L’avviso è per gli alleati: «Sulla sicurezza non accetterò altri errori gravi. La norma sui Cie (Centri di identificazione e espulsione per i clandestini) e quella sulle ronde vanno approvate in tempi stretti. Senza questi strumenti il problema non sarà mio, ma dell’intero governo». Alla vigilia del dibattito parlamentare il ministro dell’Interno Roberto Maroni pone le condizioni per un nuovo accordo. E sul piatto mette la contropartita: rinuncia all’articolo sui «medici spia».
Non era una priorità della Lega?
«Era uno strumento in più. Ma nella mia scala posso dire che questo vale uno, mentre il prolungamento dei tempi di permanenza nei Cie vale nove ».
Però anche quello è stato bocciato e domani centinaia di clandestini lasceranno i Centri.
«Esattamente usciranno mille e 38 stranieri. E io denuncio quello che è un vero e proprio indulto. È giusto far sapere ai cittadini che io avevo proposto misure contro l’immigrazione clandestina e il Parlamento le ha bocciate con un emendamento firmato da Dario Franceschini, il capo del Partito Democratico. È stato un errore grave voluto dalla sinistra, la stessa che poi ci accusa di non fare abbastanza ».
E i voti del Pdl non li conta?
«È vero. La sinistra ha goduto delle complicità di chi nella maggioranza sposa politiche buoniste che sono deleterie e masochiste. Sappiano tutti che non mi arrendo, la riproporrò per la terza volta nel disegno di legge perché è fondamentale. Se non abbiamo la possibilità di trattenere gli stranieri almeno sei mesi nei Cie siamo a mani nude. E invece non possiamo permetterci di arrivare all’estate senza il potere di espellere chi non ha i requisiti per restare in Italia ».
Il numero degli sbarchi è ancora su livelli record. Continua a credere che l’accordo con la Libia funzionerà?
«Mi aspetto una drastica riduzione e intanto mi occupo di quanto sta accadendo perché la maggior parte di chi arriva ha diritto all’asilo visto che proviene da Paesi in guerra. I trentamila giunti nel 2008 erano quasi tutti in questa condizione. Ecco il motivo che mi ha spinto ad appellarmi all’Europa».
E che cosa si aspetta?
«Ho chiesto a Barrot una direttiva che distribuisca tra gli Stati membri chi ottiene l’asilo o il permesso per motivi umanitari. Per i clandestini devono essere creati centri di accoglienza europei gestiti da Frontex. Era nata come agenzia europea per il controllo delle frontiere e non ha funzionato: ora si occupi di chi è senza permesso e dei rimpatri ».
Alcuni analisti sostengono che la Lega ha barattato le norme sulla sicurezza per il federalismo fiscale e il referendum.
«Non esiste, sul referendum abbiamo fatto una battaglia di principio per evitare l’abbinamento e l’abbiamo vinta. Ma quale baratto! Le ronde erano e restano una priorità, perché si inseriscono nel progetto di presidio e controllo del territorio dove ci sono i sindaci con un ruolo più forte, le forze dell’ordine e i cittadini volontari».
E se ci sarà una nuova bocciatura?
«Impossibile. E poi una cosa deve essere chiara: questa non è una concessione alla Lega. Del resto se il ministro dell’Interno non ha gli strumenti, il problema non è suo personale, ma di tutto il governo ».
Il sindaco Moratti chiede il suo intervento per risolvere la questione dei profughi a Milano.
«È una questione di cui si sta occupando il prefetto d’intesa con il Comune. Al momento questo è quanto si può fare».
Quando ha saputo che il G8 sarebbe stato trasferito a L’Aquila?
«Durante il Consiglio dei ministri».
Il premier Berlusconi non l’aveva avvisata?
«Io dico sempre la verità: non mi aveva detto nulla. A quel punto ho chiamato il capo della polizia Manganelli e lui mi ha assicurato che si poteva fare».
Non ha timori per la sicurezza delle delegazioni?
«Abbiamo avviato le verifiche che sono ancora in corso, ma non credo ci siano pericoli particolari. Del resto sapevamo già che le proteste contro il vertice si concentreranno a Roma e su questo siamo preparati. Avevamo fatto tutto anche per la Sardegna, ora ricominceremo daccapo».
E vi bastano tre mesi?
«Certo, i tempi sono molto stretti, però siamo perfettamente in grado di mettere a punto un dispositivo efficace a L’Aquila, come a La Maddalena. Le mie preoccupazioni sono altre».
