
«Più che una proposta definitiva un pretesto – spiega Vita – per rispondere alle iniziative censorie che riaffiorano in tutta Europa, in Italia ne è un esempio il ddl Carlucci che vuole limitare la Rete in nome di rischi che niente hanno a che vedere con la neutralità di Internet».
Tra i punti fondamentali della proposta dei senatori del Partito Democratico quello dell’accesso neutrale alle reti di comunicazione, assicurare il diritto alla cittadinanza, diffondere l’uso delle nuove tecnologie della comunicazione nelle Università come nelle scuole e metterle anche a disposizione delle imprese. Ultimo ma non ultimo rimuovere gli ostacoli alle Reti, abbattere il digital divide, insomma, per colmare il disagio economico e sociale e valorizzare le diversità.
Ma Internet è anche «il nuovo spazio pubblico comune» nel quale la libertà e la neutralità giocano un ruolo fondamentale. «Quella che raccogliamo – spiega Vincenzo Vita – è la sfida post democratica. Bisogna scegliere fra la Rete partecipata, matura e interattiva e quella autoritaria, quella della Tv, populista».
Due gli obiettivi, dunque, anche per l’ex ministro delle comunicazione Paolo Gentiloni intervenuto alla presentazione – da una parte quello di assicurare a tutti gli italiani il diritto all’inclusione digitale attraverso la banda larga per tutti; il secondo, quello di rafforzare la libertà della Rete in un momento in cui i rischi vengono presi a pretesto per limitarla».
Ma la neutralità della Rete non può che passare anche per la libertà del software. E infatti il ddl propone la diffusione dell’Open Source anche nella pubblica amministrazione.
«A Brunetta domandiamo come mai la Pa rinnovi i contratti con Microsoft e non usi e sviluppi, al contrario, i software open source con un risparmio non indifferente della spesa pubblica» conclude Vita.
Critiche al governo vengono anche dall’ex ministro Gentiloni che richiama l’attenzione sulla mancanza di investimenti per il digital divide: «Questo è l’unico governo che non investe nella banda larga in un momento di crisi in cui Internet è considerato il volano dell’economia». A tutto questo poi si aggiunge la preoccupazione del senatore Vimercati sul rischio che «gli 800 milioni stanziati per la lotta al digital divide spariscano nei fondi per la ricostruzione delle zone terremotate dell’Abruzzo».
Quella di giovedì, comunque, è solo una delle tante tappe della discussione sul ddl Vita-Vimercati che continua ad essere «aperto a suggerimenti e critiche», dal confronto con la maggioranza al governo, alla discussione in Rete con il popolo di Internet su ("
Una legge per la rete"). Intanto «entusiasti e felici» si sono detti blogger e rappresentanti del variegato mondo di Internet intervenuti a Palazzo Marini. Perché, per dirla con Alberto Castelvecchi, editore e blogger de «Il Cannocchiale», «non si può mettere limiti alla nuova civiltà della conversazione».
16 aprile 2009
4 commenti:
"Tra i punti fondamentali della proposta dei senatori del Partito Democratico quello dell’accesso neutrale alle reti di comunicazione, assicurare il diritto alla cittadinanza,"
Sicuro??? Per verificare sia questo particolare punto, sia quanto il DDL potrà effettivamente promuovere gli standard aperti, suggerisco la lettura di questo commento al DDL stesso:
http://stop.zona-m.net/it/node/80
Bene Marco, sia pure con ritardo hai fatto una egregia opera di "controinformazione".
Ho messo l'articolo che mi hai segnalato sulla mia sidebar, ce lo terrò per un po'.
I navigatori nel web devovo, dobbiamo tutelarci perchè diamo troppo fastidio ed è l'unica forma di informazione libera superstite.
Grazie.
Ho letto il "didielle", è di un'ambiguità inverosimile. Non sono un'esperta irnformatica ma so da me che fra “free software” e “open source” c'è una sostanziale differenza, questi li presentano a suon di "libertà" e "uguaglianza", per me è la classica fregatura per raccimolare voti e metterla in saccoccia per l'ennesima volta ai cittadini, non dimenticamoci che PD e PDL sono compagni di merenda.
Per quanto ne so io l'open source rende disponibile i contenuti editoriali come
testi, immagini e video musica, ne è l'esempio Wikipedia dove ogni utente può
liberamente dare le informazioni che sa, esempio di contrasto all'oscurantismo
tramite la condivisione della conoscenza.
Ora dimmi, visto che vogliono deliberare le amministrazioni locali nella scelta,
cosa avverrebbe mai in regioni come la Calabria?
Diabolici questi politici da una parte e dall'altra.
C'ha ragione Grillo c'ha!! PD-L e così sia!
Francy274 ha scritto:
so da me che fra "free software" e "open source" c'è una sostanziale differenza... Per quanto ne so io l'open source rende disponibile i contenuti editoriali come
testi, immagini e video musica, ne è l'esempio Wikipedia dove ogni utente può liberamente dare le informazioni che sa, esempio di contrasto all'oscurantismo
Francy, scusa ma devo correggerti. Open Source e Free Software sono tutti e due termini riferiti al software. Semplificando terribilmente, indicano tutti e due lo stesso modo di scrivere e distribuire programmi software, solo che nel primo caso lo si fa per pura e semplice maggiore qualità tecnica e convenienza economica, nel secondo caso per ragioni etiche.
Rendere disponibili i contenuti editoriali eccetera... quello è tutt'altro discorso, che varrebbe e sarebbe legalmente possibile anche se il software o i movimenti di cui sopra non fossero stati ancora inventati. Anche se molti aderenti a una cosa li trovi anche a fare l'altra.
Credo che tu ti riferisca ai movimenti tipo Creative Commons. Potrei darti come link per saperne di più diversi miei articoli, (sia su Open/Source & Free Software nella politica italiana, sia sulla cultura libera e i creative commons), ma preferisco non aggiungerli qui, sarebbero fuori tema.
Se ti interessano, scrivimi a nome.cognome@gmail.com
COlgo l'occasione per ringraziare anche Luigi per l'apprezzamento.
Marco
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