giovedì 2 aprile 2009

Lezioni Di Tango


“Di Sally Potter. (GB/Argentina/Giappone/Olanda,1997-102’)
Con: Sally Potter, Pablo Veron,

“Volevo che questo film avesse la purezza muscolare di una narrativa distillata… e tuttavia l’immediatezza del rischio vissuto.
Volevo che mostrasse la sensazione della danza piuttosto che come essa appare…
Volevo fare molte domande sull’amore e sul lavoro e sulla creazione.
Su come l’inventare sembri realmente essere un trovare. E come fare film (e scrivere) sia in sostanza vedere (e ascoltare)”.

Sally Potter, una regista che vive a Londra, sta scrivendo una nuova sceneggiatura. Ma le immagini sembrano sfuggirle di mano: violenza e morte macchiano la storia senza che Sally possa intervenire. A Parigi Sally incontra il tango: Pablo Veron, un danzatore argentino, inizia a darle lezioni. Ben presto le lezioni crescono in complessità ed intensità. Si moltiplicano i maestri e i luoghi. Il tango esce dalla cornice dello studio e inizia ad infettarsi della vita. Forse il tango è sempre stato espressione della vita. Una storia d’amore. Sally si innamora di Pablo. Dal tango emergono le difficoltà che nutrono e intossicano l’amore: la lotta, la gelosia, la ricerca, la vulnerabilità. Dai passi ordinati delle prime lezioni si arriva al caos e al confronto tra due identità. E all’incomprensione. E’ una lotta danza tra sé e l’altro, la negoziazione dello spazio condiviso. E’ la dimensione più spirituale e più estrema del tango.

Giacobbe era solo nella valle, e lì incontrò uno straniero. Lottarono durante una lunga, lunga notte. Ma al sorgere dell’alba Giacobbe realizzava che non avrebbe mai potuto sconfiggere lo straniero. Perché lo straniero era Dio. O un angelo. O forse fin dall’inizio egli aveva lottato con sé stesso.

La rottura di due ordini dà origine a una nuova fluidità.
Viene stretto un patto: se Pablo farà di Sally una vera danzatrice di tango, Sally farà di Pablo una star del cinema.
Pablo guida Sally fino a quando essa è in grado di danzare in uno spettacolo. E’ tempo che Sally guidi Pablo. Cosa significa “seguire” quando la propria natura è condurre? E cosa significa “guidare” per lo schermo cinematografico? Sally cerca la reciprocità. Si espone, accetta la vulnerabilità di chi attraversa il territorio di altri, si plasma per seguire il tango di Pablo, fluida e recettiva. Pablo ha invece paura di scoprire i limiti del proprio. Ma nello spazio dell’incontro si può superare la parzialità di ciascuno.
In questa danza di scambio di ruoli si rigiocano anche i destini sessuati dei due protagonisti, una donna e un uomo. Questa volta è Sally, una donna, a dover dirigere un uomo, a doverlo inquadrare dentro uno schermo, a doverlo rendere, in qualche modo, “oggetto di desiderio”.

Sally: Ti ho seguito nel tango, Pablo. Ora è tempo che tu segua me. Sei pronto?
Pablo: Ma cosa vuoi che faccia? Non sono un attore.
Sally: Tu non devi fare niente. Credimi. Solo sii te stesso.
Pablo : E’ facile dirmi di essere me stesso. Ma io chi sono?

Creazione e relazione sono due parole chiave per comprendere il film: quanto possiamo toccare l’altro e quanto l’altro può realmente toccare noi? Non a caso la stanza privata – guscio, in cui Sally lavora e crea, inizierà mano a mano a deteriorarsi e la regista dovrà uscire nello spazio condiviso se vorrà accedere alla vera creazione artistica, che è prima di tutto avvicinamento, contatto, relazione con l’altro da sé. L’abbraccio, così come lo sguardo, lo specchio, l’obiettivo, è percezione dell’altro, riconoscimento della differenza, domanda sull’identità, esplorazione del limite proprio e altrui, dello spazio intermedio. La lezione del tango è elaborare il limite, riconoscere lo spazio che separa le entità all’interno della coppia, del gruppo. Quello di Sally è un messaggio rasserenante: esiste un luogo dove puoi essere e sarai contenuto.

