di conferme. L’ultimo esempio è quello della guerra in Iraq. La diplomazia della Santa Sede sapeva bene che Saddam Hussein era pronto ad accettare le richieste della Nazioni Unite. Ma non si è voluto aspettare». «In Terra Santa - ha detto infine - vediamo un eccidio continuo dove la stragrande maggioranza non c’entra nulla ma paga l’odio di pochi con la vita».
Nessuno vede l’interesse dell’altro, ma solamente il proprio. Le conseguenze dell’egoismo sono l’odio per l’altro, la povertà e l’ingiustizia. A pagare sono sempre le popolazioni inermi: guardiamo le condizioni di Gaza». Il paragone fra Gaza e i campi di sterminio nazisti, dove furono sterminati milioni di ebrei, e sul quale insistono molti commentatori europei, ha ovviamente scosso Israele, punta nel vivo. Igal Palmor, portavoce del ministero degli Esteri, ha osservato che i discorsi del cardinal Martino utilizzano termini cari alla «propaganda di Hamas». Palmor ha poi aggiunto che il Vaticano sembra «ignorare gli innumerevoli crimini commessi da Hamas, che hanno fatto deragliare il processo di pace nella violenza trasformando la Striscia di Gaza in un gigantesco scudo umano per un gruppo terrorista e integralista».
Quindi non servono certi discorsi per «avvicinare la gente alla verità e alla pace». Nell’intervista a «Ilsussidiario.net», il cardinal Martino ha colto l’occasione per un nuovo attacco alla comunità internazionale, e probabilmente alle Nazioni Unite, spesso accusate di occuparsi di piccoli e pretesi diritti, e di non far nulla per le grandi tragedie: «Il mondo non può stare a guardare senza fare nulla. Si mandano missioni di pace in tutto il mondo, si sono fatte tante proposte, ma i veti hanno sempre prevalso. Ora anche Geroge W. Bush ha cominciato a pensare che forse una missione di pace sarebbe auspicabile». Infine Martino non si è risparmiato una stoccata proprio al presidente uscente degli Stati Uniti: «La violenza non risolve i problemi e la storia è piena di conferme. L’ultimo esempio è quello della guerra in Iraq. La diplomazia della Santa Sede sapeva bene che Saddam Hussein era pronto ad accettare le richieste della Nazioni Unite. Ma non si è voluto aspettare». «In Terra Santa - ha detto infine - vediamo un eccidio continuo dove la stragrande maggioranza non c’entra nulla ma paga l’odio di pochi con la vita».
1 commento:
A ma pare che queste affermazioni siano l'effetto devastante dell'obbligo del celibato che la Chiesa Cattolica impone da due millenni ai propri sacerdoti ed ecclesiastici in genere, di pari passo col diniego di far accedere le donne al sacerdozio.
Effetti che sono preceduti ed accompagnati in moltissimi casi da commercio carnale non solo con donne, ma anche omosessuali e pedofili, che non smuovono di un millimetro le alte gerarchie ecclesiastiche per la quasi totalità ferocemente maschiliste.
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