NEW YORK - Obama vuole imporre limiti a stipendi e bonus dei manager di banche e grande aziende. Dopo le polemiche sui finanziamenti statali finiti nelle tasche dei manager che non hanno rinunciato ai loro superbonus nonostante la crisi, il presidente ha deciso di non attendere oltre: lo scrive il New Yok Times, anticipando sul suo sito web l'articolo che verrà pubblicato domani.
Secondo il Nyt i dettagli del piano verranno resi noti la prossima settimana, pochi giorni prima del vertice del G20 (i sette più ricchi e gli emergenti), in calendario il 2 aprile a Londra.
Il quotidiano non entra nei dettagli anche perché l'amministrazione statunitense sta ancora mettendo a punto il piano. Non è chiaro se i limiti riguarderanno solo le banche o soltanto le aziende: per esempio negli ultimi giorni hanno suscitato scandalo i superbonus versati ai propri manager dal colosso delle assicurazioni Aig, che ha ricevuto e riceverà ancora denaro pubblico per evitare il fallimento.
Una delle condizioni poste dalla squadra del presidente potrebbe essere quella di legare l'ammontare di bonus e stipendi ai risultati ottenuti. Si attribuisce inoltre al governo l'intenzione di ampliare il ruolo della Federal Reserve, in particolare per il controllo degli hedge funds (i fondi a rischio dei paradisi fiscali), mentre i prodotti derivati (come i pericolosi Credit Default Swap, una sorta di assicurazione su prodotti a rischio) diventerebbero più trasparenti, per evitare crolli come quello di Aig.
Questi ultimi due punti sembrano rappresentare una prima risposta americana alle preoccupazioni europee. I Paesi del Vecchio continente infatti, nell'ambito del G20, chiedono regole più stringenti per la finanza internazionale, sempre più globalizzata.
Proprio oggi Obama è tornato ad attaccare i manager di Wall Street, accusandoli di vivere in una "bolla" lontano dai veri problemi del Paese. "Dovrebbero passare un po' di tempo lontani da New York - ha detto il presidente nell'intervista a 60 minutes, che verrà trasmessa domani e di cui sono stati anticipati degli estratti - dovrebbero andare in North Dakota, o in Iowa, o in Arkansas dove la gente sarebbe felicissima di guadagnare 75mila dollari all'anno, senza bonus, e così capirebbero perché gli americani sono arrabbiati".
(21 marzo 2009)
Secondo il Nyt i dettagli del piano verranno resi noti la prossima settimana, pochi giorni prima del vertice del G20 (i sette più ricchi e gli emergenti), in calendario il 2 aprile a Londra.
Il quotidiano non entra nei dettagli anche perché l'amministrazione statunitense sta ancora mettendo a punto il piano. Non è chiaro se i limiti riguarderanno solo le banche o soltanto le aziende: per esempio negli ultimi giorni hanno suscitato scandalo i superbonus versati ai propri manager dal colosso delle assicurazioni Aig, che ha ricevuto e riceverà ancora denaro pubblico per evitare il fallimento.
Una delle condizioni poste dalla squadra del presidente potrebbe essere quella di legare l'ammontare di bonus e stipendi ai risultati ottenuti. Si attribuisce inoltre al governo l'intenzione di ampliare il ruolo della Federal Reserve, in particolare per il controllo degli hedge funds (i fondi a rischio dei paradisi fiscali), mentre i prodotti derivati (come i pericolosi Credit Default Swap, una sorta di assicurazione su prodotti a rischio) diventerebbero più trasparenti, per evitare crolli come quello di Aig.
Questi ultimi due punti sembrano rappresentare una prima risposta americana alle preoccupazioni europee. I Paesi del Vecchio continente infatti, nell'ambito del G20, chiedono regole più stringenti per la finanza internazionale, sempre più globalizzata.
Proprio oggi Obama è tornato ad attaccare i manager di Wall Street, accusandoli di vivere in una "bolla" lontano dai veri problemi del Paese. "Dovrebbero passare un po' di tempo lontani da New York - ha detto il presidente nell'intervista a 60 minutes, che verrà trasmessa domani e di cui sono stati anticipati degli estratti - dovrebbero andare in North Dakota, o in Iowa, o in Arkansas dove la gente sarebbe felicissima di guadagnare 75mila dollari all'anno, senza bonus, e così capirebbero perché gli americani sono arrabbiati".
(21 marzo 2009)
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