A che cosa si riferisce?
«Abbiamo evidenze sulla progressiva infiltrazione della criminalità organizzata per mettere le mani sui grandi eventi. In cima all’elenco c’è Expo 2015 a Milano, con la ’ndrangheta che è già riuscita ad allacciare rapporti come dimostrano gli arresti che sono stati effettuati nelle ultime settimane. E adesso, naturalmente, dobbiamo vigilare sulla ricostruzione post terremoto».
Quindi condivide l’allarme del procuratore Antimafia Piero Grasso?
«Lo giudico talmente serio che nel decreto approvato due giorni fa abbiamo inserito una norma per effettuare la tracciabilità dei finanziamenti. È la prima volta che accade. All’Aquila sarà istituita una sezione specializzata del Comitato sulle grandi opere per seguire ogni euro che esce dalle case dello Stato e ricostruire la filiera di appalti e subappalti. Al prefetto saranno concessi poteri speciali per l’accesso senza preavviso in tutti i cantieri ».
Da quattro mesi i poliziotti non prendono straordinari e indennità.
«Ho sollecitato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e posso annunciare che il decreto è stato firmato».
Fiorenza Sarzanini
25 aprile 2009
Non era una priorità della Lega?
«Era uno strumento in più. Ma nella mia scala posso dire che questo vale uno, mentre il prolungamento dei tempi di permanenza nei Cie vale nove ».
Però anche quello è stato bocciato e domani centinaia di clandestini lasceranno i Centri.
«Esattamente usciranno mille e 38 stranieri. E io denuncio quello che è un vero e proprio indulto. È giusto far sapere ai cittadini che io avevo proposto misure contro l’immigrazione clandestina e il Parlamento le ha bocciate con un emendamento firmato da Dario Franceschini, il capo del Partito Democratico. È stato un errore grave voluto dalla sinistra, la stessa che poi ci accusa di non fare abbastanza ».
E i voti del Pdl non li conta?
«È vero. La sinistra ha goduto delle complicità di chi nella maggioranza sposa politiche buoniste che sono deleterie e masochiste. Sappiano tutti che non mi arrendo, la riproporrò per la terza volta nel disegno di legge perché è fondamentale. Se non abbiamo la possibilità di trattenere gli stranieri almeno sei mesi nei Cie siamo a mani nude. E invece non possiamo permetterci di arrivare all’estate senza il potere di espellere chi non ha i requisiti per restare in Italia ».
Il numero degli sbarchi è ancora su livelli record. Continua a credere che l’accordo con la Libia funzionerà?
«Mi aspetto una drastica riduzione e intanto mi occupo di quanto sta accadendo perché la maggior parte di chi arriva ha diritto all’asilo visto che proviene da Paesi in guerra. I trentamila giunti nel 2008 erano quasi tutti in questa condizione. Ecco il motivo che mi ha spinto ad appellarmi all’Europa».
E che cosa si aspetta?
«Ho chiesto a Barrot una direttiva che distribuisca tra gli Stati membri chi ottiene l’asilo o il permesso per motivi umanitari. Per i clandestini devono essere creati centri di accoglienza europei gestiti da Frontex. Era nata come agenzia europea per il controllo delle frontiere e non ha funzionato: ora si occupi di chi è senza permesso e dei rimpatri ».
Alcuni analisti sostengono che la Lega ha barattato le norme sulla sicurezza per il federalismo fiscale e il referendum.
«Non esiste, sul referendum abbiamo fatto una battaglia di principio per evitare l’abbinamento e l’abbiamo vinta. Ma quale baratto! Le ronde erano e restano una priorità, perché si inseriscono nel progetto di presidio e controllo del territorio dove ci sono i sindaci con un ruolo più forte, le forze dell’ordine e i cittadini volontari».
E se ci sarà una nuova bocciatura?
«Impossibile. E poi una cosa deve essere chiara: questa non è una concessione alla Lega. Del resto se il ministro dell’Interno non ha gli strumenti, il problema non è suo personale, ma di tutto il governo ».
Il sindaco Moratti chiede il suo intervento per risolvere la questione dei profughi a Milano.
«È una questione di cui si sta occupando il prefetto d’intesa con il Comune. Al momento questo è quanto si può fare».
Quando ha saputo che il G8 sarebbe stato trasferito a L’Aquila?
«Durante il Consiglio dei ministri».
