"Il Concerto n.3 per pianoforte e orchestra op.26 è il più famoso ed eseguito dei concerti per pianoforte del compositore russo Sergej Prokof'ev.
Composto tra il 1917 e il 1921, il concerto è strutturato in forma classica, a differenza dei precedenti due e successivi due concerti per pianoforte e orchestra. Della forma classica del concerto per pianoforte viene mantenuta solo la suddivisione in tre movimenti, che sono nell'ordine:
Allegro moderato Andante con variazioni (5 variazioni sullo stesso tema) Allegro, ma non troppo La difficoltà del concerto è sicuramente inferiore al suo predecessore, ma comunque il pianista deve avvalersi di una tecnica eccellente e di un virtuosismo non indifferente per eseguirlo alla perfezione. Essendo questo il primo concerto della maturità di Prokofiev (i due precedenti erano stati scritti nella giovinezza dell'autore), è forse il più apprezzato sia dal punto di vista sonoro che qualitativo, con i suoi temi che risento molto dell'influenza dell'Amore delle tre melarance, risalente allo stesso periodo, mentre altri temi del concerto sono molto antecedenti al sopracitato balletto. Il concerto fu composto molto lentamente, anche a causa delle varie peregrinazioni che Prokofiev faceva in Europa per cercare dimora fissa.
Il Concerto si apre con le note del clarinetto che intonano il primo tema del primo movimento, pianissimo e lentamente. Dopo questo assolo a cui si aggiungono altri clarinetti, attaccano gli archi in modo calmo e con un crescendo appena accennato e anche loro suonano il primo tema. A questo punto gli archi rompono la tranquillità appena instaurata con un crescendo poderoso che culmina con l'entrata guizzante del pianoforte sulle note del primo tema, che verrà ripetuto due volte con variazioni. Subito dopo vi è un'alternanza incalzante tra il solista e l'orchestra, che culmina con degli accordi nel registro basso ripetuti più volte per poi spostarsi velocemente sul registro alto con veloci accordi cristallini. Il pianoforte con passaggi veloci di ottave basse uniti ad accordi del registro medio-alto fa da punto di transizione col secondo tema caratterizzato dalla frusta che schiocca all'unisono con le note secche e forti dei fiati e degli ottoni.
Il pianoforte riprende il secondo tema con dei guizzi nel registro acuto, caratteristici dei temi grotteschi di Prokof'ev. Il secondo tema viene ripreso due volte e con una serie di passaggi veloci, si arriva al momento culminante del primo tema con una serie di crescendo del pianoforte che sfociano in un fortissimo dell'orchestra, che dopo due ripetizioni riprende il primo tema con fiati e archi. Dopo una breve pausa il solista riprende tranquillamente la situazione calmando l'atmosfera prima creatasi. Il dolcissimo tema viene esposto placidamente con le note del registro alto accompagnate dagli archi e dai fiati che terminano in una cascata di note che porta ad una atmosfera più cupa, ma sempre calma. Vi è una breve pausa, i clarinetti e gli oboi riprendono il discorso interrotto con una piccola marcia che introduce subito una serie di semicrome del pianoforte eseguite con la mano destra e subito irrompe anche la mano sinistra con note staccate e veloci. Il tutto va in crescendo continuo che porta di nuovo al primo tema, preciso e identico come all'inizio del concerto che viene seguito da una nuova sequenza pianistica con l'accompagnamento delle percussioni, che sfocia in un sarcastico dialogo tra i rapidi accordi di quinta del pianoforte e i fiati dell'orchestra che sfociano in una serie di glissandi ben presto smorzati dal secco suono della frusta. Dopo una pausa il pianoforte riprende la stessa sequenza fugata posta a metà del concerto fino ad arrivare ad un crescente climax che conclude il concerto con un secco accordo in do maggiore."
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"Il Concerto n.3 per pianoforte e orchestra op.26 è il più famoso ed eseguito dei concerti per pianoforte del compositore russo Sergej Prokof'ev.
Composto tra il 1917 e il 1921, il concerto è strutturato in forma classica, a differenza dei precedenti due e successivi due concerti per pianoforte e orchestra. Della forma classica del concerto per pianoforte viene mantenuta solo la suddivisione in tre movimenti, che sono nell'ordine:
Allegro moderato
Andante con variazioni (5 variazioni sullo stesso tema)
Allegro, ma non troppo
La difficoltà del concerto è sicuramente inferiore al suo predecessore, ma comunque il pianista deve avvalersi di una tecnica eccellente e di un virtuosismo non indifferente per eseguirlo alla perfezione. Essendo questo il primo concerto della maturità di Prokofiev (i due precedenti erano stati scritti nella giovinezza dell'autore), è forse il più apprezzato sia dal punto di vista sonoro che qualitativo, con i suoi temi che risento molto dell'influenza dell'Amore delle tre melarance, risalente allo stesso periodo, mentre altri temi del concerto sono molto antecedenti al sopracitato balletto. Il concerto fu composto molto lentamente, anche a causa delle varie peregrinazioni che Prokofiev faceva in Europa per cercare dimora fissa.
Il Concerto si apre con le note del clarinetto che intonano il primo tema del primo movimento, pianissimo e lentamente. Dopo questo assolo a cui si aggiungono altri clarinetti, attaccano gli archi in modo calmo e con un crescendo appena accennato e anche loro suonano il primo tema. A questo punto gli archi rompono la tranquillità appena instaurata con un crescendo poderoso che culmina con l'entrata guizzante del pianoforte sulle note del primo tema, che verrà ripetuto due volte con variazioni. Subito dopo vi è un'alternanza incalzante tra il solista e l'orchestra, che culmina con degli accordi nel registro basso ripetuti più volte per poi spostarsi velocemente sul registro alto con veloci accordi cristallini. Il pianoforte con passaggi veloci di ottave basse uniti ad accordi del registro medio-alto fa da punto di transizione col secondo tema caratterizzato dalla frusta che schiocca all'unisono con le note secche e forti dei fiati e degli ottoni.
Il pianoforte riprende il secondo tema con dei guizzi nel registro acuto, caratteristici dei temi grotteschi di Prokof'ev. Il secondo tema viene ripreso due volte e con una serie di passaggi veloci, si arriva al momento culminante del primo tema con una serie di crescendo del pianoforte che sfociano in un fortissimo dell'orchestra, che dopo due ripetizioni riprende il primo tema con fiati e archi. Dopo una breve pausa il solista riprende tranquillamente la situazione calmando l'atmosfera prima creatasi. Il dolcissimo tema viene esposto placidamente con le note del registro alto accompagnate dagli archi e dai fiati che terminano in una cascata di note che porta ad una atmosfera più cupa, ma sempre calma. Vi è una breve pausa, i clarinetti e gli oboi riprendono il discorso interrotto con una piccola marcia che introduce subito una serie di semicrome del pianoforte eseguite con la mano destra e subito irrompe anche la mano sinistra con note staccate e veloci. Il tutto va in crescendo continuo che porta di nuovo al primo tema, preciso e identico come all'inizio del concerto che viene seguito da una nuova sequenza pianistica con l'accompagnamento delle percussioni, che sfocia in un sarcastico dialogo tra i rapidi accordi di quinta del pianoforte e i fiati dell'orchestra che sfociano in una serie di glissandi ben presto smorzati dal secco suono della frusta. Dopo una pausa il pianoforte riprende la stessa sequenza fugata posta a metà del concerto fino ad arrivare ad un crescente climax che conclude il concerto con un secco accordo in do maggiore."
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