sabato 28 marzo 2009

Principe e popolo



di EZIO MAURO

Concepito come una "cerimonia" (lo ha detto Emilio Fede) più che come un congresso, l'atto fondativo del Popolo della Libertà è tutto nel profilo biografico dell'avventura politica berlusconiana che il Cavaliere ha celebrato ieri dal palco, consacrando se stesso non soltanto nel fondatore della destra moderna ma nel destino perenne del Paese, o almeno del 51 per cento degli italiani.

La rivisitazione eroica degli ultimi quindici anni consente al paesaggio politico e retorico attorno al Cavaliere di rimanere immobile, tutto ideologico come nel '94. Così per il Premier la sinistra resta ancora e per sempre comunista, il Pd è un bluff, il riformismo è un'illusione, anzi la sinistra sta addirittura uscendo di scena, e la stessa parola "non piace più". Un ideologismo coatto, che vuole tenere l'Italia dentro uno schema vecchio e impaurito, mentre rinuncia a parlare all'intero Paese.

Non è infatti al Paese che guarda Berlusconi, ma al "popolo", vero soggetto politico del nuovo movimento, strumento di consacrazione quotidiana del carisma egemone, che nel popolo più che nelle istituzioni cerca la sua forza e la sua legittimazione. Anche il concetto di libertà è giocato in questa chiave, con una diffidente separazione-contrapposizione tra il cittadino e lo Stato, come se la politica - adesso che Berlusconi ha compiuto la sua rivoluzione "liberale, borghese, popolare, moderata e interclassista" - si riassumesse nella delega al Principe, con la fine del discorso pubblico così come lo abbiamo finora conosciuto in Occidente.

La Costituzione resta sullo sfondo, citata dopo il Papa, sovrastata da un moderno "patriottismo della nazione", della tradizione, delle radici cristiane dell'Italia in cui si recupera anche la "romanità". E' il profilo classico di una destra carismatica che può forse illudere il Paese di semplificare la complessità della crisi ma che rischia di non governarla: perché il vecchio populismo non può reggere a lungo la sfida della modernità nel cuore dell'Europa.

(28 marzo 2009)

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