Il premier Berlusconi non l’aveva avvisata?
«Io dico sempre la verità: non mi aveva detto nulla. A quel punto ho chiamato il capo della polizia Manganelli e lui mi ha assicurato che si poteva fare».
Non ha timori per la sicurezza delle delegazioni?
«Abbiamo avviato le verifiche che sono ancora in corso, ma non credo ci siano pericoli particolari. Del resto sapevamo già che le proteste contro il vertice si concentreranno a Roma e su questo siamo preparati. Avevamo fatto tutto anche per la Sardegna, ora ricominceremo daccapo».
E vi bastano tre mesi?
«Certo, i tempi sono molto stretti, però siamo perfettamente in grado di mettere a punto un dispositivo efficace a L’Aquila, come a La Maddalena. Le mie preoccupazioni sono altre».
A che cosa si riferisce?
«Abbiamo evidenze sulla progressiva infiltrazione della criminalità organizzata per mettere le mani sui grandi eventi. In cima all’elenco c’è Expo 2015 a Milano, con la ’ndrangheta che è già riuscita ad allacciare rapporti come dimostrano gli arresti che sono stati effettuati nelle ultime settimane. E adesso, naturalmente, dobbiamo vigilare sulla ricostruzione post terremoto».
Quindi condivide l’allarme del procuratore Antimafia Piero Grasso?
«Lo giudico talmente serio che nel decreto approvato due giorni fa abbiamo inserito una norma per effettuare la tracciabilità dei finanziamenti. È la prima volta che accade. All’Aquila sarà istituita una sezione specializzata del Comitato sulle grandi opere per seguire ogni euro che esce dalle case dello Stato e ricostruire la filiera di appalti e subappalti. Al prefetto saranno concessi poteri speciali per l’accesso senza preavviso in tutti i cantieri ».
Da quattro mesi i poliziotti non prendono straordinari e indennità.
«Ho sollecitato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti e posso annunciare che il decreto è stato firmato».
Fiorenza Sarzanini
25 aprile 2009
1 commento:
"L'indulto è una causa di estinzione della pena prevista nell'ordinamento italiano dall'art. 174 del Codice penale. Si tratta di un provvedimento generale di clemenza, ispirato, almeno originariamente, a ragioni di opportunità politica e pacificazione sociale, ma a volte degenerato nella prassi in strumento di periodico sfoltimento delle carceri.
L'indulto in senso proprio è un provvedimento con il quale il Parlamento condona o commuta parte della pena per i reati commessi prima della presentazione del disegno di legge di indulto. La Costituzione richiede una maggioranza dei due terzi dei componenti di ciascuna Camera, per la sua approvazione; legge deliberata in ogni suo articolo e nella votazione finale. Per l’applicazione dell’indulto è competente il giudice dell’esecuzione, il quale procede senza formalità, secondo la procedura de plano prevista anche per l'amnistia.
L'indulto è un provvedimento di indulgenza a carattere generale e si differenzia dall'amnistia perché si limita ad estinguere in tutto od in parte la pena principale, che viene in tutto o in parte condonata oppure commutata in altra specie di pena consentita dalla legge e pertanto non estingue le pene accessorie, salvo che la legge di concessione non disponga diversamente e, a maggior ragione, lascia sussistere gli altri effetti penali della condanna, mentre l'amnistia estingue il reato.
Diversamente dalla grazia, che è un provvedimento individuale, l'indulto è un istituto di carattere generale e si riferisce a tutti i condannati che si trovino in determinate condizioni di pena."
Dal che si deduce che Maroni gioca sporco quando parla di indulto, considerato che i clandestini chiusi nei Cie, non sono detenuti condannati a penza detentiva definitamente irrogata con sentenza irrevocabile, non sono nemmeno detenuti e che i Cie non sono carceri ma strutture per la ricezione di extra-comunitari che sfuggono alla fame, alla morte e alle oppressione dei regimi dei loro paesi africani di origine.
Con, nella migliore delle ipotesi, l'indifferenza della Libia e del suo dittatore Gheddafi.
Inoltre, pare che il capo della Polizia Manganelli fosse al corrente dello spostamento del G8 a Genova e il ministro dell'Interno no, come ha candidamente confessato.
Infatti, Manganelli, sentito per telefono durante il CdM ha subito risposto di sì, che si poteva fare. Una risposta così fulminea si spiega msolo con la preventiva conoscenza della decisione di Berlusconi.
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