Nella complessità dei piani che si intrecciano nel film, si intuisce la volontà di trovare nuovi modelli di relazione tra il creatore ed il suo “materiale”, una ricerca di integrazione profonda, non gerarchizzata, che tenga conto, integri e dia valore alle differenze.
Sally Potter autrice, regista, attrice, è anche compositrice della musica di questo film, musica che suggerisce ciò che non si può dire, lasciando intuire somiglianze e continuità, parentele. Un film quindi sul desiderio femminile, sulla sua espressione, sull’importanza del rapporto relazionale con l’altro, un film sulla creatività di una donna, e sulla sua ricerca di nuovi modi di vivere, di lavorare e di amare, di essere sé stessa senza tradire la propria identità profonda.”
Fin qui la presentazione del film, ma più interessante mi sembra l’articolo che segue.

“Colori sgargianti, ricchi scenari, parrucche d'altri tempi, uno stilista senza gambe e le sue modelle che, una dopo l'altra, muoiono assassinate finché non ne resta una sola, la sua preferita: un soggetto che stenta a divenire sceneggiatura, una sceneggiatura che non riesce a trasformarsi in film, un film che non verrà mai girato. Questo è Rage, film nel film, tocco di glamour estremo immerso nel riposante bianco e nero di Lezioni di Tango, ultimo lavoro di Sally Potter, già regista di Orlando, presentato fra i film di Mezzanotte della 54^ Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia.

E' a Rage, infatti, che Sally, la stessa Potter qui anche attrice, sta lavorando nel suo studio londinese quando, insoddisfatta e confusa, si reca a Parigi dove, quasi spinta da un'inconsapevole attrazione, entra in un teatro per assistere allo spettacolo che cambierà la sua vita: una coppia di ballerini sul palco, le note struggenti del tango argentino, un mondo del tutto nuovo che comincia così a dischiudersi davanti ai suoi occhi. Il ballerino è Pablo Veron, giovane, affascinante e bravissimo, lei è la partner di turno, una donna che sul palco deve unicamente seguire il suo compagno senza bloccare la sua libertà di movimento. Rapita dalla magia di quella musica, Sally, quella stessa sera, si presenta a Pablo e gli chiede una prima lezione di tango, un primo incontro rigido ed impacciato con i passi di un ballo sconosciuto. A quella lezione ne seguiranno altre a Buenos Aires: nuovi maestri, le prime scarpe con i tacchi alti, le prime sale da ballo, i primi complimenti, e poi di nuovo Parigi, da Pablo. E' una folgorazione, i due ballano senza tregua, fanno progetti, si amano, si confidano i propri segreti: lei avrebbe sempre voluto fare la ballerina, lui recitare in un film. E così, nuovamente film nel film, li seguiamo nei loro preparativi, nei loro sogni, nella realizzazione degli stessi e nelle difficoltà insite nello scontro/incontro fra due personalità siffatte, due figure abituate a dirigere, a guidare, che malvolentieri si adattano al nuovo ruolo che viene loro imposto, quello di seguire, solo seguire, così la ballerina il suo compagno, così l'attore la sua regista.

