Roma, 23 apr (Velino) - La “prima pietra” dell’inchiesta sui crolli causati dal terremoto dovrebbe portare la data del 28 dicembre 2008. In particolare, le indagini della procura dell’Aquila sugli oltre cento edifici crollati o gravemente danneggiati nonostante si trattasse di immobili costruiti o ristrutturati di recente, dovrebbero comprendere anche un fascicolo che, se è stata rispettata la prassi degli uffici giudiziari, sarebbe già in procura da poco più di 3 mesi. Una cartellina all’interno della quale potrebbe esserci soltanto una breve informativa firmata dall’ispettore di polizia responsabile del drappello di Ps proprio dell’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Una fascicoletto smilzo che, forse, si è ora confuso nelle migliaia di documenti che stanno traslocando dagli uffici della procura della Repubblica, anch’essi danneggiati dal sisma, ai locali del tribunale per i minori dove gli inquirenti saranno sistemati in attesa di una nuova sede definitiva. Ma, sul piano procedurale, se quell’informativa di polizia è stata, come avrebbe dovuto essere, registrata dalla cancelleria centrale della procura della Repubblica, paradossalmente l’indagine sul terremoto potrebbe avere un numero e una data precedenti alla scossa del 6 aprile. Il 28 dicembre 2008 infatti l’ispettore di polizia che comandava il drappello di pubblica sicurezza all’ospedale del capoluogo abruzzese, così scriveva: “Fonte confidenziale attendibile si presentava a questo ufficio a riferire allo scrivente che questa struttura ospedaliera è priva di certificazioni di agibilità e abitabilità in quanto mancante di accatastamento”. L’informativa di pg, così si chiama in gergo, prosegue specificando che “la già citata fonte confidenziale, a richiesta di maggiori chiarimenti sul punto, faceva in particolare riferimento ai nuovi locali della Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila, agenzia Ospedale, all’interno dei quali i lavori risulterebbero eseguiti con semplice Dia (Dichiarazione d’Inizio Attività) nonostante riguardino locali suppostamente privi della certificazione di agibilità”.
In pratica, gli uffici dello sportello bancario all’interno del San Salvatore non sarebbero stati in regola con i permessi per eseguire i lavori. Questo, almeno, è quanto ipotizza l’informativa. Nella sua relazione l’ispettore di polizia si chiede infatti “quale fondamento abbia la legittimazione dei lavori da parte dei competenti uffici comunali, in assenza dei requisiti richiesti”. Tali requisiti, cioè l’agibilità o l’abitabilità, “risultano mancanti, secondo quanto riferito dalla medesima fonte confidenziale, anche per altri lavori edili in corso di svolgimento”. L’informativa si conclude con le cosiddette “formule di rito” (tanto si segnala al fine di consentire la valutazione sull’opportunità di disporre adeguata delega d’indagine) e viene inviata “per via gerarchica”, ossia attraverso il commissariato da cui dipendeva l’ispettore, alla procura della Repubblica. Forse se gli investigatori avessero avuto un po’ più di tempo a disposizione, se la scossa devastante non fosse arrivata appena il 6 aprile successivo, sarebbe stato possibile avviare un accertamento sulla base della segnalazione della polizia. Una verifica che partendo dal dato “burocratico” (come lo ha già definito il sindaco dell’Aquila Massimo Cialiente) della mancanza del certificato, avrebbe magari avuto la possibilità di controllare le tecniche edilizie, la qualità dei materiali, il rispetto delle norme antisismiche. Insomma, di raccogliere, almeno per quanto riguarda l’ospedale, quelle informazioni che ora la Procura ha chiesto ai tecnici.
Intanto gli inquirenti, dopo aver sequestrato nei giorni scorsi circa un centinaio di edifici tra pubblici e privati ed eseguito “carotaggi” nelle strutture crollate per individuare eventuali irregolarità nelle costruzioni, sono ora passati ad esaminare scuole e sedi universitarie. Sono già poco più di 30 quelle “sotto indagine” da parte dei periti nominati dalla procura. Tra le scuole c’è anche l’elementare “De Amicis”, poco distante dalla basilica di San Bernardino. Come non bastasse, tra gli obiettivi del procuratore Alfredo Rossini non c’è soltanto quello di indagare sul “passato”, cioè su cosa è stato fatto nelle costruzioni ormai crollate. Anche per il recupero delle macerie ci sono norme da rispettare e una riunione con le forze di polizia svoltasi nel pomeriggio si è occupata proprio dell’organizzazione dei servizi di controllo delle attività di rimozione. Infine altre due fronti investigativi riguardano la somministrazione di alimenti, per verificare che non ci siano operazioni di accaparramento o speculazione, e le procedure che vengono adottate per la messa in sicurezza degli immobili che potranno essere recuperati. Allo scopo di controllare il rispetto delle norme antisismiche e, in particolare, bloccare sul nascere eventuali tentativi d’inflitrazione di imprese vicine al crimine organizzato. Per quest’ultimo filone investigativo la Procura dell’Aquila può contare sul coordinamento con i magistrati della Direzione nazionale antimafia.
6 commenti:
LE AVEVATE LETTE SULLA STAMPA O SENTITE IN TV QUESTE NOTIZIE ?
CREDO PROPRIO DI NO.
Infatti...
Grazie!
:-)
Hai ragione a diffondere queste notizie ma purtroppo sono pessimista, so per esperienza che non succederà nulla e si continuerà a speculare e a cotruire nel modo che lo si è fatto sin'ora se non peggio, mettiti il cuore in pace noi italiani siamo così, dimentichiamo presto, al massimo pacherà qualche pesce piccolo per farci contenti. Verrà un'altro terremoto e seppellirà quello dell'Aquila, per ora è servito solo a Berlusconi per fare lo sciacallo ed aumentare in popolarità, non ti dice niente tutto questo?
Ma si figuri, Morsello...ma quando mai. Se la verità non la si tira fuori con la forza, non emergerà mai...
CARO ANONIMO, NON TI FA SPECIE CHE LA VERITA' VENGA FUORI PROPRIO SU "IL VELINO", HOUSE ORGAN DEL PDL ?
SAI PERCHE' ? PERCHE' ROBERTO ORMANNI SA COME AGGIRARLI.
VAI A VEDERE SU GOOGLE CHI E'.
BIBI'&BIBO', CONDIVIDO IL TUO PESSIMISMO.:o-((
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