BERLINO (GERMANIA) - Il caso non è chiuso. La Germania non ci sta e per bocca del suo Cancelliere Angela Merkel dichiara che le chiarificazioni del Vaticano sulla reintegrazione del vescovo lefebvriano Williamson che nega l'Olocausto, sono «insufficienti».
CHIARIMENTO NECESSARIO - «Si tratta di chiarire in modo netto, da parte del Papa e del Vaticano, che non può esserci nessuna negazione» dell’Olocausto e che deve esserci «un rapporto positivo» col mondo ebraico, ha detto la cancelliera in una conferenza stampa a Berlino. «Dal mio punto di vista questi chiarimenti non ci sono ancora stati in modo sufficiente», ha aggiunto il Cancelliere. «Se una decisione del Vaticano fa emergere l'impressione che l'Olocausto possa essere negato - ha sottolineato ancora il capo del governo tedesco - questa deve essere chiarita. Da parte del Vaticano e del Papa deve essere affermato molto chiaramente che non ci può essere alcuna negazione sull'argomento». Finora, invece, ha sostenuto la Merkel, tutti i chiarimenti arrivati si sono rivelati «insufficienti».
LA POSIZIONE TEDESCA - Sulla questione c'è stata anche una dura presa di posizione della Chiesa tedesca. In un'intervista alla radio pubblica «Suedwestrundfunk» il cardinale e vescovo di Magonza, Karl Lehmann, ex presidente della Conferenza episcopale tedesca, aveva affermato che la questione potrebbe essere risolta solo con scuse «ad alto livello». Lehmann aveva definito «una catastrofe per i sopravvissuti dell'Olocausto» la decisione di Benedetto XVI di riammettere Williamson nel seno della Chiesa e aggiunto che il Papa deve chiarire che la negazione dell'Olocausto non è una trasgressione perdonabile. Lehmann aveva anche chiesto le dimissioni del responsabile della Commissione «Ecclesia Dei», il cardinale Castrillon Hoyos, il quale in un'intervista aveva affermato di non essere stato a conoscenza delle affermazioni negazioniste di Williamson.
03 febbraio 2009
CHIARIMENTO NECESSARIO - «Si tratta di chiarire in modo netto, da parte del Papa e del Vaticano, che non può esserci nessuna negazione» dell’Olocausto e che deve esserci «un rapporto positivo» col mondo ebraico, ha detto la cancelliera in una conferenza stampa a Berlino. «Dal mio punto di vista questi chiarimenti non ci sono ancora stati in modo sufficiente», ha aggiunto il Cancelliere. «Se una decisione del Vaticano fa emergere l'impressione che l'Olocausto possa essere negato - ha sottolineato ancora il capo del governo tedesco - questa deve essere chiarita. Da parte del Vaticano e del Papa deve essere affermato molto chiaramente che non ci può essere alcuna negazione sull'argomento». Finora, invece, ha sostenuto la Merkel, tutti i chiarimenti arrivati si sono rivelati «insufficienti».
LA POSIZIONE TEDESCA - Sulla questione c'è stata anche una dura presa di posizione della Chiesa tedesca. In un'intervista alla radio pubblica «Suedwestrundfunk» il cardinale e vescovo di Magonza, Karl Lehmann, ex presidente della Conferenza episcopale tedesca, aveva affermato che la questione potrebbe essere risolta solo con scuse «ad alto livello». Lehmann aveva definito «una catastrofe per i sopravvissuti dell'Olocausto» la decisione di Benedetto XVI di riammettere Williamson nel seno della Chiesa e aggiunto che il Papa deve chiarire che la negazione dell'Olocausto non è una trasgressione perdonabile. Lehmann aveva anche chiesto le dimissioni del responsabile della Commissione «Ecclesia Dei», il cardinale Castrillon Hoyos, il quale in un'intervista aveva affermato di non essere stato a conoscenza delle affermazioni negazioniste di Williamson.
03 febbraio 2009
1 commento:
Doveva essere la tedesca Angela Merkel a prendere una netta posizione: una donna con le palle come non ce ne sono in Italia, dove anche gli uomini (politici) di palle non ne hanno per niente.
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