Interessante l'idea di fondo, meravigliose le musiche, che racchiudono alcuni fra i più grandi classici argentini, suggestive le atmosfere, ma, a meno che non si scelga deliberatamente di lasciarsi rapire dal fascino del tango, come melodia e come danza, risulta evidente come siano la realizzazione stessa di Lezioni di Tango e le scelte della regista a lasciare perplessi. Dietro ad un'apparente modestia ed alla delicatezza delle immagini, emerge, infatti, chiaro e prepotente, un narcisismo dai contorni ben definiti che riempie di sè l'intera vicenda. Toni fortemente autobiografici ed immagini oniriche si fondono insieme in un film che sembra essere più dichiarazione d'amore, ad un uomo piuttosto che alla musica, che creazione artistica. Non è lo spettatore ad interessare, essendo proprio loro, Sally e Pablo, personaggi ed esseri reali al tempo stesso, ad essere gli unici e soli destinatari di un qualsiasi messaggio. Ponendosi al centro della scena dal primo minuto all'ultimo, Sally Potter riesce quindi a soddisfare un puro desiderio di autocompiacimento che la porta a disinteressarsi del risultato finale e, in ultima analisi, a mettere in ombra lo stesso Pablo Veron, ma, si sa, in amore tutto è concesso, sbagli, eccessi, false valutazioni; Lezioni di Tango è tutto ciò, e come tale va interpretato, compreso e, in fondo, perdonato.” (1997 Carlo Cimmino).

Adesso voglio dire la mia.
Avevo già visto questo film, su Sky, ma in modo parziale, a film già iniziato, e non l’ho capito.
Dire recente ho avuto modo di rivederlo e ne sono rimasto affascinato.
Estremamente suggestivo il confronto fra il colore eccezionalmente forte della parte relativa al film pensato e mai scritto e il bianco e nero della restante parte.
Se si presta molta attenzione l ballo, alla danza, cioè al tango, si riesce a percepire appieno il fascino di questo ritmo, lo spettatore viene accompagnato, di lezione in lezione, nel pieno della danza e ne è sempre più avvinto.
La comprensione e la partecipazione al ballo è sempre più coinvolgente, fino al momento magico, che per è il ballo a quattro (Sally, Pablo e altri due ballerini argentini), in cui il tempo resta per un attimo interminabile sospeso e prepara con grande sapienza l’exploit di un ritmo in una sala senza scenografia, solo spazio, solo suono ritmato dai piedi, senza musica.
Sì, potrà sembrare cerebrale, ma molto meglio, l’assenza di musica esalta il ritmo travolgente in una architettura di suoni, che sono rumori, rumori dei passi di danza sul tavolato di un sala, dalla quale poi si esce per entrare in una scenografia ancora più essenziale, in cui predominano colonne e spazio.
Pensavo che il film finisse lì, e invece no.
No perché c’è anche la storia d’amore, una relazione fra Sally e Pablo, in cui i due si scambiano i ruoli, di chi dirige e di chi viene diretto, più volte.
Il finale è davvero singolare, finisce con i due che ballano lungo il fiume Tamigi, allontanandosi ballando dalla macchina da presa, fino quasi a scomparire in una quasi dissolvenza, che non c’è.
Un simbolismo delle vicende della vita, in cui le storie nascono, crescono e poi finiscono. Il rapporto amoroso fra i due è bello perché solo accennato.
Sally Potter è nata a Londra nel 1949.

Conferenza stampa di "TheTango Lesson"
Presenti la regista Sally Potter, l'attore principale nonché coreografo Pablo Veron e il produttore Christopher Sheppard.

Sig.ra Potter quando ha conosciuto questo ballo e se ne è innamorata?

Potter:
dopo aver frequentato diverse scuole di danza di impostazione classica mi sono ritrovata ad assistere ad una performance proprio da parte di Veron e non ho più potuto dimenticare quel memorabile momento. Ho preso proprio lezioni da lui e solo successivamente mi è venuta in mente l'idea per un film su questo.
Curiosa la sua frecciatina ai produttori hollywoodiani.
Beh in realtà tutto questo deriva dal fatto che, dopo "Orlando", mi sono trovata a proporre una sceneggiatura di un film che avrebbe dovuto intitolarsi "Rage", un poliziesco, ed è stato bellamente rifiutato almeno come l'avevo proposto. Le modifiche alla storia stravolgevano completamente la mia opera e io ho rifiutato.

C'è dell'autobiografia nel suo film?
Tutto quanto ho usato nella mia pellicola fà sicuramente parte della mia vita e sono tutte balle (risata). In realtà c'è molto di personale anche se raccontato attraverso della pura fiction. Il Tango per me è il ballo più sexy che l'uomo abbia mai creato e non esiste altra forma sinuosa e irruente di comunicazione".

Nel complimentarmi con la sua splendida pellicola desideravo sapere perché la scelta del bianco e nero frammentato dai colori, quando è nata questa idea? La sequenza in cui Pablo danza all'interno della cucina mi è sembrata la più complessa e ardita, sig. Veron è davvero stata così dura realizzarla?
Potter:
Rispondendo alla prima parte della sua domanda ho scelto di descrivere la vita in bianco e nero perché è così piena di colori (!). Il bianco e nero in realtà definisce e circoscrive troppo e quindi l'ho utilizzato solamente per le fantasie di Sally quando scriveva. Il bianco e nero è una scelta capace a mio avviso di dare una tridimensionalità al tutto senza per questo nulla togliere alla realtà. D'altra parte il colore mi è sembrata la soluzione più ovvia.
Veron: La sequenza di cui lei parla è stata decisamente complessa ma decisamente non la più difficile. Se non ricordo male mi ci sono voluti qualcosa come due giorni... no aspetti in realtà sono stati due pomeriggi. Anche se non è stata la più difficile una cosa certamente è vera: è stata quella che ho dovuto girare di più. La conclusione della stessa è stato possibile realizzarla solo due mesi e mezzo dopo, a causa di un mio problema ad una caviglia.

Signor Veron ha avuto difficoltà a recitare?
Non ho avuto vita facile. La regista è stata particolarmente esigente e a causa del gioco di chiaroscuri che il mio personaggio doveva dare ho avuto grossi problemi proprio nelle sequenze di ballo nel caffè. Sally allora mi disse che doveva dare un'impressione "obliqua" del mio personaggio.

Come avete scelto le musiche?
Potter:
E' stata una mia scelta personale e ho desiderato in questo non farmi influenzarmi da alcuno. L'ispirazione è giunta sicuramente grazie al grande Piazzolla in uno dei suoi ultimi concerti a cui ho potuto assistere a Londra. E' stato come un vaso di Pandora per me !

Al produttore Sheppard volevo chiedere quali problemi ha incontrato nel produrre il film.
I problemi sono stati molti, pensi che i soldi sono giunti in totale da otto differenti finanziatori e non ho certamente mancato di trovarmi in discrete difficoltà che alla fine sono state superate. Il mio "vizio" per cui anche Sally mi ama particolarmente è che quando tratto dei finanziamenti non sono mai disposto a scendere a patti che mi costringano dopo a delle rinunce. Preferisco lasciar perdere subito il possibile finanziamento.

Dove troviamo nel film il vero spirito del tango?
Veron:
Lo spirito del tango lo si trova per tutta la durata del film anche se certamente i momenti più entusiasmanti e in grado di trasmettere forti scariche di passione sono sicuramente quelli in cui Sally danza con Pablo al cafè e la coreografia che abbiamo inventato di sana pianta dove Sally, Veron e gli altri due amici danzano tutti assieme. E' stato davvero difficile. Quasi impossibile.
Potter: io poi ho sofferto non pochi problemi. Vi basti sapere che i calli che mi erano venuti alle dita dei piedi non mi consentivano di ricalzare le scarpe, dopo averle tolte, se non dopo due ore buone di pausa.

Quanti tipi di tanghi esistono al mondo?
Veron & Potter
: Ne esistono principalmente due: quello sociale e quello di scena. Il tango, che è nato a Buenos Aires, non è sicuramente un ballo gentile e nel film abbiamo deciso che musica e coreografie non sarebbero rimaste influenzate da varianti come il jazz, ecc...

Allora è questo il momento per il ritorno del tango?
Potter: Wells disse che il 1913 fu il grande anno del tango. Speriamo che il 1997 sia il secondo! (Claudio Pofi)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Questo mi era proprio sfuggito.

Confermo: ho intenzione di vedere il film.
Madda